L’affettività e l’amore sono chiavi fondamentali per accedere al mondo dell’eros.
Non si può parlare di benessere, di libertà, di autostima, se non si chiariscono alcuni punti essenziali di ciò che viene genericamente definito: amore. L’amore, inteso come rapporto intersessuale, merita questa definizione solo quando diventa elettivo e selettivo, ed è accompagnato da affetto. L’amore porta ad un legame con l’universale solo se adempie a questa prima regola, che lega normalmente, nell’anima e nel corpo, sé stesso e qualcun altro.
Solo questo diventa un confronto dal quale si esce arricchiti e si inizia a fare il viaggio metafisico, dove si oltrepassano le barriere poste sulla pelle degli amanti per entrare nel vortice di sentimento che trascendono; singoli individui non portano ad una relazione più profonda con il mondo. A persone che vengono da me per il counseling filosofico, dico una frase, che amo molto: ‘potete sentire e, per molto tempo, riuscire ad imbrogliare la vostre parte umana dandole cibo avariato; se la felicità non vi raggiunge non è perchè non ci siete riusciti ma perché è impossibile ingannare la propria parte divina.’
Si può, per esempio, voler fare del sesso e riuscirci, ma se in questa scelta non entra anche l’anima, vi alzerete dall’alcova con una soddisfazione di breve durata… Sempre che vi sia andata bene e che le prestazioni, almeno quelle fisiche, non siano venute meno, cosa che in questi casi accade spesso. Potremo, per esempio, legare due termini: niente appagamento della parte divina – depressione, poca autostima, poca energia vitale e molta confusione. In questo senso, non fare l’amore con l’anima vuol dire perdere la via che conduce verso la propria legenda. Infatti la depressione è sostanzialmente un conflitto tra le richieste emotive ed istintuali con la parte cosciente, logica. L’intero ecosistema soggettivo entra in conflitto se, per esempio, la parte razionale non riconosce le richieste affettive e, perciò, non produce sufficienti azioni per soddisfare le esigenze intime.
Se parliamo dell’amore che porta all’estasi, dove il desiderio sessuale non viene considerato solo uno sfogo biologico, bensì un rapporto con l’altro, mette la sua specificità in moto forze a me poco note e poco controllabili. E solo quando l’amore, la sessualità, si concepiscono come una profonda dialettica di interazione allora, finalmente, aiutati dai nuovi concetti di fisica quantistica e non più da quelli meccanicisti, possiamo dire: la nostra materia a livello subatomico non esiste in un modo e in un luogo definiti, bensì va considerata la sua ‘tendenza a verificarsi’ e la sua modalità dipende da chi e con chi interagisce. Forse anche la nostra materia, quando è messa in relazione con qualcuno, si trasforma in un nucleo o in un elettrone che gira intorno a sé stesso, ma in un’altra relazione diventano onde di luce e viaggiano nello spazio.
In definitiva la materia, nella nuova concezione fisica, appare non più come un dato oggettivo, ma come un rapporto di implicazioni. Ma le cose si complicano quando nell’uomo si aggiungono fattori di interazione psicologica e biologica; il fatto è che non esiste nessuna possibile valutazione se non tramite sé stessi. Ed è a questo punto che riconoscersi ed accettarsi diventa un imperativo categorico senza il quale il dubbio del tradimento e la sofferenza diventano la base della relazione con l’altro.
