Il linguaggo e il modo in cui lo usiamo nelle relazioni è uno degli indicatori del nostro equilibrio…
Esiste una possibilità di valutare il proprio stato di benessere, il proprio equilibrio, attraverso il linguaggio coerente nella relazione affettiva. I problemi legati all’incapacità di comunicare (Logos) sono segnalati dai maggiori studiosi di neuroscienze come elemento catalizzatore dei disturbi dell’umore e della personalità.
Si può valutare il narcisismo insito nella cultura e la sua interazione con l’ambiente sempre più alienante, che porta dritto verso un’impotenza emotiva e un’incapacità di valutazioni affettive.
Ecco quattro esempi classici di comunicazione, dei quali solo il primo è positivo:
– Si può accettare di comunicare con l’altro.
– Si può rifiutare apertamente il dialogo.
– Ci si può rifugiare dietro a un sintomo: mal di gola, mal di testa, ubriachezza.
– Si può squalificare la propria o altrui comunicazione contraddicendosi o contraddicendo, distraendosi, saltando di palo in frasca, essendo evasivi, fraintendendo e così via.
Trasferendo questa valutazione nella vita di coppia, avremo:
– La possibilità per un buon adattamento reciproco.
– Un comportamento litigioso.
– La nevrosi.
– Una vera e propria “malattia mentale”.
Cito una frase di Geymonat: “L’Amore ricambiato è l’esperienza essenziale tra due individui che riescono a sentire e a vibrare insieme, creando un’unità più alta che li supera senza distruggerli”.
Esiste una metodologia, da me brevettata, di nome Makos che, attraverso sei punti di valutazione, permette a ognuno di valutare il proprio stato di benessere e di equilibrio. Si presume di avere una disponibilità e una conoscenza di se stessi sufficiente per poter dare risposte veritiere. Inoltre può essere di aiuto per rivalutare la propria identità e migliorare la qualità delle relazioni.
Ecco i sei punti attraverso i quali si possono elevare le qualità personali e raggiungere un nuovo livello di Bene-Essere:
1. Relazione con il cibo
Lo squilibrio alimentare è uno dei primi segnali del disagio e dei disturbi emotivi percepiti dal soggetto e spesso incompresi, sia da chi li soffre sia da chi li cura. Tramite questa prima chiave si può valutare lo stato dell’equilibrio del soggetto già nell’infanzia. Tale stato può essere compromesso per le modalità del rapporto affettivo con i genitori e rimasto irrisolto fino all’età matura, come sistema di controllo sulle emozioni.
Il cambio di peso è un sintomo di stress e disagio. Indica un conflitto e richieste incomprese e inappagate.
2. Relazione con il sonno e i sogni (l’inconscio)
Già prima di Freud i sogni erano, nella cultura popolare, un grande elemento di valutazione degli stati emotivi. Dai sogni dipende la qualità del sonno, e tramite questi due elementi è possibile scoprire la parte rimossa dell’inconscio. Il sogno dice molto su ciò che la parte inconscia indica per trovare delle soluzioni. Freud diceva “il sogno realizza il desiderio”.
3. Relazione affettiva e sessuale
L’affettività è alla base di ogni equilibrio relazionale: familiare, lavorativo e sentimentale. È dunque la capacità di sentirsi a proprio agio nell’ambiente e di saper accettare il principio di realtà, il che è una forma di maturità: l’inizio e il confine posto dall’altro non deve essere superato in quanto segna i diversi spazi d’azione per ogni soggetto. Diversamente diventa un desiderio di onnipotenza o di manipolazione dell’altro.
L’Amore è uno dei territori che impone l’accettazione del principio di realtà, perché non si può imporre a nessuno. Dire: “Ti amo” richiede la reciprocità, cioè la partecipazione dell’altro.
4. Logos, comunicazione verbale e analogica
Da studi ampiamente documentati di neurolinguistica e PNL appare chiaro che una buona relazione ha come base l’intesa, che significa la capacità di poter interpretare molteplici segni provenienti da diversi linguaggi. Mentre l’incomprensione, il non saper “leggere” i segni “tra le righe” o il non saper esprimere le emozioni spesso sono all’origine di malattie del sistema nervoso che, oltre la depressione, possono arrivare fino alla schizofrenia.
5. Realizzazione del Sé
È un elemento aggiunto di valutazione riguardo l’equilibrio della persona. Poiché le ultime ricerche rendono noto che esiste la potenzialità, data dal carattere di ciascun individuo, di portare all’esterno qualcosa di molto intimo come la propria identità, è necessario stimolare affinché si arrivi a una consapevolezza di questi processi che diventano una guida autoreferenziale.
6. La cre-attività
È una componente fondamentale da considerarsi come possibilità di rinnovamento per ogni tappa vitale, in quanto sviluppa l’empatia, e aiuta a essere un soggetto autoreferenziale che riconosce di essere capace di realizzare qualche cosa che rende chiaro il proprio talento. Allo stesso tempo è utile e può essere utilizzata come unità di misura minima nelle relazioni affettive.
Nada Starcevic.
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