Il compito del genitore

Sei tu, e solo tu, che puoi fare la differenza decidendo già da ora se vuoi FARE il genitore o ESSERE genitore… Articolo di Indira Marcella Valdameri, dal suo libro Pane Amore e Consapevolezza (Anima Edizioni)

 

Quando i genitori mi portano in seduta i propri figli (fra i 12 e i 18 anni), chiedendomi di sostenerli nell’attraversamento di momenti difficili e ingarbugliati, li accolgo e li accompagno con infinito rispetto e amore perché questi giovani saranno gli uomini e le donne del domani e potranno concorrere a quel cambiamento planetario che tutti ci auguriamo; li sostengo nel passaggio fra l’adolescenza e la maturità con l’intento di far affiorare in loro doti e talenti autentici, coraggio e volontà, affinché diventino responsabili della scelte che faranno e della vita che condurranno.

A volte il cammino verso la propria presa di coscienza è facile e veloce, altre volte più difficile e lungo, e altre ancora, purtroppo, rimane a metà e non si conclude: non tanto per la mancata partecipazione del cliente (che è chiaro: è l’adolescente e non il padre o la madre) ma per le difficoltà che uno o entrambi i genitori incontrano nel momento in cui il proprio figlio, affermando se stesso, osa contestarli o tenta di allontanarsi dalle direttive familiari. A questo punto è facile che il genitore si senta in qualche modo tradito da me e, seppur lui stesso avrebbe bisogno di un sostegno, a volte decide di troncare la consulenza. Mi dispiace per questo, ma non posso fare altro che accettare la decisione presa confidando nel fatto che comunque un certo percorso con l’adolescente è stato compiuto e che ognuno ha il diritto di essere e di agire in base al proprio sentire.

Ogni individuo è unico e irripetibile e va rispettato. Tuttavia, e proprio per questo rispetto – che va esteso a ognuno, grande o piccolo che sia – è giusto esplicitare che il compito del genitore non è di plasmare i propri figli o di indirizzarli su cammini prestabiliti, ma di aiutarli ad essere ciò che già sono sostenendoli nel trovare autonomamente il proprio scopo e la propria missione nella vita, nel fare emergere in loro talenti e qualità essenziali, contribuendo così alla loro evoluzione e a quella della generazione cui appartengono.

Non è vero che era meglio una volta, che i nostri avi erano migliori o più consapevoli di noi. Ogni generazione risponde al proprio presente storico e sociale e ogni generazione è diversa da quella precedente e concorre all’evoluzione di quella che verrà. Per questo è importante che tutti noi ci innalziamo diventando maggiormente consapevoli della nostra Natura Autentica, per noi stessi e per le generazioni a noi affidate.

Quindi, se sei d’accordo con me e vuoi essere un genitore capace di sostenere l’Essenza di tuo figlio, essere partecipe alla sua fioritura il più possibile armonica, è importante che tu conosca innanzitutto te stesso, i tuoi meccanismi interiori e quali eventi della tua vita li hanno determinati.

Sapere che un certo comportamento dei tuoi genitori o dei tuoi educatori (per quanto mossi dall’amore o dalla buona intenzione) ha potuto creare in te determinate convinzioni limitanti, specifici tratti psicosomatici e una particolare personalità gestita e controllata da un Giudice Interiore onnipresente – che […] frena la tua espansione – può aiutarti ad essere maggiormente responsabile del tuo comportamento di attuale o di futuro genitore. Conoscere i tuoi schemi interni, come e perché reagisci in un determinato modo di fronte alle situazioni, ti porta ad essere un individuo più maturo e consapevole e quindi un genitore autorevole, che è decisamente diverso dall’essere autoritario e opposto dall’essere libertario o accondiscendente.

Troppo spesso, di fronte alla difficoltà nell’educare i propri figli si tende a:
  • essere eccessivamente direttivi e imperativi seguendo schemi rigidi che probabilmente tu stesso, da bambino o da adolescente, hai considerato inadeguati o dispotici;
  • lasciar loro troppa libertà – memori delle imposizioni ricevute e desiderosi d’essere “democratici” – facendoli invece sentire abbandonati o soverchiati dalla precoce responsabilità;
  • troppo indulgenti e sentimentali nel tentativo di guidarli con amorevolezza e protezione, col risultato di farli sentire piccoli e soffocati.

