Mara Granata
Mara Granata, novarese, classe 1966, dopo la laurea cum laude in Medicina Veterinaria conseguita alla Statale di Milano nel 1994, svolge studi in approfondimento (pet-therapy, patologie tropicali, rabbia) che trovano efficaci risposte nelle medicine naturali. In particolare si applica alla scienza dell’alimentazione su tre fronti: vegetariana, biologica e biodinamica.
Segue poi il corso quadriennale di omeopatia, presso la Scuola Unicista GNOSIS di Torino, nonché i corsi della Scuola Italiana di omotossicologia e discipline integrate. Al termine, quale omeopata-naturopata inizia il suo percorso su pazienti umani integrando l’esperienza omeopatica con conoscenze alchemiche e spagiriche, con perfezionamenti in omotossicologia, kinesiologia e medicina omeosinergetica.
La cognizione degli effetti negativi e delle patologie da postura non corretta le suggeriscono gli approfondimenti in chiropratica (con il dottor Gerdt Meersseman) e in osteopatia, cui seguono i corsi di tecnica del massaggio, associati a quelli di medicina cinese e agopuntura.
Nell’autunno 1999 incontra il dottor Shen Hongxun, fondatore del Taijiwuxigong®, il sistema Qigong utile a preservare e migliorare la salute e ad incrementare le prestazioni fisiche, mentali e artistiche. Ne segue costantemente l’insegnamento sino al luglio 2006, quando ottiene il diploma di Buqi Therapist.
Partecipa con successo al corso triennale di medicina antroposofica, in Italia, Germania e Svizzera Tedesca. Investiga anche la biofisica quantistica, evoluzione naturale delle medicine olistiche, tramite l’incontro con il dottor Mohammed Haddad, biofisico e geniale ricercatore. Il corso di perfezionamento in antropologia medica tenuto presso l’Università Statale di Milano Bicocca le consente di approfondire la validità del movimento spontaneo.
L’applicazione per un decennio – e con successo – delle varie tecniche citate la induce a sviluppare nel 2006 un metodo personale che, sintesi perfetta delle sue esperienze, a livello di prevenzione riabilitazione e terapia anche in casi definiti resistenti ad altri trattamenti. In primis praticati su se stessa – da paziente e terapeuta – a seguito di un grave incidente patito nell’estate 2003..