Amore vuol dire gelosia? Secondo l’Istat, nei casi di violenza sulle donne, uno su tre è causato dalla gelosia del partner. Il punto di vista dei maestri tantrici Gloria Di Capua e Maurizio Lambardi, entrambi coach, formatori e counselor relazionali ad approccio corporeo
Amore vuol dire gelosia?
“La gelosia non è assolutamente sinonimo di amore – si accende subito Gloria Di Capua – al contrario è un killer dell’amore e del benessere corpo-mente dei partner, un vero e proprio demone di cui è necessario liberarsi, se il nostro obiettivo è di vivere una relazione appagante ed evoluta.”
In effetti l’Istat ci dice che il 30% dei casi di violenza sulle donne è generato dalla gelosia, eppure continuiamo a considerarla sotto una luce in qualche modo bonaria e tollerante. Perché?
“Ha appena descritto il potere del condizionamento mentale – osserva Maurizio Lambardi – che persiste anche quando ci rendiamo conto che quello che consideriamo certo e normale è sbagliato. Le faccio un esempio, dal 2012 sono noti i risultati di un interessante studio intitolato ‘Gelosia, amore e violenza: le credenze circa la gelosia maschile e le loro implicazioni'(*), risultati che mostrano che:
«(a) la gelosia è percepita come un correlato dell’amore, vale a dire che nelle teorie ingenue vale l’equazione gelosia = amore, e che (b) tale equazione induce in parte le persone a minimizzare il significato di atti violenti del marito sulla moglie (per es., se la schiaffeggia) se percepiti come ‘scatenati’ dalla gelosia, valutando in modo meno negativo persino l’abuso sessuale della compagna. In altre parole, l’equazione gelosia = amore ‘colora’ la percezione degli atti violenti, facendoli interpretare quasi come un segno d’amore.»
“A dispetto di questi risultati molto chiari e delle statistiche Istat – prosegue Maurizio Lambardi – l’equazione amore = gelosia seguita a essere presente ovunque, anche dove non dovrebbe.”
Allora, se non è sinonimo di amore, che cosa è la gelosia?
“In base alla nostra esperienza sul campo, soprattutto con le coppie in crisi – dichiara Gloria – la gelosia è quasi sempre la paura della mancanza di amore. Una pulsione infantile che ci riporta indietro a quando eravamo neonati, col terrore che l’abbandono da parte della mamma ci avrebbe fatto morire. Una posizione molto immatura, ovviamente, che fa ristagnare la relazione su livelli molto primitivi, destinati a produrre infelicità e poi a disgregare la relazione stessa.”
Ha detto “quasi sempre”… ci sono anche altre opzioni?
“Ci sono vari casi – conferma Maurizio – ad esempio a volte la gelosia è uno scudo dietro cui nascondere le proprie infedeltà, un po’ come mettere le mani avanti o proiettare sul partner quelle che sono le personali trasgressioni, sentendosi così meno ‘in colpa’. Altre volte è un recita. Si pensa che per manifestare il proprio amore, per far sentire il partner considerato, ‘si debba’ esternare una certa dose di gelosia. Così ci si adegua alle aspettative. L’altra faccia di questa categoria è rappresentata da chi cerca un partner geloso, i cui atteggiamenti gli forniscono una qualche ‘certezza’ di essere amato e desiderato oppure il cui controllo gli impedisce le trasgressioni che vorrebbe concedersi ma che lo farebbero sentire in colpa se osasse farlo. Non voglio sentirmi cattivo, quindi mi metto in condizioni che non mi sia possibile fare il cattivo. Si tratta sempre di posizioni infantili, di amore primitivo, di modulazioni differenti della ‘paura’. Non è amore.”
Se non è amore, allora cosa è la gelosia?
“Solitamente è un’espressione di possesso, dell’idea che l’amore implichi di ‘possedere il partner’ – ci spiega Gloria – nasce nel momento dell’infanzia in cui abbiamo scoperto che mamma non era tutta nostra, che non eravamo al centro del mondo, e abbiamo sperimentato la frustrazione e la rabbia della non esclusività, la paura di essere ‘scartati’ in favore di un figlio migliore. La letteratura rosa e la mitologia contemporanea peggiorano le cose, associando l’amore non solo alla gelosia e al possesso (‘io sono tua e tu sei mio’), ma anche alla dipendenza affettiva, il famoso ‘senza di te non posso vivere’. Per non parlare poi della certezza imperativa che amarsi significhi stare sempre insieme, dirsi ogni cosa e non avere spazi individuali. Che l’amore, da solo, comporti la guarigione da ogni ferita dell’anima. Tutti pessimi standard che creano aspettative irrealizzabili e distruggono la relazione, schiacciandola su un piano infantile.”
Abbiamo compreso che dobbiamo liberarci della gelosia, ma come?
“In quanto paura – ci informa Maurizio – va affrontata come tale. Cosa fai per vincere, ad esempio, la paura del buio? Ti esponi allo scenario che ti spaventa, finché non ti rendi conto che le cose orribili che immaginavi ti sarebbero accadute non si verificano. Analogamente si procede per la gelosia, operando in modo graduale oppure netto, possibilmente in condizioni di sicurezza. In ogni caso si tratta di esporsi allo scenario spaventoso di essere traditi.”
“Ovviamente – precisa Gloria – capire da dove viene la paura, acquisire consapevolezza dei meccanismi infantili che la scatenano, è di aiuto. Ma alla fine, per superare il piano primitivo su cui si manifesta, bisogna crescere e affrontarla. Non c’è altra via.”
Gloria Di Capua e Maurizio Lambardi sono autori di numerosi video-corsi e libri, tra cui Annientare e sottomettere le donne (Anima edizioni)
Note
(*) Zammuner, Vanda & Zorzi, Carlotta. (2012). Gelosia, amore e violenza: le credenze circa la gelosia maschile e le loro implicazioni. Psicologia Sociale. 1. 121-148.. 10.1482/36759. (https://www.researchgate.net/publication/264041049_Gelosia_amore_e_violenza_le_credenze_circa_la_gelosia_maschile_e_le_loro_implicazioni)
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