Il lungo viaggio verso nord. Riflessione sui cicli di Saturno

Riflessione sulla cosmologia astrologica e sui cicli di Saturno, in occasione dell’entrata del pianeta nel segno dei Pesci, a cura di Elisabeth Mantovani

 

Scrivo questo articolo in un momento della storia nel quale l’astrologia ha perduto ogni valenza di tipo tradizionale, sapienziale e filosofico. Conosciuta dalle masse come un banale e semplicistico gioco nel quale gli astri dovrebbero essere i responsabili delle disgrazie e delle fortune degli uomini. Mai si era visto un uso più spicciolo e insignificante di una materia così ricca ed antica. Non ci sorprende tuttavia che secoli di studi filosofici e tradizionali vengano ridotti a banali e assolutamente inefficaci nozioni per un pubblico drogato dall’uso smodato della rete, dei dispositivi mobili e incapace di vedere la vita oltre la proprio naso.

L’astrologia, infatti, può fornire effettivamente degli strumenti per conoscere se stessi e il proprio destino ma soltanto se prima si abbraccia, si studia e si comprende profondamente la cosmologia astrologica e il significato della logica del suo linguaggio. Una lingua antica, sincretica e fatta di segni che tuttavia non è quella dello “stregone” che vaticina sui fondi del caffè o sulle gocce dell’olio, ma ha una sua complessa grammatica, una filosofia di tipo tradizionale che proprio per questo si è potuta trasmettere attraverso i millenni. Si può parlare dunque di alfabetizzazione astrologica e di disfunzionalità nell’uso di un linguaggio che non si comprende oppure non si è studiato abbastanza.

Sui social, veri calderoni del caos e fiere della banalità consumata, abbiamo letto del passaggio di Saturno dei Pesci il 7 marzo, e che per questo “finirà la sfortuna per i segni fissi” (Toro, Leone, Scorpione e Acquario); che “inizieranno i patimenti per quelli mutevoli” (Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci) e altre idiozie del genere.

Voglio assicurare chi mi legge che tutto ciò non è assolutamente vero. L’astrologia non funziona in questo modo semplicistico e credere ad assiomi di questo tipo è cosa non troppo intelligente. Non è nelle intenzioni di questo articolo spiegare il perché l’astrologia trattata in modo nozionistico non può funzionare e sia mera superstizione, ma possiamo invece soffermarci sulla questione di Saturno.

La simbologia astrologica del pianeta deriva dall’osservazione dei suoi moti e della posizione nella quale esso si trova nel sistema solare. Saturno, nell’arco della vita umana, compie al massimo tre rivoluzioni intorno al Sole ritornando nel punto nel quale si trovava ad una determinata nascita ogni 29 anni circa. Esso, dunque, marca le tre età nelle quali l’uomo dovrebbe avere una personalità completamente sviluppata (29-30 anni); il tempo nel quale questa si esprime attraverso i ruoli e le responsabilità sociali e professionali (tra 29 e 58 anni); il tempo del ritiro, della maturazione filosofica e della saggezza (dai 58 anni in poi).

L’incontro con Saturno nei transiti è in definitiva un incontro con i propri limiti e con il proprio vissuto.

Nessun pianeta e nessun corpo celeste infatti ci costringe oppure ci condanna a qualcosa, bensì il cielo, con i moti regolari dei pianeti e delle stelle, i loro ciclici ritorni, ci aiuta a comprendere i tempi che stiamo vivendo, ci indica i tempi propizi. L’astrologia, dunque, dovrebbe essere un esercizio non di coercizione e di ansia verso il futuro, bensì di conoscenza e di acquisizione della consapevolezza di ciò che accade e del modo migliore per affrontare le sfide e cogliere le opportunità.

Negli ultimi anni Saturno in Acquario ha segnato tappe decisive per l’umanità e, singolarmente, per coloro il cui Sole, oppure punti astronomici o pianeti rilevanti, alla nascita, si trovano nei primi gradi dell’Acquario e del Leone, le zone dell’eclittica che il Sole, visto dalla Terra, attraversa tra il 19 gennaio e il 24 febbraio e tra il 23 e il 28 luglio.

