Anima, coscienza e psiche

Cos’è la coscienza? Cos’è l’Anima? Che ruolo hanno all’interno della psiche umana? Che impatto hanno sulle nostre scelte? Fabio Norcia, medico e neurofilosofo, ci aiuta a fare un po’ di chiarezza in questo estratto del suo libro Psiche…

La struttura della psiche più facile da studiare è la coscienza, perché si tratta della parte della mente di cui siamo coscienti. Contiene tutto ciò che sappiamo di noi e del mondo che ci circonda, ci permette di dare giudizi su noi e sugli altri e ci conferma che esistiamo come individui.

Lo sviluppo di questa zona del cervello ha contribuito in maniera determinante all’evoluzione non solo dell’essere umano ma della terra tutta.

La nascita del primo abbozzo di coscienza va datata a circa due milioni di anni fa. Già allora uno dei nostri più primitivi antenati, l’homo habilis, possedeva tecniche di acquisizione, di fabbricazione e di consumazione, indici di una coscienza ad un tempo simbolica e creatrice.

Nel tempo la coscienza ha continuato a formarsi per accrescere le sue funzioni e da allora il suo cammino non si è mai fermato. Pur essendo un prodotto biologico, continuamente viene modificata e accresciuta dalle esperienze e dalla cultura di ciascun individuo. Tappe basilari per il suo sviluppo sono state la nascita del linguaggio e la scrittura.

Grazie alla coscienza l’uomo ha potuto trasformare profondamente se stesso e il mondo che lo circondava. Eppure la coscienza non può essere considerata la regina della psiche. Dobbiamo invece definirla come la schiava dell’Anima perché rappresenta solo il tramite tra l’Anima stessa, vera regina della psiche, e il mondo esterno. La coscienza che utilizza il linguaggio e il ragionamento logico ha solo il compito di contribuire alla realizzazione dei progetti dell’Anima.

Jung parlava della coscienza addirittura come “un fenomeno effimero, che serve agli adattamenti e orientamenti momentanei”. A questo proposito, Vilayanur Ramachandran, uno dei neuroscienziati più autorevoli del nostro tempo, ha dichiarato che “la nostra impressione soggettiva che la coscienza diriga il nostro comportamento è quasi un’illusione. Ora la ricerca sul cervello ci indica in modo inequivocabile che finora abbiamo sistematicamente sopravalutato il ruolo della coscienza”.

Le nostre scelte non vengono infatti prese autonomamente dalla coscienza, ma sono condizionate dalle emozioni dell’Anima. È capitato a tutti noi di essere convinti di potere riuscire a mantenere la calma in una situazione di tensione che stavamo per affrontare, e di non essere invece poi riusciti a controllare razionalmente il nostro comportamento. Dunque
non è la parte cosciente della nostra mente che sceglie come agire, ma la nostra Anima, che sfugge al controllo cosciente e ci impedisce di fare quello che la coscienza vorrebbe.

Fino al 90% delle nostre azioni sfugge a un controllo cosciente. Gerhard Roth, direttore dell’istituto di ricerca sul cervello dell’Università di Brema, dichiarava che “i nostri differenti stati di coscienza non rappresentano altro che il prodotto finale di processi di elaborazione estremamente complessi che si svolgono a livello inconscio. Ciò significa che, nonostante tutta la sua importanza funzionale, la coscienza non esercita un ruolo decisivo sulle azioni che considera prodotte autonomamente, ma ha solo un compito consultivo. In questo senso il libero arbitrio non è la suprema istanza che controlla la nostra condotta”.

In una psiche in equilibrio le scelte dovrebbero essere fatte attraverso un’intesa tra tutte le sue strutture, ma questo avviene non frequentemente, perché l’equilibrio psichico appartiene solo a quei pochi individui nei quali la coscienza e l’Anima si sono sviluppate in modo corretto. Per la maggior parte di noi le scelte sono il risultato di un conflitto tra le strutture della psiche.

Nel corso dei secoli la coscienza ha conquistato uno squilibrato dominio della psiche ed è addirittura diventata un controllore di tutte le attività della mente imponendo leggi il più delle volte contro natura. Diceva giustamente Albert Einstein che “la mente intuitiva (l’Anima N.d.A.) è un dono sacro, la mente razionale (la coscienza N.d.A.) un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono”.

Compito di una vera psicoterapia, come approfondiremo più avanti, è riequilibrare il rapporto tra tutte le strutture della psiche così da permettere un migliore sviluppo delle nostre potenzialità.

L’Anima è sicuramente la struttura più importante della psiche. Dobbiamo allora imparare a conoscerla bene per scoprire che non si tratta di qualcosa di indefinibile da essere considerata magica da alcuni o inesistente da altri. Oggi è possibile raccontare la vera storia dell’Anima e tutti dovremmo assolutamente conoscerla, perché ci permetterà di raggiungere una corretta visione di noi e del mondo.

Lo studio dell’Anima ha da sempre affascinato l’essere umano, convinto di potere così dare un’immagine convincente all’infinito che da sempre ha avvertito istintivamente
dentro di sé. A questa parte che, in una maniera quasi magica, oltrepassa i confini della sua conoscenza empirica delle cose e dei fatti e si libra nell’infinito ha dato il nome di Anima.

La parola Anima origina dal termine greco anemos, che significa “vento”, “soffio vitale”. È quello che gli antichi sentivano quando cercavano di descrivere la loro esperienza con il “divino”, proprio una sorta di soffio vitale che alitava dentro i loro cuori ma che non apparteneva a loro, un vento che si diffondeva da una forza creatrice non manifesta.

Avendone intuito la presenza dentro di sé fino dalla sua comparsa sulla terra, ovunque nel mondo, dai popoli dell’Africa agli Eschimesi, dai Cinesi agli antichi Greci, dagli Indiani alla Roma antica, dall’Oceania alle Americhe, l’uomo si è sempre interessato dell’Anima.

Per alcuni è un soffio divino presente in ciascuno di noi e che sopravviverà dopo la morte. Per altri, che sostengono le varie teorie della reincarnazione, l’Anima è immortale e trasmigra di generazione in generazione in un nuovo corpo in attesa della liberazione dal ciclo delle rinascite. Per altri ancora è mortale e muore con l’uomo stesso. Per altri infine l’Anima è solo un’inutile invenzione delle religioni.

Pur rispettando le interpretazioni che nel tempo gli uomini hanno dato dell’Anima, proprio nella concretezza delle cellule del cervello colloco l’Anima, facendola diventare una realtà facilmente comprensibile.

Fabio Norcia

Estratto dal libro Psiche – Tutto ciò che dobbiamo conoscere della nostra mente per vivere liberi e felici – Le scoperte delle neuroscienze ci insegnano come diventare artefici del nostro destino 

 


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