L’amore è una cosa seria; troppo seria per non tentare di smorzare le parti emotive con qualche battuta di spirito. Più la battuta è riuscita e più fa ridere! Un paziente mi racconta: “Vede, mia moglie non è molto portata per il sesso, mentre io sono uno insaziabile”. Se non vi ho fatto almeno sorridere, allora lo racconto come l’ho visto io. Lui dice, in sostanza, che è un uomo dotato di grandi appetiti e forse anche di… grandi mezzi, ma, ahimè, la sua donna spesso dice di no, a volte ha mal di testa, altre volte è stanca ecc. Chiedo ad entrambi di darmi una valutazione qualitativa dei loro rapporti sessuali. La moglie arriva, con un pò di fatica al 25% del valore della scala di piacere del marito. Allora, io mi chiedo, questa differenza, questo chiaro deficit, chi lo paga? Lui è convinto che il suo prestito in banca sia inesauribile, ogni volta torna anche se è già in rosso da un bel po’, anche se la banca sa che lui non è più in grado di restituire tale debito, dovrebbe essere felice di aprire la propria cassaforte ed elargire ancora e poi ancora, fino ad esaurimento delle scorte…
A questo punto la sua battuta potrebbe essere: “io sono portato ad esaurire le scorte dell’altra; anche quando non ce n’è gratto sul fondo, in cerca di qualche spicciolo che è rimasto, e non riesco a fermarmi nemmeno di fronte alle porte chiuse… perché so di chiedere qualcosa che non manca mai!”. Insomma, questo uomo nuovo, del quale tanto si parla, sarebbe uno che sa fare quattro conti! In realtà ciò che abbiamo è una incapacità empatica e scarsaintelligenza emotiva; tutte strutture indice di una natura ‘narcisistica’, dove per narcisismo non si intende semplicemente egoismo o il culto dell’Io, ma tutti gli effetti secondari che vengono meno nella vita di relazione. Il Narciso ha una seduzione calcolata e una perdita dello spirito ludico, e lo conferma il fatto che quando va in banca, non gli viene nemmeno da ridere, visto il debito che ha accumulato.
Uno dei problemi che affligge maggiormente l’individuo nella nostra società, è l’incapacità di appropriarsi di una unità di misura affettiva che l’aiuti prima a stabilire relazioni intime ed effettive con il proprio sé per poi dargli la possibilità di entrare nella dimensione di coppia. Alcune caratteristiche del narcisista si possono riscontrare nella paur a della competizione, nella ipocondria, in psicosi e vuoto interiore e nella scelta di partners ‘sbagliati’ ed inaccessibili. Lacapacità di valutare la relazione empatica con l’altro sta, perciò, in questa unità di misura che può concepire la qualità della relazione solo dopo averla conquistata per sé. L’io maturo, infatti, comprende l’assoluta necessità di relazionarsi con la parte istintuale, non solo propria ma anche quella del partner, perché l’amore, l’eros sono spazi che vanno condivisi; qui il due è essenziale, indispensabile. Il resto sono elucubrazioni mentali e non.
Adesso potremo dire che il linguaggio cronologico del corpo suggerisce alla mente di aumentare quelle azioni che sono risultate gratificanti e di sottrarsi quando queste gratificazioni vengono meno. In fin dei conti, la mente cerca di mettere il corpo in condizioni da potersi difendere da solo, ed anche quando questo reagisce per richieste più patologiche che istintuali, cerca una via di salvezza, negandogli le azioni che creano danno. Su questo diagramma questa volta abbiamo messo solo una voce: coito, ma per avere maggiore capacità analitica potremmo aggiungere il dialogo, la coerenza, la tenerezza, la passione… tutti elementi lontani dal letto ma che ne fanno parte, anche se a volte sono inconsci.
Infatti il linguaggio del corpo andrebbe rivalutato in una visione filosofica e più precisamente fenomenologia. Solo così si potrebbero considerare le sue diverse richieste e quindi imparare a valutare il linguaggio analogico del corpo creando una nuova griglia di piacere, dove non passa più il ‘cliente’ non solvibile. Andrebbero valutate le interazioni tra stimoli ed appagamento. Il corpo è perfettamente in grado di badare a se stesso; tutto ciò che l’io cosciente dovrebbe imparare a fare è comprendere questo linguaggio. Solo dopo i desideri appagati, si può portare il corpo e cioè l’individuo, all’equilibrio, al benessere, e ad una interazione con il mondo che lo trascende ed armonizza.
Forse è per questo che ho preso a cuore la terapia tramite l’eros, perché solo in quella dimensione, si uniscono il sacro ed il profano, la luce e l’ombra di ogni individuo. E per sapere interpretare le sfumature dei loro diversi linguaggi, bisogna davvero essere filosofi ed appassionati dell’Amore. Cito la frase di Platone, dal quale ha avuto inizio il mio percorso: “La fonte della medicina conosce l’Eros a due facce, colui che sa distinguere l’eros limpido da quello negativo, e che riesce ad invertirli; chi conosce il metodo per indurre l’eros nel corpo che ne ha bisogno, è il medico perfetto”..
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