Connessione emotiva


Conferenza di Sara Antonioli, autrice del libro Connessione emotivaIn pillole da dosare: leggere e ascoltare (Anima Edizioni), disponibile a questo link.

 

 

Sara Antonioli, laureata in Psicologia all’Università Bicocca di Milano, lavora come psicologa e formatrice in psicologia. Formata in canto moderno, è guidata dalla musica nell’espressione della sua autenticità. Connessione emotiva è un progetto portato avanti con Alessandro Scarpino, chitarrista e presidente dell’associazione Musica Cometé.

In pillole da dosare: leggere e ascoltare. È il sottotitolo di Connessioni emotive ed è anche la descrizione puntuale del progetto di Sara Antonioli, nato con l’idea di scrivere un libro e condensare i significati di ogni capitolo in pillole musicali, delle vere e proprie canzoni, da ascoltare una volta terminata una sezione.

L’intento è quello di andare ad attivare un doppio canale di comprensione – da una parte l’intelligenza più di tipo razionale, e dall’altra il sentire, meno legata alla logica – così la comprensione sarà a 360°. Le 7 canzoni sono state inserite al termine di ogni capitolo per essere dei piccoli amuleti musicali di cui il lettore/ascoltatore può fruire in ogni momento per poter riattivare al bisogno la connessione dentro di sé, semplicemente canticchiando il motivetto.

Cosa vuol dire “essere connessi emotivamente”? Significa potersi portare con sé interi, non lasciare indietro nessuna parte di noi, non dimenticarsi del sentire e farsi guidare soltanto dalla mente. Così facendo si corre il rischio di sentire le emozioni, agirle e poi evitarle, divenirne passivi e magare lasciare che esse prendano il sopravvento. Come evitare che questo succeda? Rimanendo in sintonia con tutte le parti del nostro essere, e un buon modo per rimanere sempre in connessione è il respiro.

A questa modalità è legata la prima pillola musicale, Ricordati di respirare. Protagonista di questa canzone è una donna, definita in psicologia “cuscinetto”, i cui figli sono ancora in età di accudimento e richiedono una certa attenzione ma al contempo i genitori cominciano a diventare anziani, quindi anche loro esprimono determinate richieste. E questa donna viene colta nello spaccato di una sua giornata, mentre è in una riunione e nel turbinio di tutti i suoi impegni, pensieri, cose da fare, a un certo punto va in blackout e l’unica cosa che la salva è ricordarsi di respirare.

Il libro affronta altre tematiche legate alla psicologia, quali l’amore, la consapevolezza, la comunicazione, le emozioni. Partendo dal presupposto che ognuno di noi nasce con una propria caratteristica, una propria personalità e il compito di manifestarla, l’autrice spiega come la cultura nella quale siamo immersi sin dalla nascita tenda invece a schiacciarci entro determinati confini. L’uomo è un piccolo calcolatore infallibile di quelli che sono segnali di approvazione e disapprovazione che il mondo intorno e le relazioni lo portano a limitare la sua spontaneità più libera, quella stessa caratteristica che si manifesta in un bambino molto piccolo, e a non riuscire così a realizzare davvero la sua parte più autentica.

Nel volume l’autrice si concentra anche sul tema caldo dello stare insieme: ai primi tempi della coppia, in cui tutto funziona, in cui tutto è bello e c’è una idealizzazione reciproca, segue però una fase in cui ci si accorge delle caratteristiche reali dell’altro e cominciano quindi a emergere discussioni e screzi. La coppia in questo momento potrebbe non reggere e l’autrice spiega come questa fase non debba essere vista in maniera negativa ma potrebbe anzi rappresentare una chance per lavorare sulle proprie ferite interiori. È come se si riportasse all’interno della coppia quel modo di stare con l’altro, un modo immagazzinato dentro di sé e che ha lasciato un segno, una ferita. In questa fase, quindi, il partner lascia il modo di lavorare su quella ferita: non bisogna quindi proiettare il proprio malcontento ma anzi accogliere la situazione e lavorare su se stessi.

L’ultima pillola musicale è Leila. Il riferimento a Star Wars è chiaro e infatti lo sfondo è quello delle stelle, della galassia e dell’universo. La canzone è stata scritta per prima ma è confluita nell’ultimo capitolo che è quello sulla consapevolezza. L’idea è proprio quella di rappresentare una bambina, che poi diventa una donna, che ama le stelle e adora guardarle con il suo cannocchiale. Nell’osservarle, però, la bambina si chiede che cosa ci sia oltre quello che lei stessa riesce a vedere con i suoi occhi: chi le sta intorno le ricorda di chiudere gli occhi e di non guardare le stelle, perché sono troppo lontane e quindi è bene che Leila pensi alle cose pragmatiche e concrete. Ma la bambina non ci sta, è una ribelle.

Così come anche noi abbiamo vissuto dei momenti di ribellione, allo stesso modo Leila ci riporta una verità: il potere dell’immaginazione, l’esercizio quotidiano dell’amore e l’intuito ci permettono di arrivare al vero bene, a ciò che ha davvero significato.


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