Che cos’è il talento?

Ciascuno di noi può sviluppare dei talenti, ma occorre un mix di fattori come l’allenamento e il terreno giusto. Per la scienza, inoltre, non è l’età a essere determinante quanto piuttosto l’essere pronti a imparare cose nuove senza paura di sbagliare. Cosa che i bambini sanno fare molto bene!


Che cos’è il talento? Cosa serve per eccellere in un ambito e, soprattutto, come si può capire quale è il settore dove potremmo riuscire a dare il meglio di noi? … Il talento è innato e spunta in tenera età? Eccetto rari casi, la risposta è no, come spiega punto per punto al Guardian un ricercatore di Cambridge e Yale che da piccolo ha frequentato scuole per bambini con difficoltà nell’apprendimento. La prima cosa che ci insegna la ricerca scientifica su questo tema è che, piuttosto, il talento ha molto a che fare con la pratica.

Quanto è importante l’allenamento

Come mostra un ampio studio di psicologia cognitiva, una performance d’eccellenza si raggiunge in 10 anni di pratica: basta mantenere una costante determinazione a migliorarsi, tenere sempre ben presenti gli errori del passato e avere certamente a disposizione un ottimo maestro, che sia in grado di individuare e spingerci oltre i nostri limiti. Vale per la medicina, la letteratura, la musica, le arti, la matematica la fisica e lo sport.

Ma certamente allenarsi non è sufficiente. Cosa aumenta lamotivazione? Perché alcuni apprendono e ottengono risultati migliori in tempi più brevi? Un altro recente studio affronta la questione: l’allenamento determina il 30% del successo in arti come gli scacchi e la musica, ma per il resto è difficile sapere cosa intervenga. Anche il limite di 10 anni è una media e non vale per tutti.

L’ambiente determina la genetica

Quindi, tecnicamente, si usa il termine “talento” per indicare l’insondabile. La scienza lo definisce come quell’insieme di caratteristiche personali che accelerano l’acquisizione di una capacità, o che migliorano i risultati dell’allenamento. Ma queste caratteristiche possono variare immensamente: e sarà proprio il giusto mix a dar vita a speciali capacità. E il punto è: talentuosi si nasce?

No. Come noto da una delle più importanti scoperte degli ultimi anni,l’ambiente in cui cresciamo non solo influenza il nostro destino, ma influenza direttamente la nostra genetica, risvegliando geni “addormentati”. Allo stesso tempo, dato che durante l’infanzia e l’adolescenza le diverse caratteristiche – l’abilità di lettura come la crescita di statura – non sono armoniche ma procedono a balzi, è possibile non notare una particolare abilità fino all’età adulta. Ed è proprio il raggiungimento di questa armonia a fornire le condizioni giuste per l’emergere del talento. I cosiddetti “effetti multipli” sono stati inseriti in un modello che mescola abilità e caso per mostrare che un minuscolo dettaglio può fare la differenza nello sviluppo di un individuo. Poi ci sono le nostre decisioni, in parte influenzate anch’esse dai geni, che ci spingono verso alcune discipline piuttosto che altre.

Da un talento all’altro, come Leonardo

Ai geni del nostro Dna serve tempo per sincronizzarsi l’uno con l’altro e con l’ambiente, e un talento può modificarsi in un altro, nel momento in cui l’ambiente esterno fornisce gli elementi per il risveglio di geni fino a quel momento silenti. Nulla impedisce quindi – se non l’opinione comune – che un artista diventi uno scienziato, o viceversa.

Prodogi a parte…

Certamente ci sono persone che da bambine mostrano innate e incontrovertibili tendenze e capacità prima dei 10 anni di età. Sono prodigi che la scienza spiega come una fortunata coincidenza di fattori. Un ambiente famigliare stimolante nello stesso ambito in cui il bambino mostra capacità; una società che ammetta quel genere di talento in base all’etnia o al genere; un carattere incline allo sforzo e alla determinazione; buone possibilità socio-economiche. Ma questi casi sono una rarità. Per tutti gli altri, l’unica soluzione per scoprire qual è la propria innata propensione e in quale campo possiamo dare il meglio di noi e essere incoraggiati e incoraggiarci a prendere confidenza con il maggior numero possibile di arti, ambiti e discipline. A prescindere dall’età, è fondamentale mantenere la “porta aperta”, essere pronti a imparare cose nuove.

Un’altra recente e molto importante conclusione della scienza è che non è vero – come si crede – che solo da bambini si impara bene e velocemente (una lingua nuova, ad esempio). Ma che anzi, questa capacità appartiene agli adulti. Il loro unico ostacolo per avventurarsi sempre in nuove sfide e imparare a capire quale sia il loro – attuale – campo d’elezione è la paura di sbagliare. Al contrario dei bambini, che accettano senza problemi di ripetere un errore o di imparare per gradi, gli adulti sono mediamente molto meno inclini alla modestia.

Articolo di Michela Dell’Amico per life.wired.it.

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