Come ci dice Galimberti: la donna è in contatto con la sua follia, con l’intuito, con il sentire, forme d’intelligenza non troppo apprezzate per non dire osteggiate dalla società patriarcale, ma ancora vive dentro di noi. Noi abbiamo la responsabilità, in quanto donne, di tornare in contatto con quelle parti e di farle rivivere, se non lo stiamo già facendo…
Una donna eccezionale non è una donna da prima pagina o una donna famosa e inarrivabile; non è una top model o un’influencer, non ha vinto le olimpiadi, non ha ricevuto il premio Nobel, non sale sopra palchi davanti a migliaia di persone, ecc. Non è una donna che ha avuto “successo” nell’accezione che la nostra società ci suggerisce, o meglio, non lo è necessariamente.
Una donna eccezionale non è una donna a cui va sempre tutto bene e non è per forza una donna arrivata, realizzata, risolta. Non ha raggiunto l’illuminazione o la beatitudine – o perlomeno non ancora –, non è perfetta e non è esente da critiche o dalla disapprovazione di chi le sta intorno. Una donna eccezionale non è una donna che non sbaglia mai o che non commetterà più errori. Non è impeccabile e non è una santa.
[…] Una donna eccezionale è colei che nella propria vita ha scelto almeno una volta di fare un atto di coraggio puro e, quindi, di amore puro, per se stessa e/o per gli altri, non dettato dall’ego, dalla convenienza, dal voler ricevere l’approvazione dell’esterno. Una donna eccezionale non sceglie per convenienza, non sceglie per partito preso, perché quella strada le porterà più successo, più soldi, uno status sociale più alto. Una donna sa dentro di sé che queste cose non contano poi così tanto; ha ben presente che non sono necessariamente le vere cose importanti della vita e che una volta raggiunti, quei tipi di “successi”, ci lasciano vuote, insoddisfatte, arrabbiate.
È una donna che non ha scelto le strade più battute, non ha fatto quello che fanno tutti perché più sicuro, più comodo e più facile; è una donna che ha fatto scelte e compiuto azioni che costituiscono un’eccezione rispetto alla regola che vediamo più spesso seguita nella nostra società. Facendolo non ha tradito se stessa e si è messa consapevolmente in una posizione scomoda, di scontro con l’esterno; ha quindi saputo riconoscere e dare credito alla propria voce interiore e quindi al proprio intuito.
[…] Come ci dice Galimberti: la donna è in contatto con la sua follia, con l’intuito, con il sentire, forme d’intelligenza non troppo apprezzate per non dire osteggiate dalla società patriarcale, ma ancora vive dentro di noi. Noi abbiamo la responsabilità, in quanto donne, di tornare in contatto con quelle parti e di farle rivivere, se non lo stiamo già facendo
[…] Oggi da più parti arrivano messaggi dell’indipendenza femminile, del raggiungimento della parità fra i sessi, molte donne e molti uomini sono convinti che abbiamo raggiunto questo stadio. Ciò è confutato dai dati e dalle statistiche […]. Ma pensiamoci bene. L’obiettivo è veramente la parità fra i sessi? Veramente vogliamo essere come gli uomini? Io tengo profondamente in considerazione il fatto che donne e uomini sono diversi e ognuno ha le proprie specificità. In un contenitore – che è la nostra società – codificato al maschile, avere la parità dei sessi o dei diritti significa di fatto per la donna trasformarsi in maschio. Ma davvero aspiriamo a essere come gli uomini?
Uomini e donne hanno in sé l’energia maschile e quella femminile. Siamo nati da un padre e da una madre ed entrambe le loro energie sono dentro di noi. Viviamo all’interno di corpi che sono diversi, opposti, e fatti per fondersi. La triste realtà è che siamo totalmente confusi. Le donne, nei loro corpi femminili, esprimono regolarmente energia maschile e alcuni uomini, nei propri corpi maschili, esprimono energia femminile: tutto è possibile nel nostro mondo! Perché è una triste verità? Parlo come sempre della mia esperienza personale: finché esprimevo prevalentemente energia maschile ero profondamente infelice, insoddisfatta, solitaria e depressa. La mia scoperta personale come per molte donne è che se esprimiamo energia femminile siamo sane, felici e forti, e che gli uomini, se esprimono energia maschile, sono forti e sani, e ancora, che se ci incontriamo e lasciamo che l’amore sia la nostra guida, troviamo l’interezza, l’unione. (A. Schurmann, Iniziazione alla donna divina, Anima Edizioni, 2015)
Che cosa significa per una donna essere indipendente? Ed ancora una volta: di cosa ha bisogno una donna per sentirsi realizzata? La parità dei sessi, la libertà sessuale, il non poter rimanere incinta grazie alla pillola, ecc. Ma siamo sicure che come donne sia solo a questo che aspiriamo? E che costi hanno queste pratiche? Ancora una volta utilizzo le parole della Schurmann per fare chiarezza:
Pensa, duecentoventi anni fa le donne non avevano diritti. Nacque un movimento femminile che combatteva per l’uguaglianza dei sessi. Le donne ottennero ciò per cui avevano combattuto e diventarono come gli uomini, ma riuscire a essere sia l’una che l’altra cosa, cioè ad avere un’ottima carriera e ad essere ugualmente sexy, belle e appassionate, amanti attraenti e madri felici era un carico esagerato. La donna esaurì ogni risorsa e si ammalò, o si spense. (Schurmann, 2015)
Alessia Maracci
Estratto dal libro Donne Eccezionali (Anima Edizioni)
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