Il Bambino Interiore ha la capacità di essere felice

Il Bambino Interiore corrisponde alla nostra giocosità, alla capacità di divertirsi ed essere se stessi in modo spontaneo e naturale, senza sovrastrutture e schemi imparati. La nostra essenza, infatti, non ha bisogno di imparare alcunché: le risposte sono già tutte dentro di noi ed è proprio quel bambino che, se lasciato libero di esprimersi, sa perfettamente come essere felice. Ogni volta che ci permettiamo di giocare, di divertirci, di circondarci di bellezza e amorevolezza lasciando andare ciò che invece ci trattiene o abusa di noi, di esprimere la nostra creatività e i nostri talenti ed essere felici, quel bambino ci guida sempre più verso noi stessi… Un articolo tratto da Gesti Sacri di Stefania Cunsolo

Nonostante le parole per esprimere questi due aspetti siano simili, il Sé bambino e il Bambino Interiore sono due cose differenti.

Il Sé bambino corrisponde al nostro vissuto dell’infanzia, a quando abbiamo iniziato a relazionarci con il mondo e dunque a quando si sono formate quelle ferite che ancora oggi ci portiamo dietro da adulti. È quel bambino ferito che ci porta a reagire, in ogni relazione che abbiamo, come adulti inconsapevoli, ogni volta che qualcuno o qualcosa mette il dito su quelle ferite, facendoci da specchio.

Questo avviene ovviamente senza che le persone deliberatamente scelgano di farci soffrire apposta: non bisogna restare in una situazione sgradevole o circondarsi di persone che ci maltrattano, qualunque scusa accampino per continuare a drenare la nostra energia vitale.

Chi ci fa stare male (a volte persino con la scusa di aiutarci) non è da frequentare, è da perdonare: la vera guarigione si manifesta in ogni gesto di cura e amore verso se stessi e verso gli altri, non nel dolore. È una nostra scelta, non quella di qualcun altro. Il dolore ci serve solo per ricordarci chi siamo, per tornare integri all’Uno, ma siamo noi a poterlo fare, nessuno può forzare la mano con violenza arrecandoci quel dolore.

Le anime che ci sfidano lungo il cammino, non per loro scelta mentale ma proprio perché le abbiamo chiamate noi con la nostra consapevolezza, possiamo ringraziarle proprio perché ci permettono di guardarci dentro ed evolvere. Di solito reagiamo alle sfide con le nostre emozioni, senza davvero renderci conto di cosa stia accadendo, perdendoci in quell’innesco che ci porta a stare male ancora e ancora, nello stesso modo. Tendiamo infatti a ripetere gli stessi schemi proprio per riprodurre quelle ferite in modo da offrire a noi stessi la possibilità, ogni volta, di guarirle. Non ci riusciamo, purtroppo, finché non facciamo appello a quell’osservatore interno che si chiama consapevolezza.

Il Bambino Interiore è tutta un’altra storia: non conosce dolore; corrisponde alla nostra giocosità, alla capacità di divertirsi ed essere se stessi in modo spontaneo e naturale, senza sovrastrutture e schemi imparati. La nostra essenza, infatti, non ha bisogno di imparare alcunché: le risposte sono già tutte dentro di noi ed è proprio quel bambino che, se lasciato libero di esprimersi, sa perfettamente come essere felice. Ogni volta che ci permettiamo di giocare, di divertirci, di circondarci di bellezza e amorevolezza lasciando andare ciò che invece ci trattiene o abusa di noi, di esprimere la nostra creatività e i nostri talenti ed essere felici, quel bambino ci guida sempre più verso noi stessi.

Tutti noi, nessuno escluso, abbiamo questa giocosità, questa capacità di essere felice. Ovviamente, a ciascuno il proprio canale preferenziale di espressione: ecco allora che, per lasciare libero il Bambino Interiore ed essere felici, basta trovare quel canale.

Cosa ti fa sentire felice? Cosa ti fa davvero divertire?
Cosa è per te puramente fonte di gioia, senza alcuna controindicazione?

Per qualcuno sarà scrivere, per altri dipingere, oppure suonare uno strumento, o ancora praticare uno sport, giocare con i propri figli, stare in compagnia di un animale, cucinare… Fino ad arrivare – ma senza limitarsi a questo come obiettivo finale – a vivere il proprio progetto dell’anima, abbracciando un’attività che corrisponde alla propria essenza: tutto ciò che si porta nel mondo e corrisponde all’espressione di quel bambino interiore è solitamente un successo e una forma di auto-realizzazione personale.

Dove per “successo” e “realizzazione” non si intende “approvazione” da parte degli altri o ricchezza economica: la prosperità è nell’apertura del cuore e la soddisfazione personale è ciò che in inglese si tradurrebbe come self-contentment, con un senso più ampio rispetto alla gratificazione relativa e temporanea.

Secondo la legge di attrazione, una delle leggi dell’energia universale, tutto quello che proietti torna indietro: nel mondo tridimensionale, quel flusso di prosperità dell’anima implica altrettanta ricchezza materiale, poiché lo stesso denaro è energia. Così come pensieri felici attirano felicità e stare invece nelle emozioni a bassa vibrazione ci fa piombare a maggior ragione nella negatività. Ecco perché bisogna fare molta attenzione anche all’ambiente in cui viviamo e da chi e cosa scegliamo di circondarci.

Ecco dunque la prima domanda da cui partire: sei felice? Riformulando, per verificare che tu sia onesto con te stesso: sei davvero felice? Ovvero: in ogni momento della tua giornata, a ogni respiro, ti senti grato e non trovi nulla di cui lamentarti? Sei in grado di osservare le tue emozioni e tutta la gamma di “disarmonie” che sono normali per noi esseri umani (rabbia, tristezza, rancore, frustrazione, noia, paura per sé o i propri cari, insicurezza, sfiducia…) accettandole senza che prendano il sopravvento? Riesci a sentire cosa è bene per te, attraverso la tua intuizione, oppure ti perdi nei pensieri della mente ricercando soluzioni a problemi?

Ecco, queste sono alcune domande di partenza che corrispondono a un’auto-verifica della propria felicità.

Se anche soltanto ad una di quelle domande hai risposto in modo da farti venire il dubbio, c’è del lavoro su te stesso che puoi fare per scoprire che la felicità è già lì dentro di te e che va bene anche il dolore, poiché questo porta messaggi interessanti ascoltando i quali si può guarire ed essere felici. Perché la felicità non è uno stato temporaneo di perfezione in cui non si presenta alcuna sfida, bensì una nuova visione onnicomprensiva che parte da dentro.

Stefania Cunsolo

Estratto dal libro Gesti Sacri – Lo yoga di Gesù Cristo e Maria Maddalena: 9 mudra per l’ascensione spirituale 

 


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