Zen e Costellazioni familiari

 

Conferenza di Gian Luca Misturini, autore del libro Zen e Costellazioni familiari – Un viaggio politicamente scorretto per evadere dalla libertà (Anima Edizioni), disponibile a questo link.

 

Gian Luca Misturini all’età di 30 anni ha incontrato un maestro zen e per circa un decennio ha vissuto nella doppia veste di imprenditore/semi-monaco. Dopo aver condotto l’azienda di famiglia per quasi 20 anni, cambia vita per dedicarsi unicamente alla ricerca interiore. In questo periodo incontra le Costellazioni familiari che, come lo zen, gli cambieranno la vita radicalmente. Successivamente si diploma alla scuola Hellinger (il fondatore del metodo) e attualmente tiene, con la moglie Francesca, seminari di crescita personale improntati su quell’insegnamento. Ha pubblicato anche diversi libri di poesia.

Questo libro nasce da una domanda iniziale: come mai, in tutti questi decenni di avanzamento tecnologico, progresso e conquista di diritti, siamo riusciti a possedere l’energia atomica e acquisire comfort di ogni tipo, ma non abbiamo aumentato la nostra gioia di vivere?

Il libro ripercorre il percorso spirituale dell’autore alla scoperta dello zen e delle Costellazioni familiari, due filosofie di vita che portano al risanamento di lacerazioni interiori sovvertendo radicalmente convinzioni opprimenti delle quali, spesso, nemmeno ci rendiamo conto.

Lo zen è una branca del buddhismo, mentre le Costellazioni familiari sono una metodologia d’aiuto dell’animo umano teorizzata qualche decennio fa da Bert Hellinger, psicologo e studioso di pedagogia. Si tratta di un approccio filosofico e terapeutico che vede nello scioglimento di tormentose dinamiche famigliari passate, che abbiamo assorbito e fatto nostre, la soluzione per vivere il presente con armonia e serenità.

Il termine “irretimento” fa riferimento al “cadere nella rete” e indica quella situazione in cui ci si sente in trappola, costretti a ripetere degli schemi seguendo un copione ben preciso, appartenuto a un nostro avo. Gli irretimenti sono legature d’animo che hanno un effetto pesante e negativo sulla nostra vita.

Eppure, anche se si cerca di mitigare questi disagi con più ricchezza o più comfort, essi non spariscono. Conviene dunque cambiare il nostro punto di vista: i fastidi che proviamo non sono la fonte originaria del malessere, bensì una sua manifestazione, e sono lì per aiutarci a liberarci dall’angoscia.

Il zen ci insegna che il più bel fiore di loto trae il suo nutrimento dalla melma più maleodorante. Questa è una metafora per dire che dai disagi più nefasti possiamo ricavare le fortune più belle.

Lo zen si concentra molto sulla meditazione, e quando si medita si è immobili e in silenzio. In questo frangente possono emergere emozioni e sensazioni fisiche di varia natura, alcune infastidenti, come rabbia, irrequietezza o eccesso di sonnolenza; tuttavia poi si passerà a uno stato di calma, beatitudine e concentrazione.

Eppure noi non ci siamo mossi e da fuori non abbiamo compiuto alcuna azione: siamo semplicemente stati seduti, sicché non è stato nulla di quel che abbiamo visto ad averci fatto cambiare stato d’animo. Ciononostante, dentro di noi emergono sensazioni gradevoli e sensazioni sgradevoli, di cui non avevamo consapevolezza, poiché erano assopite nel profondo.

Grazie alla meditazione, riusciamo a riesumare alla luce quel che ci portiamo dentro. Lo zen, infatti, ci aiuta a ricucire la frattura fra l’esterno e l’interno.

Spesso additiamo come meritevole qualcosa di esterno, dicendo “Oh, che fortuna!” oppure “Ah, che sfortuna!” perché è accaduto questo o quell’altro fatto, piacevole o spiacevole che sia. Dovremmo fermarci e riflettere: quest’avvenimento fortunato lo devo al fatto che è accaduto qualcosa all’infuori di me, all’esterno, e quindi ne ho tratto giovamento, oppure significa che quella cosa gradevole già ce l’avevo dentro e aspettava solo di manifestarsi in qualche modo?

Un’altra manifestazione delle nostre fratture interiori è la spaccatura fra passato e presente. Spesso ci focalizziamo unicamente sul presente, lasciandoci tutto alle spalle. L’approccio delle Costellazioni familiari, invece, ci mostra come gli avvenimenti del passato influiscano pesantemente su ciò che ci accade. Il passato agisce sul nostro modo di vedere la vita e di reagire di fronte alle dinamiche esterne, con ripercussioni sulla nostra sfera affettiva.

Le Costellazioni familiari riportano alla luce tutti gli accadimenti del passato. Con “passato” non si intende ciò che ci è successo dalla nostra nascita fino ad adesso, ma la storia della vita dei nostri avi. Ripercorrendo pian piano il nostro albero genealogico, infatti, scopriremo che ci sono delle dinamiche che si ripetono, dei cerchi che non sono stati spezzati, elementi di dolore, rabbia e non-consapevolezza che sono stati tramandati di genitori in figlio.

Il nostro compito è quello di onorare il passato, accoglierlo con amore e comprensione, riappacificandoci con i demoni interiori che ci tormentano da generazioni.

 


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