Essere autorevole significa agire nel giusto, capaci di fornire un solido sostegno, degni di stima e di fiducia anche nei casi di disaccordo, perché congruenti con se stessi e guidati dall’etica essenziale che è in noi, dotata di creatività e di lungimiranza.

Mi permetto di dirti tutto questo, sia per le conoscenze acquisite attraverso anni di studio che mi hanno portata a svolgere l’attività di counselor e di formatrice, sia per la mia esperienza diretta come mamma di due figli. Anch’io ho attraversato difficoltà e momenti bui e, anch’io, ho cercato e chiesto sostegno a professionisti dell’età evolutiva sperando mi svelassero la formula magica del buon genitore o, perlomeno, mi dicessero come comportarmi di fronte a quelle situazioni che non sapevo gestire.

Ero giovane la prima volta che sono diventata mamma, conoscevo pochissimo il mondo e soprattutto non conoscevo me stessa: stavo ancora leccandomi le ferite dell’adolescenza e avevo già la responsabilità di un bambino. A quell’epoca pensavo che la dedizione e la cura sarebbero bastati ma mi sbagliavo: senza consapevolezza di me e della vita, l’amore e il pane erano, sì, un buon punto di partenza ma non erano sufficienti.

Purtroppo, in seguito alle mie lacune e ai miei errori (unite a quelli di mio marito, ovviamente; non voglio prendermi tutto il demerito!), il mio primo figlio ha faticato non poco per trovare il proprio equilibrio e la propria mission.

A causa di tutto ciò, per molti anni ho vissuto con profondi sensi di colpa che non auguro a nessuno finché un giorno, quasi trent’anni fa in un periodo in cui ero in grande difficoltà con lui allora adolescente, incontrai uno psicologo che, con competenza e delicatezza, mi fece capire l’importanza dell’essere consapevole e autrice delle mie scelte, qualunque esse fossero, a patto di assumermi la totale responsabilità di tali scelte.

Ricordo l’ultima seduta (alla quale partecipava anche il mio nuovo compagno di allora) in cui si delineava una soluzione drastica da prendere nei suoi confronti, per me inammissibile; pervasa dalla sensazione che il mio compagno e lo psicologo fossero in qualche modo alleati, dopo un lungo silenzio dissi: “Non sono d’accordo! Io sono responsabile di mio figlio e non abbraccio assolutamente il vostro punto di vista. Non posso in nessun modo assecondare queste opinioni, costi quel che costi, anche un’altra separazione!”.

Tremavo. Forse era la prima volta che affermavo così decisamente il mio punto di vista e già mi immaginavo d’essere giudicata assurda e incapace dallo psicologo e abbandonata dal mio compagno perché non in sintonia con le sue opinioni. Invece, con mia grande sorpresa, riassumendo i passi che avevo fatto fin lì, lo psicologo disse che non avevo più bisogno della sua consulenza e che le sedute erano terminate. Ovviamente una voce interiore mi suggeriva che non ero stata all’altezza e che il consulente mi stava scaricando o, ancor più grave, che avrei dovuto affrontare un’altra separazione. In realtà stavo prendendo in mano la mia vita come mai avevo fatto prima. Spinta dalla responsabilità che sentivo dentro di me, la paura della solitudine e dell’incapacità si annullavano.

Pur nel dubbio, suggerito dal quel Giudice Interiore […], mi sentivo nel giusto mentre una pace nuova pervadeva tutto il mio essere. Era l’Essenza, che in mezzo a mille idee e convinzioni, faceva capolino e si mostrava.

Ora, non sono qui per raccontarti la mia storia – dopo questo fatto comunque non mi sono separata, anzi dal mio compagno e me è nata nostra figlia – ma ho voluto condividere con te come è avvenuto il primo passo verso la mia evoluzione consapevole.

Ho voluto mostrarti che non sono le strategie o i consigli di un esperto che possono aiutarti a diventare un genitore autorevole, bensì sei tu, e solo tu, che puoi fare la differenza decidendo già da ora se vuoi FARE il genitore o ESSERE genitore.

Indira Marcella Valdameri

Estratto dal libro Pane Amore e Consapevolezza (Anima Edzioni)

 

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