Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

03. IL LASCIAR ANDARE E L’ATTACCAMENTO

12/04/10

C’è qualcosa di stranamente difficile nel lasciarsi alle spalle gli insuccessi! La maggior parte di noi vive in uno strano stato di “sindrome da attaccamento a rifiuti tossici”, accumulati nel tempo e tenuti caramente conservati come valigie piene di gioielli. In realtà queste valigie sono pieni di abiti invernali e di una taglia in meno di quella che ci serve, in piena estate!

Accade che piuttosto di viaggiare leggeri preferiamo tenere con noi “cose”… Non riusciamo a viaggiare senza valigia; ci sentiremmo stranamente liberi senza fagotti inutili, come chi accumula cose pensando che, chissà, un giorno gli potrebbero servire, finendo per imbottire il garage e ogni credenza di casa con una lunga serie di oggetti inutili.

3_valSiamo attaccati all’inutile e lo difendiamo come fosse parte di noi. Accade così che finiamo per tenere ricordi di progetti falliti, che andranno a plasmare di paura di non farcela i progetti del futuro.

Accorgiti viandante: tu non sei il tuo insuccesso o il tuo rancore per ciò che ti hanno fatto precipitare addosso. Tu non sei la tua rabbia o ciò che pensi di te e del mondo. Però ti fai “accadere” la tua rabbia ed il tuo rancore, e ciò che pensi di te e del mondo, quando mantieni in salute circostanze malate di cose che non hanno funzionato nel passato. Si finisce così per non vivere mai il tempo dell’adesso: tutti proiettati nel tempo del futuro quando accadrà il nostro essere felice, o nel passato quando è accaduto il nostro abbandono, il nostro fallimento.

Valigie pesanti, caro confidente! Eppure è assolutamente illogico tutto questo. Viviamo di momenti storici che di fatto non esistono più: il passato non esiste più e perciò si chiama passato, ed il futuro deve ancora venire, e perciò ha questo nome. Eppure ci si sente dispersi a non portare eventi del passato nel tempo del divenire, ci sentiamo senza ancore, senza maniglie, senza riferimenti, e poco importa se si tratta di programmi tossici e distruttivi.

Non ci si accorge, ecco tutto, poiché se solo ci si ragionasse un po’ su, ci si renderebbe conto che è un fatto terribile quello che ci facciamo accadere in questo modo. Così finiamo per risolvere problemi nuovi con vecchi metodi. Continuiamo a promettere cose che non ci appartengono, come appunto il futuro, e lo programmiamo con informazioni davvero nefaste come i traumi del passato.

Si dovrebbe vedere le cose per quelle che sono e iniziare a lasciarle andare per accogliere nel tempo dell’oggi – l’unico tempo che davvero ci appartiene – tutto quel nuovo che l’universo ci vorrebbe dare, se solo glielo permettessimo.

Perversi attaccamenti a mali contagiosi. Gli eventi vanno vissuti per ciò che ci hanno offerto o tolto, tutto qua. Qualche volta è necessario aspettare per capire cosa sia successo. Qualche volta perdiamo e solo in futuro possiamo accorgerci che si trattava di un “favore karmico” da parte di un universo pieno di premure… anche se nel tempo dell’adesso non troviamo le parole.

Vivendo ciò che offre l’adesso, senza valigie dello “ieri”, siamo davvero liberi di “fare futuro”, nell’attesa della rinascita di domani.

Oggi, caro confidente, attrezziamoci per farlo… ora, nel tempo dell’adesso!

Chi rimane troppo nel canale di nascita è destinato alla necrosi. Sii sordo a chi porta avanti il pessimismo e il fastidio come carica per fare futuro. La fiducia nutre il tuo esistere. Non fidarti di chi te la toglie, è un essere tossico persino per se stesso!..

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