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101. SIAMO IN DIAVOLO O SIAMO IN DIO?

101. SIAMO IN DIAVOLO O SIAMO IN DIO?

22/10/12

Caro viandante,

questa settimana vorrei parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore.
In questo periodo storico si può riscontrare una sovrabbondanza dell’uso del lobo sinistro del cervello; questa parte è designata al calcolo, all’elaborazione, alla logica, alla comprensione, alla razionalità.
La tendenza che ne deriva è quella di improntare una società sempre più nell’annullamento della parte intuitivo-emozionale, che verrà in modo naturale a ridursi.

Ciò che non si usa nella sua valenza positiva ed equilibrata, prende spontaneamente altre vie, andando a portare nelle nostre vite un “sentire” distorto.
L’essere umano, sempre meno allenato ad usare l’intuizione – collegata al lobo destro, sede della creatività, dell’emozionalità, della fantasia – tenderà ad auto-castrarsi, mutilarsi a livello di cuore, favorendo così le dinamiche della mente… che, come si sa, mente. Ogni volta che viene usata la parte di noi più razionale, infatti, ci si sconnette da una grande risorsa.

Questa società, figlia della mente, ha bisogno di riconnettersi all’energia del cuore.
Si è perso in buona sostanza il collegamento tra testa e cuore, tra razionale ed
emozionale. In mancanza di questo equilibrio, noi stessi tendiamo a produrre un’opera viziata, poiché figlia di un dio distorto, il dio “io”, fatto di “mai abbastanza”, disconnesso dalla reale potenzialità che l’uomo custodisce in sé.
Se non vi è una buona connessione, si diventa difettosi, vedendo in questo modo attraverso una porzione di noi: quella disfunzionale!
Con queste opere viziate, si vanno a creare contratture in noi stessi e negli altri, dimenticando cosa significaessere uomini, nel senso umano del termine, e divenendo sempre più “individui”, scissi, convessi in noi stessi… divenendo sempre meno persone.
La chiave è tornare a essere persone.

Per permettere questa connessione è necessario utilizzare l’organo della coscienza, ed esso è definibile a mio parere con il verbo “accorgersi”.
Chi si accorge?
Si accorge chi è in profonda connessione col cuore… il ricercatore che ha parti sane che gli permettono di vedere e sentire sul serio.
Si accorge chi usa l’intelligenza del cuore, l’intelligenza prima: quell’intuizione che canalizza qualcosa che appartiene alla coscienza collettiva, come direbbe Nicola Tesla.
In assenza di questa potente connessione creativa finiamo per credere alla sfortuna, a dare la colpa agli altri e il tutto, perché siamo in assenza di noi!
Accorgiamoci!

“Oggi sono tornato a casa e ho trovato una multa nella cassetta della posta: è il padre eterno che ce l’ha con me!”
“Oggi al lavoro non è stato riconosciuto ciò che ho fatto: i miei colleghi hanno la sensibilità di una poltrona!”
La soluzione sta nello smettere di dare la colpa a circostanze, persone, strutture fuori di noi, accorgendosi finalmente che il problema focale è che ci stiamo allontanando dall’essere persone, e quindi nella via dell’individuo perché sconnessi dalla via maestra: quella del cuore!

Stiamo vivendo tempi molto importanti, siamo nel centro di un grande cambiamento, in un momento di grande dualità: da una parte abbiamo pochi eletti che sembrano voler comandare il mondo, dall’altra esiste una parte luminosa, dataci dalla grande opportunità rappresentata dal web.
E qui si apre un’altra enorme polarità.

Nel 2005 ci si accorge di un nuovo modo di usare il web, un nuovo modo di scambiare dati attraverso la “Connettive Intelligence”. Questo sistema, questa sorta di coscienza collettiva, esisteva già fin da tempi remoti. Ora la sua forma tecnologica – il web – diventa a tutti gli effetti una grande piattaforma dove chiunque può scambiare idee, ovunque ci si trovi… anche se, come ogni cosa che vive nel mondo delle forme, presenta il suo lato oscuro: l’ombra del solido stesso.

Il web è un mistero! Siamo passati dal vetusto calcolatore, saltando un misterioso anello mancante, fino a giungere improvvisamente al pc e alla sua rete. A mio parere c’è qualcosa di divino nella creazione di queste tecnologie.
Il web è uno strumento potente, e potrebbe davvero essere il mezzo per il cambiamento che tutti speriamo, ma quando una cosa arriva ad essere nel mondo delle forme, o come lo definisco io “il mondo delle cose che passano”, diviene duale. In tal modo abbiamo anche qui il suo potente cono d’ombra, e così il web diviene divino e diavolo.
“Diavolo” proviene dalla parola “dividere”, ed ecco che si apre una nuova dualità.

Cominciamo con l’osservazione delle tre lettere che ci mettono in rete: www (abbreviazione di World Wide Web)
In ebraico, la lettera “w” si chiama “Waw” e corrisponde al numero 6, significa nodo-rete. Infatti, quando siamo connessi al web siamo in rete, anzi in tre volte rete, che è decifrabile in tre volte sei: 666! … Ricorda qualche cosa?

Ecco come il web può essere divino o diabolico in base al nostro accorgerci, all’uso che ne viene fatto.
La connessione ci permette di essere collegati a tutti e in tutto il mondo, con un sistema simile a quello che collega la coscienza collettiva, oppure ci disconnette dal quotidiano, dalla vita, dalle affettività autentiche, preferendo per codardia e forse anche pigrizia, una amicizia virtuale a una vera. Forse perché una amicizia in chat non implica mettersi in gioco. Su Facebook, il più grande e famoso social-network che conosciamo, possiamo cancellare con un dito chi non ci piace, e contemporaneamente tutto il mondo può sapere in un momento cosa invece ci piace. La rete allora diventa un po’ come le tasse: io mi auto punisco perché ho un lavoro e pago! Io mi metto nelle mani dell’ignoto facendo sapere a chiunque la mia vita privata: se ho un marito oppure no, quanti figli ho e cosa faccio stasera! Più diavolo di così!

La buona notizia è che siamo in diavolo solo quando lo vogliamo! Perché possiamo essere anche in Dio, possiamo soggiornare nella parte luminosa del solido, perché siamo noi a fare la differenza. Noi non siamo luce, e non siamo nemmeno buio, non siamo nemmeno il solido… Noi siamo coloro che guardano! E se ci accorgiamo, scegliamo!

Abbiamo un sistema che ci può collegare alla conoscenza, al benessere, alla possibilità, abbiamo un sistema che può renderci divini; scegliamo!
Possiamo in ogni momento accorgerci e usare il sistema, non essere usati.
Accorgersi di questo e fluire nelle possibilità che il momento dell’adesso ci offre è cogliere il meglio dalla vita e magari lasciarci sorprendere.

Torniamo a essere connessi, torniamo a essere divini, torniamo presenti a noi, alle piccole cose del quotidiano, non attendiamo che siano gli alieni, i santi, o chi ci governa a fare la differenza!
Doniamo tutti il nostro contributo all’intelligenza collettiva riconnettendoci a noi!..

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