Il rifiuto – a partire da quello che possiamo aver sperimentato nel grembo materno – è uno degli argomenti che ho trattato all’interno del mio libro La Vita Dentro. Attraverso questo articolo desidero portare la tua attenzione su quanto sia utile e funzionale sviluppare “un atteggiamento amorevole e allo stesso tempo curioso” lavorando sulle parti della nostra personalità che non ci piacciono.
Il passo che ha per sottotitolo Lavoro pratico e introspettivo sul rifiuto, riporta le seguenti parole:
«Ti propongo ora un lavoro introspettivo per iniziare a lavorare sulla dinamica del rifiuto. Comincia a stilare una lista che contenga quegli aspetti del tuo carattere che non ti piacciono, quelli che proprio non vorresti che fossero tuoi. Mettiamo il caso che tu scriva: non porto mai a termine le cose, continuo a pensare alle cose senza mai fare quel passo, ho sempre paura di dire ciò che penso, accetto sempre i compromessi. Bene, ora prendi questi aspetti e inizia a dire a ognuno di essi, ponendo entrambe le mani sull’utero, che tutti loro sono una parte di te e che non sono sbagliati come del resto sbagliata non lo sei tu… (continua)»
Ho scelto questo passo perché la prima cosa che voglio trasmetterti è che, nel momento in cui osservi un meccanismo della tua personalità e lo giudichi come qualcosa di sbagliato, che ti fa male, che non dovrebbe accadere, “automaticamente questo aspetto raddoppia la sua forza” e ti dà più difficoltà, più tensione, più tristezza o rabbia. Un atteggiamento invece molto più funzionale di quello giudicante è quello dell’amorevolezza.
Essere amorevoli con se stessi significa imparare ad osservare quelle parti della nostra personalità che sono in difficoltà – perché hanno paura, si sentono inconcludenti e inferiori agli altri – con la dolcezza di sguardo che una madre amorevole rivolgerebbe al suo bambino, quando quest’ultimo, davanti a una piccola cosa, freme e si agita perché spaventato. Quello che serve al piccolo non è la predica, non sono le comprensioni razionali né tanto meno il giudizio, ma semplicemente la rassicurazione della sua mamma, il suo amore.
Comincia a trattarti con amore, con quella rassicurazione che giunge da un essere più grande di te – “la tua parte saggia, la tua madre interiore, il tuo spirito, la tua vera essenza”, chiamala come meglio credi – che infondo è ciò che sei. Questa parte più grande di te, non giudica ciò che tu, con la tua personalità, vorresti cambiare. Al contrario, la osserva e la guarda con affetto, perché sa che anche gli aspetti più difficili per te da sostenere (paure profonde, marcato senso di inadeguatezza, ecc.) in fondo non sono un errore che puoi attribuire a te o ad altri, ma più semplicemente atteggiamenti o caratteristiche che si sono venute a creare in questo viaggio esperienziale che noi chiamiamo vita.
Le suddette caratteristiche pertanto non sono qualcosa da dover annullare o riparare come una macchina guasta. Piuttosto sono “materiale” a tua disposizione che puoi iniziare ad osservare, studiare e comprendere per poi nel tempo portare a trasformazione.
E da qui arriviamo al secondo degli elementi che rende il tuo atteggiamento verso ciò che di te non ti piace un atteggiamento funzionale: la curiosità. Questa dovrebbe essere la qualità della frequenza con cui osservi quelle parti di te che non ti piacciono.
Mettiamo caso che tu ti veda estremamente pauroso in tutto. Pensi forse che il giudizio che consapevolmente o inconsapevolmente muovi verso la parte paurosa della tua personalità, aiuti quest’ultima a mollare l’eccesso di paura che si porta addosso? Non converrebbe invece muoverti verso questa parte con amore e curiosità? Potrai ad esempio osservare che ti spaventi quando percepisci che gli altri ti chiedono di fare cose verso le quali tu non ti senti all’altezza. Una buona domanda da porti a questo punto potrebbe essere la seguente: “Quale parte di me percepisce questa paura?” Ovvero, chi vede la vita come una sfilza di richieste a cui non sappiamo dare risposta perché ci sentiamo non adeguati?
Potresti scoprire a questo punto due cose: la prima è che questa parte di te che ha paura è una parte del bambino che sei stato e che si è ritrovato, per esempio, a non poter essere accompagnato nei momenti di tensione interiore con quell’iniezione di sana fiducia da parte del suo contesto più prossimo. Ti trovi per tanto dinanzi ad un bambino che vive al tuo interno e che ha bisogno che tu comprenda che è portatore di uno stato d’animo spaventato e che quella sua parte paurosa ha bisogno delle tue rassicurazioni.
La seconda cosa che potresti scoprire è che quel bambino in realtà non è solo perché tu non sei soltanto quel bambino spaventato ma anche tutte le altri parti della tua personalità che possiedono già qualità che possono venire incontro al bambino in termini di aiuti e alleati a lui preziosi. Sii curioso nell’andare a cercare quali parti di te sono le sue ancore. Ripercorri la tua vita accompagnato da mani e cuori esperti e guardati: guarda quando hai fatto vivere la tua parte coraggiosa per esempio, quando hai superato determinate sfide che la vita ha posto sul tuo cammino. Con curiosità procedi verso questo studio di te e della tua personalità affinché tu possa vedere come stanno realmente le cose.
Di paura, di amore, di rifiuto e di tanto altro ti parlo nel mio libro La vita dentro – Il viaggio interiore in gravidanza, un’opera dedicata al lavoro interiore: un testo che vuole aiutare la donna in dolce attesa a cominciare a fare pulizie dentro di sé prima di accogliere tra le braccia la creatura in arrivo.
Questo è anche un testo scritto per tutte le persone desiderose di avere tra le mani del materiale che le accompagni a guardare dentro di sé sapendo che tutto ciò che facciamo per amor nostro, oltre che ad essere il dono più grande che possiamo farci, riverbera poi tutto intorno a noi e va in aiuto e sostegno ai nostri cari.
Wilma Riolo
Autrice del libro La vita dentro – Il viaggio interiore in gravidanza
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