Saturno in Acquario, l’undicesimo segno che rappresenta l’umanità intera, ha formato in questi anni congiunzioni e aspetti dinamici con altri pianeti, tuttavia questi aspetti non sono stati sufficienti per aver determinato la situazione di degrado, di malattia, di morte e di fame che sta attraversando tutta la Terra e alla quale stiamo assistendo: le decisioni degli uomini in tempi difficili sono state determinanti.

Non basta nemmeno la posizione di Saturno in opposizione oppure in quadratura a determinare la malattia, la morte o il degrado di una persona. Analizzando la situazione di un singolo rispetto alle disgrazie della vita possiamo sempre verificare con successo come queste siano l’espressione della combinazione di più fattori nei quali si incrociano più aspetti planetari (transiti, progressioni, ritorni, per chi conosce la materia), scelte passate e atteggiamenti individuali.

Non è dunque assolutamente possibile che la felicità oppure la disgrazia dipendano dal non avere oppure dall’avere “Saturno contro”: domani, quando Saturno sarà passato in un’altra porzione dell’eclittica, un altro “segno zodiacale”, i problemi rimarranno e magari, se non si è colta l’occasione per risolverli in questi anni, alla prima tensione o dissonanza saranno decisamente più difficili da affrontare.

I moti di Saturno, in congiunzione, quadratura, opposizione, sono, infatti dei piccoli o grandi incontri con la morte e ci dovrebbero insegnare il vero succo della vita che altro non è che una preparazione più o meno lunga a questo momento ultimo.

La domanda che Saturno, infine, ci pone è “siamo pronti a morire?”

Se non lo siamo perché siamo ancora giovani e non è venuto il nostro tempo, perché ancora non ci siamo realizzati pienamente in questa vita oppure perché ancora il nostro seme non è pronto per essere rilasciato, dobbiamo rispondere di NO e farci trovare pronti, vivi, vegeti, responsabili e sapienti, perché la vita richiede questo. Per morire, basta lasciarsi andare, essere inermi e demandare ogni responsabilità al passaggio di un pianeta o di una stella. In questo caso il senso del limite e della limitatezza potrà prendere certamente il sopravvento.

La lezione più importante che i transiti di Saturno possono insegnarci è vincere la paura che è la vera morte ed affrontare con coraggio e responsabilità la vita, guardando in faccia agli errori, ai limiti e alle scelte sbagliate, perché finché siamo vivi possiamo ancora farlo.

Finché saremo vivi la morte non ci potrà cogliere.

Questa è la straordinaria lezione di Saturno che dai qabbalisti e dai neoplatonici era chiamato “il ponte per le stelle” ovvero il passaggio verso la vita celeste, l’immortalità.
Saturno con le sue rivoluzioni marca il passaggio del tempo e misura l’identificazione dell’io con la materia: le esperienze saturnine possono farci sentire maggiormente l’imprigionamento nei limiti corporei, il graduale indebolimento del corpo fisico: artriti e dolori reumatici, ad esempio, sono malesseri associati alle ossa e dunque a Saturno.

Uno dei ruoli principali accordati a questo pianeta è proprio la sconfitta della paura: per dimostrare di essere ancora vivi si deve sviluppare il coraggio, tirare fuori la forza spirituale che scioglie la paura e, con essa, le limitazioni e la cristallizzazione del corpo ritrovando serenità e pace. Questo coraggio e questa forza in astrologia sono rappresentati dal Sole: durante un lungo inverno oppure durante la notte, il Sole non è visibile eppure sta continuando la sua corsa dall’altra parte del globo. Trovare il coraggio e la forza per connettersi a questo Sole invisibile, interiore e invincibile significa trovare la propria identità spirituale al di là di ogni limite materiale che la contiene e la struttura. Infine, essere autenticamente liberi e liberati.

Finché la morte vi coglierà vivi, non vi toccherà.

Elisabeth Mantovani

 

Potete contattare Elisabeth Mantovani scrivendo a: info@elisabethmantovani.com

Sito web: www.elisabethmantovani.com

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