“Nonostante tutto… il meglio deve ancora arrivare” è un ciclo di 11 pillole-video che la Dott.ssa Erica F. Poli ha dedicato a questo periodo. Ecco l’ultima pillola, dal titolo “11. Brillare nell’incertezza”.
Il meglio arriva quando sentiamo che che la parte più profonda e indomita di noi è maturata, tale che possiamo ripartire per un altro viaggio e un altro ancora.
Questo percorso ci ha portato attraverso delle tappe e ora siamo arrivati a brillare anche nell’incertezza.
Siamo abituati a cercare stabilità e certezze all’esterno: un lavoro sicuro, una casa nostra, oggetti e relazioni, e questo fa parte del gioco, ma quando arrivano le avversità, scopriamo il lato cedevole di questa nostra ricerca.
Il modo in cui ci difendiamo dal dolore spesso è la fonte dei nostri problemi.
Brillare nell’incertezza è quando cominciamo a scoprire un altro tipo di certezza, quella per cui sappiamo che quella briciola di anima o infinito che è in noi cresce e matura attraverso ogni situazione, il che ci aiuta a diventare ciò che siamo, a far germogliare il seme che siamo.
Tutto ciò che accade è nella forma e nella modalità necessaria a far sì che io sia quello che sono e diventi ciò che devo diventare.
Tutto poteva andare diversamente, se io fossi stato diverso, ma tutto è accaduto come doveva accadere perché io sono quello che sono.
Brillare nell’incertezza è acquisire questa consapevolezza, allora l’unica vera certezza è sapere che ho me nel viaggio della mia coscienza.
In questo 2020 Roger Penrose ha preso il nobel per la fisica per i suoi studi sui buchi neri. Sembra che al centro della nostra galassia ci sia un grande buco nero che attrae tutto. Penrose, partendo dall’astrofisica, arriva alla fisica della coscienza, e nei suoi studi si è interfacciato con Hameroff il quale ha studiato i microtuboli e come funzionino sulla base di fenomeni quantici.
Brillare nell’incertezza è è come essere lì, sul limitare di un buco nero, o nei microtuboli delle nostre cellule, dove tutto può accadere istantaneamente.
Brillare nell’incertezza vuol dire che l’unica certezza è l’incertezza di quello che posso pensare di me, a fronte di un processo di me, che va oltre quello che posso capire.
Se qualunque cosa accade contribuisce a far diventare me sempre di più, allora niente riesce più a spaventarmi e a fermarmi.
Siamo in una gravidanza costante, è la gravidanza di noi: tutto ciò che accade fa sì che il frutto che siamo accada, nell’alternanza delle stagioni, del buio e della luce.
Brillare nell’incertezza è lasciar agire dentro di sè la consapevoelzza profonda che non c’è un bene e un male assoluti, ma c’è solo il grande viaggio della nostra anima, che si dipana grazie a tutto quello che attraversa.
Brillare nell’incertezza è stare in questo piano di coscienza, allora si brilla perché non si dipende più da nessun condizionamento esterno: diventiamo artefici del destino, artisti della nostra vita.
Il dialog interiore diventa un dialogo di bellezza e amorevolezza, e arriva un punto dove addirittura si dissolve, rimane solo il silenzio.
Quell’essenza dentro di noi, quel qualcosa – se ci rivolgiamo a lei, lasciandole le nostre domande come un’offerta, nella consapevolezza che siamo immersi in un mistero – si mette in moto senza sforzo, come la natura, per darci la risposta ma non quando o come ce l’aspettiamo. Ecco che ci ritroviamo a brillare oltre le avversità.
L’augurio è di brillare nell’incertezza, che è quella condizione di infinito che dà le risposte senza darle. Il meglio è arrivato, ma deve ancora arrivare!
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