Volontà umana e volontà divina – Parte 1

Volontà umana e volontà divina - Parte 1

Volontà umana e volontà divina: come capirli, riconciliari e adoperarli saggiamente? Peter Roche de Coppens ci accompagna alla scoperta del “piano divino” e del significato della Vita, attraverso un viaggio di sei puntate. Ecco la prima parte.

Uno dei grandi paradossi, contraddizioni e “misteri” della vita e della condition humaine è proprio quello riguardante una nostra facoltà veramente essenziale, la quale fa parte dei nostri “attributi ontologici” che condividiamo con il nostro Creatore: la volontà.

Non a caso Otto Rank contrappone al famoso detto di René Descartes “Cogito ergo sum” (penso dunque sono), il suo motto e pietra angolare “Volum ergo sum” (voglio e quindi sono). Non a caso, Roberto Assagioli ha collocato la volontò al centro della “Stella della Psicosintesi”, la rappresentazione grafica delle sette funzioni della nostra psiche, facendone la funzione fondamentale. Come immagine, egli suggerisce di pensare al direttore di un’orchestra che dirige e coordina tutti gli strumenti per creare la musica armoniosa di una sinfonia. Così la nostra volontà (la volontà del nostro io umano) focalizza, dirige ed integra le energie, le informazioni e le risorse di tutte le nostre facoltà… per creare il nostro essere e divenire, così come la nostra vita e il nostro ambiente.

A questo livello della nostra coscienza e conoscenza umana, però incontriamo un paradosso e un’antinomia veramente fondamentali. Da un lato troviamo la volontà dell’uomo, il quale con il suo libero arbitrio (l’aspetto più sacro e profondo del suo essere e della sua vita sulla Terra) può manifestare, entro certi limiti, ciò che egli desidera o vuole veramente. Ma dall’altro lato, ciò molte volte entra in conflitto e contraddizione con la volontà del nostro Creatore che ha ideato e creato un destino finale e un piano per la piena realizzazione dell’essere umano. In questo paradosso e contraddizione troviamo anche il famoso problema della “caduta e redenzione”, dell’ordine e disordine nell’uomo e nel mondo, del bene e del male!

E proprio qui, al cuore stesso di questa antinomia e opposizione, troviamo la risposta e la riconciliazione fra lo sforzo umano e la grazia divina, fra la saggezza, bontà, giustizia e il potere del nostro Creatore, e il disordine, ingiustizia, miseria e sofferenza che troviamo nel mondo… e che sono difficili da riconciliare così come lo è riconciliare la ragione con la fede… fino a quando non siamo giunti ad un certo livello di coscienza e di essere.

La domanda di fondo qui è: questo paradosso e contraddizione sono intelligibili, possiamo studiarli e risolverli, o no? In entrambi i casi, quali sono le loro conseguenze e l’impatto che hanno sulla nostra salute, il nostro divenire e il nostro benessere?

Fortunatamente, penso che queste domande siano intelligibili e che sia sempre più importante per noi poterle capire e riconciliarle, in quanto hanno un impatto fondamentale sulla nostra coscienza, salute, vita e benessere. Due chiavi di lettura essenziali qui sono: il livello di coscienza e di essere, di evoluzione, della persona, e la dimensione e lo scorrere del tempo! Con queste chiavi ermeneutiche possiamo adoperare la parabola o analogia seguente: in basso o in superficie opera e domina la volontà umana, ma in alto e in profondità opera e domina la volontà divina. Poi per quanto riguarda il tempo, possiamo dire che a corto termine prevale e governa la volontà umana, mentre a lungo termine quella divina!

Un grande filosofo e mistico italiano, Pietro Ubaldi (1886-1972), con il quale mi sento in piena sintonia e complementarietà, ha studiato attentamente questo argomento e contraddizione. Per lui, come per me, il livello di coscienza della persona e il tempo che abbiamo a disposizione per realizzare il nostro traguardo finale, con molteplici vite sulla terra, sono i parametri fondamentali per rendere questa questione intelligibile, razionale e coerente. E quindi per poterla studiare e “risolvere” a livello razionale.

Per lui, la volontà e il piano divino controllano, infallibilmente e inesorabilmente, l’universo e la natura, la vita e l’evoluzione nel macrocosmo, così come i fotoni, elettroni e atomi nel microcosmo; e tutto ciò è retto da leggi e principi saggi, buoni, e inalterabili. Quindi le leggi e i grandi principi della natura sono quelli che sono e non possono essere cambiati ed è proprio questo ad assicurare la realizzazione del grande piano divino e la theosis finale dell’uomo.

Per quanto riguarda l’essere umano, esiste però un grande paradosso e contraddizione che sono comunque spiegabili, e rispecchiano i nostri vari livelli di coscienza e di essere sull’asse verticale della coscienza. In basso ai livelli inferiori, cioè in superficie per quanto riguarda la consapevolezza di noi stessi e del mondo, regnano la sua volontà (egoica) e il suo libero arbitrio con i quali sceglie pensieri, emozioni, stati d’animo, parole, decisioni ed azioni varie. A questo primo livello noi siamo liberi di scegliere ma poco evoluti, consci e responsabili, e quindi facciamo tanti errori e violiamo tante leggi e principi cosmici (polarità maschile). Tutto quello che abbiamo creato e lanciato nel mondo ha delle conseguenze, rette dalla legge e dalla giustizia divine che sono inalterabili e deterministiche (seconda fase e polarità femminile). Per fortuna, però, possiamo sempre imparare qualche cosa da tutte le nostre esperienze, sia buone o cattive, piacevoli o dolorose, le quali comunque ci aiutano a crescere e maturare. Nella terza fase, quella di sintesi, noi abbiamo imparato le nostre lezioni, innalzato la nostra coscienza e assunto la responsabilità delle nostre creazioni e azioni, quindi rispettiamo le leggi divine, ci armonizziamo con il piano e la volontà divina, diventando molto più felici e appagati in quanto tutto torna in armonia, ordine, e benessere.

Questo significa che all’inizio, quando siamo ancora dei “bebé”, “bambini” e “adolescenti” (per me il 1°, 2° e 3° livello di coscienza), viviamo su dei livelli di coscienza molto ristretti che ci portano alla “superficie”. Con il tempo, l’esperienza e l’amore possiamo gradualmente (e in modo”organico”) innalzare il nostro livello di coscienza e di essere, e passare dalla superficie alla profondità dove tutto appare perfetto e capace di realizzare la sua funzione essenziale e il suo ruolo nel piano divino. Un’immagine molto parlante e ispirante, qui potrebbe essere il mare in tempesta, con grosse onde e correnti in superficie ma con la calma e l’equilibrio in profondità… .proprio allo stesso modo della coscienza e della consapevolezza umana.

(Continua)

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