Qui e ora: la forza dell’essere presente – Secondo incontro

 

Ricordiamo Attilio Piazza, counselor, trainer e formatore, con questo incontro tenuto al ristorante Shambalà di Milano nell’aprile del 2010.

 

Tra gli argomenti del video:

La natura del nostro essere è compassione e amore. Nel profondo sappiamo di essere parte di qualcosa di più grande.

Il potenziale di noi esseri umani è ancora tutto da sviluppare.

Ci sono sempre più persone che vivono nel sorriso e c’è una grande accelerazione della coscienza in generale.

C’è chi crea un progetto e lo cura fino alla sua realizzazione, e chi segue un progetto avendo in testa tutt’altro.

Quando metti anima e cuore al servizio di qualcosa che avrà un impatto positivo per gli altri, questo ti fa stare bene perché è in sintonia con il tuo essere.

Più sei presente al corpo fisico, e più sei in sintonia con ciò che ti fa stare bene. Magari ti stanchi, ma non ti stressi.

Se cerchi di utilizzare le tue energie per essere il più possibile nella presenza, quando avverti dolore rinunci agli espedienti usati fino a oggi per evitare di contattarlo e ti avvicini a esso senza giudizio e senza cercare di cambiarlo.

Eckhart Tolle definisce la resistenza verso il dolore come “corpo di dolore”.

La sofferenza è diversa del dolore: la sofferenza è ciò che facciamo nel tentativo di resistere al dolore.

Esempi di sofferenza: biasimare gli altri, ritenere che altri siano responsabili del nostro malessere, pensare di essere vittima di situazioni, volere il male dell’altro e desiderare vendetta, far finta che il dolore non esista, minimizzare, cercare di consolarsi e così via. Tutto questo ci mantiene dentro il corpo di dolore. Dovremmo chiamarlo in realtà “corpo di sofferenza”.

Rimanere presente al dolore ti permette di prendere un lieve distacco da esso e riconoscere che non sei quello che stai osservando. Capisci che prima di tutta quella sofferenza tu sei già libero e presente.

Il contatto con il proprio essere libera pace, serenità, sorriso, respiro amplio.

Man mano aumenta in noi la consapevolezza di essere noi i padroni dei nostri pensieri e quindi di essere capaci di rendere gradevole e creativo qualcosa che avrebbe potuto essere distruttivo e creare più dolore, allora aumentiamo il nostro “conto in banca” di cose buone che fanno bene.

(Segue meditazione)

La disciplina e il rituale sono importanti ma non devono cadere nel controllo.

La guida di un insegnante o di un maestro rimane fondamentale, soprattutto quando si inizia un nuovo percorso.

Esiste una rabbia buona? A volte esiste la rabbia del cuore. Altre volte ancora esiste una rabbia che libera dai vecchi schemi. La rabbia buona è quella che è fatta per il bene.

Ci sono persone che hanno un corpo di dolore molto denso ed è difficile per loro poter essere svegli, liberi e presenti, perché la densità non fa spazio a nessuna luce. La persona diventa molto reattiva, o in modo aggressivo o in modo depressivo. In questi casi è molto difficile intervenire e aiutare la persona.

Un corpo di dolore molto denso può a sua volta impattare sulle persone, così come lo fa anche la gioia.

Quando c’è un contrasto, siamo abituati a partire automaticamente o col biasimo o con il vittimismo. Se impieghiamo la nostra attenzione principale al servizio della presenza, accade che sviluppiamo predisposizione ad accogliere situazioni disturbanti e ci chiediamo qual è la nostra responsabilità.

Creatività, gioia e libertà sono tre qualità dell’anima.

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