Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

73. L’AMORE NON VUOLE ESSERE DOMATO

 

[…] quando dite “Sono risolto e adesso posso avere una relazione sana”, “Ormai ci siamo amalgamati, ci conosciamo bene”, “Lui o lei è prevedibile, lo o la conosco come le mie tasche” siete lontani anni luce dall’unione. Forse non vi piacerà che io lo dica, ma l’ho sperimentato e so di cosa parlo. Anche io ho creduto di avere risolto me stessa e di essere pronta per una relazione sana, anche io ho pensato che avrei voluto invecchiare insieme al mio compagno come fosse un bel traguardo da raggiungere… anche io ho detto a me stessa che ormai lo conoscevo bene e ci amavamo perché io sopportavo i suoi difetti e lui i miei. Tutta elaborazione della mente. Tutte illusioni del pensiero razionale, che vuole mettere in ordine le cose.

E invece no, Amore arriva, per fortuna, e scompagina di nuovo le carte. Giunge come un soffio di vento e porta confusione, porta il dubbio, l’incertezza, la paura, lo smarrimento. Guardi il tuo amato, un mattino, e ti sembra di non conoscerlo. Hai mille dubbi improvvisi e ti interroghi. Lui ti vede diversa e non ti capisce. Il cuore si apre ma la sessualità si arresta. Si rompe poi uno schema e si fa l’amore senza sosta.

I prodromi di un distacco? O la gestazione di un mistero? Forse dipende solo dal coraggio di stare dove si è e smettere di pensare. Forse dipende dall’avere occhi per vedere camminando nell’oscurità. Restarsi accanto quando l’incertezza aleggia come un dio sulle acque. È così che è andata, anche per certe coppie che ho avuto la fortuna di seguire. E Amore poi irrompe, con paura, con ansia, con poca voglia di parlarne, con gioia.

Un giorno mia madre mi disse di avere riflettuto sulla morte prematura di mio padre leggendola improvvisamente come il dono che lui le aveva fatto di risparmiarle il suo invecchiare, il mutare del suo corpo e del suo volto di materia, così che rimanessero il tempio incarnato dell’amore che per lei sempre furono. Era così che lui le aveva concesso di renderlo icona eterna dell’amore. Anche lei aveva pensato, sognato, di invecchiare insieme, come tanti, come tutti. Invece no, doveva, necessariamente, riconoscere che non sarebbe stata affatto una dipartita degna dell’anima grandiosa, dell’indole magnanima di mio padre, drammatico e intenso fino all’ultimo come dal primo istante.

Non mi diedi pace per giorni a riflettere. Anche io sognavo di procedere lungo il tempo lineare con il mio amato compagno… che c’era di male? Non era forse questo il punto, non in termini razionali, almeno. Si trattava di lasciare in amore che l’anima dell’altro accadesse così come era e non come noi volevamo che fosse. Quell’aspetto indomito dell’amore che non si arrende al tempo e non segue i programmi mi ronzava in testa, nel cuore, nei sogni.

Ecco, l’amore non vuole essere domato, addomesticato, intiepidito. Le anime non vogliono essere domate. Se domi te stesso, se addomestichi la tua anima e chiami questo amore, non fai di più che costringere un bimbo mancino a far sì che la sua mano sinistra ceda il dominio alla destra. Se l’altro è prevedibile non sei più avanti di chi procede in tondo in un labirinto.

Quanta presunzione, poi, di sapere chi è colui o colei che abbiamo vicino… l’altro che diventa familiare, l’altro che ormai è un libro aperto… e invece è un mistero lì accanto a noi, può essere mille uomini o mille donne, un dio o una dea. E quando ci arrendiamo, sì, quando ci arrendiamo e la smettiamo con le etichette, i giudizi, le definizioni e le teorie, allora si compie un mistero di appartenenza. Il mistero che rende l’amore anche un sacramento e fa sposi nell’anima i due esseri che questo amore attraversa.

È così che Amore rende liberi d’un tratto e legati all’istante, è così che Amore alleggerisce il cammino nel tempo e dal tempo fugge, è così che dura e si rinnova, è così che smette di far soffrire e rende pericolosamente, davvero pericolosamente, felici. È così che si giunge a esso attraverso l’accettazione di noi, finalmente padroni del nostro esistere, per esitare infine, nell’amore, alla perdita di noi, padroni soltanto di abbandonarci al mistero.

In questo senso l’amore è un’iniziazione, un sacramento, un miracolo e la sessualità il suo rito, il suo mantra, la sua preghiera. Fare l’amore permette di varcare la soglia del senza tempo, del buio, del silenzio, dove l’eterno non è un tempo più grande ma un’altra dimensione. I corpi danno forma allo spirito e nell’orgasmo scompaiono nello spirito. L’io muore nell’unione e vive nell’io dell’altro. La profonda solitudine del godimento è la porta della sintesi nel tutto.

Erica F. Poli

Dal libro Anatomia della Coppia (Anima Edizioni)

 

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