Autoguarigione, Oltre la divisione tra Spirito e Materia

Autoguarigione, la scelta di chi vive Oltre la divisione tra Spirito e Materia.

 

Il Mondo degli uomini è immerso dentro la sfera sottile dell’Oltre.

Cosa significa?

Provate a immaginare il mondo che abitiamo come il nocciolo di una ciliegia. Ora immaginate l’intero albero di ciliegie, pieno di rami, pieno di ciliegie. Ogni ciliegia è un mondo. Ogni ramo, una rete di mondi. Possibili e reali.

Noi esseri umani pensiamo e agiamo per lo più convinti che il nostro mondo sia il nocciolo di una ciliegia e che il margine del nocciolo stesso sia il duro confine invalicabile che ci separa “dall’altro mondo”: la polpa della ciliegia. E molti tra Noi pensano addirittura che la ciliegia sia l’unica esistente.

Separiamo nei fatti, nei comportamenti quotidiani il mondo visibile da quello invisibile. Il mondo della Materia, da quello dello Spirito.

La differenza “che esisterebbe” tra Spirito e Materia è per me un bluff, inventato da “materialisti”, con il beneplacito delle religioni, e rafforzato da tutti coloro che hanno interessi economici e di potere personale nel tenere il mondo separato in due parte distinte.

Se non si supera, almeno dentro i confini della mente, la divisione tra Spirito e Materia, il possibile dall’impossibile, è davvero arduo vivere e sperimentare l’autoguarigione.

La parola autoguarigione ha un significato svelato, non è nascosto: guarirsi da sé.

Questa è l’informazione presente nel corpo di ciascun essere vivente. Umano, animale, vegetale o minerale che sia. È un codice presente all’interno di ciascuna creatura vivente.

“Ci hanno generato così”.

Chi sia l’Intelligenza che ci ha generato in modo così perfetto non è dato sapersi, perché ognuno di noi ha la sua idea e non ci dilungheremo, Ora, su questo tema perché il rischio di sconfinare e perdersi nelle personali credenze è molto forte.

Il problema delle credenze, della verità, della veridicità, si pone sempre nella nostra vita, quando dobbiamo compiere una scelta e…

Sperimentare consapevolmente l’autoguarigione è una scelta di chi vive Oltre la divisione tra Spirito e Materia. È la scelta di chi ha compreso e accettato che tutto è frequenza, che tutto è solo vibrazione.

Ogni singolo essere umano vive di credenze, e le personali credenze sono le dirette responsabili delle azioni che compie e dei risultati che ottiene.

Esistono credenze superficiali “appiccicate dalla cultura che ci ha nutrito”, che cambiano crescendo, ed esistono credenze radicate, talmente in profondità da non permetterci di poter Immaginare una cosa diversa rispetto a quella che crediamo sia vera, o che si possa realizzare. Queste sono le più pericolose. Perché determinano fissità, e visto che tutto ciò che è fisso e immobile è morto, o destinato a morire, è necessario passare al vaglio le proprie credenze ciclicamente, verificandone le veridicità delle stesse attraverso l’esperienza personale.

Poiché noi siamo frequenza, noi siamo vibrazione, noi siamo “quanti in movimento” e quando la nostra “musica” inizia a stonare, sentiamo dolore e il dolore è solo un segnale dell’energia bloccata e per sbloccarla dobbiamo cambiare frequenza, vibrazione, informazione.

Ciò che mangiamo a livello di ogni corpo ci può far ammalare o guarire.

Buone frequenze e buone vibrazioni ci consegnano la salute. Cattive frequenze e cattive vibrazioni conducono e consegnano la malattia. La salute è nelle nostre mani. La salute è una Scelta.

È chiaro che chi non sa, chi “non crede” e di conseguenza non sperimenta l’Universo fatto di frequenze e vibrazioni in modo consapevole e intenzionale, non partecipa in modo attivo all’esperienza “dell’essere fatti della stessa sostanza” e l’autoguarigione, così come la creazione, sono epifenomeni da “guardare alla tv”.

Ciò di cui ci nutriamo a livello di ogni corpo ci può far ammalare o guarire.

Il corpo fisico; la macchina biologica, che si mostra “a occhi nudi” davanti a noi è un sistema complesso, come un albero di ciliegie, composto a sua volta da tanti altri corpi, quello mentale-psichico, quello emozionale e quello spirituale.

La differenza tra il corpo fisico e gli altri tre è evidente: il primo si vede e tutti lo possono vedere, gli altri si sentono, e le loro manifestazioni si “possono osservare”.

Cosa significa nutrire con buone frequenze, con buone informazioni i quattro corpi?

Scegliere cibo “buono, pulito, giusto” e intelligente. Ricordandoci che chi sceglie il cibo di cui ci nutriamo può essere “il Maestro che vive dentro di Noi” o la paura, o la mancanza di…

Serve Coraggio per seguire la saggia via del Maestro interiore che sa che “il cibo è medicina”.

E in quanto tale l’unico modo di “tenersi la salute tra le mani” è quella di scegliere il buon cibo, il cibo giusto per ogni corpo, in ogni momento. Il buon cibo ha caratteristiche specifiche, ma universali per tutti e quattro i corpi: è sano = biologico = privo di pesticidi, di anticrittogamici = di stagione =intelligente= contingente e necessario. Cioè scelto quando serve.

Il buon cibo è un cibo evocativo se lo è per il cervello, e noi mangiamo prima di tutto con il cervello. Quando non è il “maestro interiore” a scegliere il cibo, sono i nostri pensieri e le nostre credenze a scegliere “quel determinato cibo”.

È quindi di fondamentale importanza diventare consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Perché i pensieri e le emozioni ci conducono a scegliere “quel cibo”, poiché cervello e intestino sono “fatti della stessa materia” e in mezzo c’è il cuore, che può essere un cuore pavido o un cuore coraggioso.

La conoscenza produce consapevolezza e la consapevolezza ci guida a scegliere il giusto gibo, la giusta frequenza, la giusta vibrazione, utile al compito che svolgiamo in quel “dato momento”.

Per questo il buon cibo è prima di tutto un cibo consapevole, mai dettato da filosofie o ideologie, mai guidato dalle credenze. Il nostro Sentire, il “ Maestro interiore”, ascoltato e allenato, ci guida verso la scelta del giusto cibo.

Potrebbe sembrare un cane che si morde la coda: se non scelgo il cibo giusto mi ammalo, ma se non riesco a sentire bene, non scelgo il cibo giusto.

Esiste una via di uscita reale e ramificata come un albero di ciliegie: si chiama Coraggio; si chiama affidamento; si chiama sperimentazione di quel sentire; si chiama pazienza; si chiama Oltre. Oltre a tutto ciò che “che tutti gli altri pensano” che a Noi stessi faccia bene, una cosa piuttosto che l’altra. Si chiama maestria. Si chiama intuito.

Si chiama Coraggio. Solo se si è molto coraggiosi si può “scoprire cosa si è fatto per diventare malati”, ci diceva Ippocrate un po’ di “tempo” fa. “La timidezza nasconde l’impotenza e la temerarietà l’ignoranza.”. Solo se si è coraggiosi si può uscire dall’impotenza e dall’ignoranza, dunque Diventiamo persone coraggiose. Si può Fare.

 

Claudia Righetti

Autrice del libro I Maestri – Come accedere al Cervello Quantico

 

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