La matrice inviolabile del talento

Ciascuno di noi ha una matrice inviolabile, una vera e propria casa dove è presente la genesi del Talento, nonché l’intero, cioè tutto quello che esso diverrà in futuro. La matrice è un utero da cui tutto nasce, ma è anche un luogo metaforico a cui tornare quando ci perdiamo… Articolo di Giulia Scandolara 

 

«La Matrice del Talento o Matrice Inviolabile contiene chi sei, è l’embrione irriducibile di te. Potremmo anche definirla come “il profumo della tua anima”».

All’interno del libro La misura del Talento spiego come ciascuno di noi abbia una matrice inviolabile, una vera e propria casa dove è presente la genesi del Talento, nonché l’intero, cioè tutto quello che esso diverrà in futuro. Non a caso matrice deriva dal latino matrix, che significa “madre, utero”. La matrice è quindi un utero da cui tutto nasce, ma è anche un luogo metaforico a cui tornare quando ci perdiamo.

La matrice inviolabile è come l’embrione, metafora che nel libro utilizzo per spiegare il Talento “come organismo”. A mio avviso il Talento e la matrice inviolabile si comportano idealmente come il nostro primo stadio di vita, quello embrionale.

L’embrione si differenzia e si organizza per venire al mondo e manifestarsi. Nell’embrione questo accade con la crescita. Differenziazione e organizzazione si perpetuano per tutta la nostra vita anche grazie alle scelte che compiamo, nel fare.

Anche la matrice inviolabile, come l’embrione, contiene tutto ciò che possiamo realizzare e diventare. Porta così, espressa nel tempo, nel mondo, il valore della vita che siamo. «La realizzazione di te è data da questo sviluppare nel quotidiano la tua matrice inviolabile» spiego nel libro. In gravidanza la vita è presente tutta e subito, lo stesso è per la vita del talento, all’interno della matrice inviolabile. Dopo la nostra nascita, il nostro posto è dato dal dispiegare nel quotidiano ciò che siamo, la pangea di valore reificata dalla matrice.

«Quando ti senti un essere umano smarrito, disorientato, arrabbiato, confuso, lontano dalla felicità significa semplicemente che sei lontano dalla matrice inviolabile, dall’essenza di chi sei tu. L’ho chiamata così perché è un disegno, un pattern, una matrice appunto, un lembo di terra a cui fare ritorno (…) In anatomia la matrice è l’agglomerato di cellule che vanno a costruire il punto di origine di un tessuto.»

Ogni volta che ci perdiamo in progetti o collaborazioni che non rispecchiano il nostro esserci nel fare, possiamo compiere una piccola meditazione e tornare a casa, proprio grazie al “richiamo” della matrice inviolabile. È la stessa che, di fronte a quanto non ci appartiene realmente, ci mette in una condizione di disagio, perché ciascuno di noi si accorga per tempo che “quella” non è la strada giusta.

Capita però di dire “sì” anche a ciò che non ci appartiene, perché magari si vuole scendere a compromessi (cosa che l’anima non sopporta) o perché abbiamo bisogno giustamente di più entrate. Ecco che allora però paghiamo un prezzo collaterale: ci perdiamo.

Tornare a casa è più semplice di quanto crediamo. Si tratta solo di praticare l’essenza di noi. Possiamo riflettere su cosa sia per noi irrinunciabile. Pensa: se in gelateria non hanno i tuoi gusti, molto probabilmente il gelato non lo comprerai. Si tratta quindi di riflette e ritrovare, con azioni concrete, le cose indiscutibili di te.

Piccola meditazione pratica della matrice

Se nella realizzazione dei tuoi progetti ti perdi o sei circondato da persone che non senti “opportune” per la tua manifestazione, ti invito a questa pratica.

Di sera, terminate le tue attività, prenditi un tempo e aiutati con dei pastelli colorati o dei pennarelli. Su un foglio, senza cercare la perfezione, fissa le cose che ami con dei disegni o delle parole e racchiudile in una sagoma più grande. Questa sagoma può avere una forma libera, o essere tonda come una bolla, lascia sia il tuo processo creativo a stabilirlo.

Mentre disegni o scrivi in parole chiave ciò che ami (es: dipingere, ballare, costruire), prova e stare nella dimensione del “senza tempo”, senza cioè collocare queste tue passioni in un progetto.

Una volta realizzato questo disegno (prenditi il tuo tempo per vivere l’esperienza), vai a dormire. Dal giorno seguente e per almeno un mese, una volta al giorno osserva la tua matrice, “ricevendo” il disegno. Lascia che la matrice da te disegnata “lavori” sottotraccia. È possibile che questa immagine ti aiuti a ristabilire una connessione con l’essenza di te, un filo rosso che ti aiuterà a riprendere le redini del tuo fare.

Giulia Scandolara

Autrice del libro La misura del Talento

 

Vuoi ricevere le novità di Anima.TV? Iscriviti alla newsletter qui: https://anima.tv/form-iscrizione-newsletter/

Vuoi aiutarci a darti di più? Scopri come sostenere il nostro progetto: https://anima.tv/come-sostenere-anima-tv/

Consulta il nostro Calendario Eventi qui: https://anima.tv/eventi/

Attenzione, per i commenti rispettare la Netiquette: https://anima.tv/netiquette/

Vieni a trovarci! Visita la nostra homepage: https://anima.tv/

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento con Facebook

Torna in alto