In questo insolito Natale impara l’arte di oziare

Oziare non è indugiare nella pigrizia ma imparare a lasciarsi andare, proprio come fanno i bambini che in questo gioco sono i maestri; non è assenza di pensiero e di progettualità ma è il pensare senza regole lasciando libera la mente per accogliere nuove intuizioni e possibilità… Articolo di Indira Marcella Valdameri

 

Imparare a oziare? Ma tu sei fuori; sarà una noia mortale e non vedrò l’ora che le vacanze finiscano in fretta per ritornare alla vita di tutti i giorni!” mi ha quasi urlato al telefono un’amica lamentandosi del Natale restrittivo che verrà. “Se vuoi spostarti devi farlo prima del 20 e, dimmi tu, come si fa? La vigilia: o finisci per le 10 o trasformi l’appartamento in un campeggio e, comunque, siamo tanti, non si potrebbe nemmeno fare. Dopo Natale? In montagna inutile andarci perché tanto non si scia; nelle città niente mostre, niente musei, niente cinema o teatro; e capodanno? Tutto saltato. Oziare, dici tu? Solo l’idea mi fa impazzire. Odio oziare!”.

Sorrido fra me e me mentre allontano un po’ il cellulare per il tono crescente della sua voce, ma da un certo punto di vista la capisco. Sentirsi limitati e invasi nella propria idea di libertà e azione non è bella cosa e, per chi è abituato a riempire il tempo per sentirsi vivo, è una vera e propria costrizione.

Tuttavia, nella situazione inevitabile che si prospetta, la invito a guardare il bicchiere mezzo pieno e a contemplare l’ozio – perlopiù considerato padre di tutti i vizi e sinonimo di pigrizia – non come inerzia, assenza di attività o noia, bensì un’occasione per rilassarsi e ricaricarsi: uno spazio di sano distacco dagli impegni quotidiani, necessario per mantenere l’equilibrio psico-fisico.

Non lo dico solo io, che dell’ozio sono la regina; lo elogiava già Seneca definendolo “la bellezza della vita semplice” e lo affermano anche psichiatri, neurologi e sociologi moderni.

Paragonabile al sonno, se giustamente dosato e non abusato, è una pausa che preserva il cervello dall’intossicazione per il troppo uso, permettendogli di rigenerare le proprie potenzialità e funzioni, uno spazio di silenzio e di pace interiore che facilita nuove percezioni favorendo intuizione e creatività.

“Creatività nell’ozio?”, mi chiede l’amica sbigottita, “questo è un controsenso!”.

Sorrido di nuovo.

No, non è un controsenso. Un ozio sano e ben dosato può attivare tantissima creatività. Lo sa bene chi vuole elaborare nuove idee e progetti e lo sanno benissimo i bambini. È la quiete prima della tempesta, quello spazio di raccoglimento che precede l’azione dove il vuoto percepito è in realtà pieno di energia rilassata, priva di tensione. In altre parole è una forma di meditazione che permette un reale e profondo rilassamento dove tutto è possibile, immaginabile e realizzabile, “un processo mentale e pratico ancora in gran parte misterioso grazie al quale una persona, dopo aver fantasticato idee nuove, riesce a concretizzarle nella realtà” come afferma il prof. De Masi – docente di sociologia – nel suo libro Ozio Creativo, Rizzoli Ed.

Oziare non è indugiare nella pigrizia ma imparare a lasciarsi andare, proprio come fanno i bambini che in questo gioco sono i maestri; non è assenza di pensiero e di progettualità ma è il pensare senza regole lasciando libera la mente per accogliere nuove intuizioni e possibilità.

Quindi a Natale, e questo è il mio augurio, fai dell’ozio il tuo migliore amico.

Non importa dove sei o con chi sei. Non incancrenirti in quel luogo di reazione giudicante che ti ruba la tranquillità e il piacere del dolce far nulla. Sono le tue vacanze: goditele appieno!

Se vuoi andare in montagna lascia gli sci nel garage ed esci a camminare, ascolta lo scricchiolio della neve sotto i piedi, respira a pieni polmoni l’aria fresca e pura e riempi gli occhi di paesaggi immacolati. Se vuoi visitare le città cammina per le vie col naso all’insù: osserva i particolari che ti circondano, annusa gli odori e lasciati avvolgere dall’atmosfera che ti circonda. Se vai in campagna o lungo i fiumi, al lago o al mare, accogli la natura grezza e la potenza degli elementi, chiedi il permesso agli animali e agli alberi che la abitano, nutriti della purezza dell’aria e dell’acqua. Se invece rimani a casa goditi la tua cuccia e i tuoi affetti, il silenzio, la pace meritata e il tuo tempo che è prezioso; nutriti di buona musica, di un buon libro o di un bel film e riposa, non far nulla e non sentirti in difetto per questo nulla.

A capodanno, lascia andare il cenone con gli amici, o l’abito per l’occasione, il brindisi a mezzanotte, i fuochi e i botti o il trenino a fine serata: brinda con chi ti è accanto e se sei sola/o brinda a te.

Ascoltare, osservare, accogliere e riposare, infine lasciare andare per creare: questo accade oziando, abbandonando la necessità di dover fare qualcosa per dare un senso alle giornate che verranno. Il senso sei tu, non cercarlo ma trovalo dentro di te.

Buon Natale!

Indira Marcella Valdameri

Autrice di Pane, Amore e Consapevolezza

 

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