Un mondo futuro che avrà la pace sarà un mondo di coscienza, in cui il sapere intuitivo guiderà le altre forme di sapere.
La scienza sta dimostrando come il piacere, l’amore e la spiritualità hanno un potere immunostimolante, che il nostro organismo secerne sostanze endocannabinoidi che hanno una ricaduta sul sistema immunitario, che siamo un tutto interconnesso con l’Universo, come dicevano i filosofi dei tempi passati.
È stato finalmente riconosciuto ciò che la concezione magico-alchemica del mondo ha da sempre sostenuto: sia la psiche che l’autocoscienza sono corpi che esistono indipendentemente dal corpo fisico, quali realtà di materia ed energia sottili, ma al contempo esiste per ogni stato emotivo e per ogni stato di coscienza un equivalente chimico (ormone, neuroormone, neurotrasmettitore, neuropeptide, citochine) che media a livello fisico le realtà soprasensibili psichiche, mentali e spirituali, senza il quale non sarebbe possibile provare a livello di corporeità la gamma infinita degli stati emotivi e di coscienza dell’essere. In definitiva è la scienza stessa che conduce alla realtà spirituale. In questa realtà il motore unico è l’amore: quanto più l’uomo si avvicina a questa realtà, quanto più la condivide con i suoi simili, tanto più è vicino a Dio.
«Nel mare puoi trovare centinaia di conchiglie differenti. Ma solo dentro te stesso potrai trovare la determinazione e la perseveranza per conquistare quelle pochissime perle preziose che si nascondono in quel mare di conchiglie. E nonostante le tempeste e quando tutto sembrerà ormai perduto, c’è sempre la speranza, una forza incredibile e inaspettata che ti farà ricominciare e che soffierà lontano gli ostacoli e tutto quanto ti preoccupava e ti spaventava.»
(Marcio Kuhne, OSA e il futuro sarà tuo)
L’intuizione creativa arriva a sorpresa, e ci dona nuove idee per creare un prodotto fuori di noi, che vive nel Mondo tre di Popper… I campi morfogenetici saranno riconosciuti e utilizzati. In un mondo simile la violenza e la malattia non hanno più senso. Il fatto che la materia sia costituita di coscienza, come ben sanno i filosofi del sapere alchemico, sarà palese.
Stiamo comprendendo come gli oggetti siano possibilità di scelta per la coscienza in questa dimensione. La coscienza allora appare come fondamento dell’esistenza materiale. Del resto l’evoluzione che è espressa nella teoria darwiniana non riesce a spiegare molti fenomeni naturali, come i salti temporali tra i fossili. Il finalismo sembra allora ritornare nella mente di alcuni scienziati, come se vi fosse un senso, uno scopo creativo nella natura, come se quegli archetipi di cui tanto abbiamo parlato fossero come matrici di bellezza che devono arrivare a manifestazione piena attraverso l’evoluzione della coscienza stessa che li crea. I fisici riflettono su questo, in una vertiginosa giravolta da materia a spirito.
Forse, dice Goswami, dobbiamo imparare dagli archetipi il segreto della creazione, finché non lo facciamo completamente, essi tornano e ritornano. Jung avrebbe dialogato con Goswami, nell’oscurità in cui gli archetipi agiscono in noi fino a che non ci conducono al riconoscimento della vera natura del sé.
Un malato necessariamente ha a che fare con le sue matrici, il senso di sé, le sue domande, come quando era bambino. L’autoguarigione non può che venire da lì. Difficile descrivere a parole questo livello di coscienza… attimi senza alcuna separazione, attimi di verità e di bellezza anche nel momento di più terribile apparente pochezza. Attimi atemporali di puro non attaccamento. Guardo la mia storia, e ne sono fuori, sebbene coinvolto. Tutti i morenti giungono sul crinale di questa vertigine, così anche coloro che vivono esperienze di premorte e di espansione di coscienza.
I guariti sono coloro che fanno ritorno qui, dal luogo-nonluogo dove tutto è uno. I guariti sono coloro che hanno scelto di essere oltre ogni identificazione, anche quella della guarigione stessa. Alla ricerca della guarigione hanno sostituito la ricerca di una coscienza più profonda, in accordo con il Sé, in allineamento con il campo. Sono andati oltre la guarigione, verso la felicità interiore. Lì erano sani, indipendentemente dalla malattia stessa, a contatto con il campo quantico dove esiste la naturalezza di una gioia interiore che proviene da dentro di noi.
Forse un giorno sarà del tutto normale vivere in quella piacevole vertigine, e fare di quando in quando una gita nella dualità, per divertirsi un poco come con i videogame o a teatro. Allora manifesteremo gli dei che già vivono in noi e ci abitano dal sempre e dal mai. Forse quel giorno non è così lontano.
Erica F. Poli
Estratto dal libro Anatomia della Coscienza Quantica (Anima Edizioni)
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