Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

53.CRISTO SECONDO WILHELM REICH

Cari ricercatori,

desidero riportarvi delle frasi stupende di Reich, questo genio della psicologia così bistrattato, sulla figura di Cristo (L’Assassinio di Cristo – Sugarco):

“Cristo è il principio della vita in sé.”

“Cristo non posava ad essere santo. Viveva semplicemente in un modo che il suo prossimo sognava che fosse un modo santo di vivere. Forse che un fiore vive come se fosse un fiore o un cervo come se fosse un cervo? Forse che un fiore o un cervo proclamano di essere un fiore o un cervo? Sono quello che sono.”

Qui c’è una prima grande lezione per tutti quelli che aspirano a realizzare la spiritualità, come se fosse un super potere, portandosi dentro la mentalità del profitto o del meraviglioso, come se desiderassero avere una veste tempestata di brillanti. L’uomo davvero spirituale è semplice; vive il suo stato di pienezza come un condizione naturale e non si sente speciale per questo e non nutre il suo narcisismo, come molti pseudoricercatori.

Cristo vive nella verità perché “…è legata inseparabilmente al fluire della Vita nell’organismo ed alle sue percezioni. La Vita non è sincera perché dovrebbe esserlo o perché si ritiene che lo sia, ma dice la verità in ogni suo movimento. L’espressione del corpo non può mentire.”

Reich tocca in queste affermazioni dei livelli altissimi, profondamente in sintonia con i concetti espressi dalla Filosofia Perenne, quel filone di conoscenza che attraversa come un filo d’oro tutte le epoche dell’umanità.

Poiché l’uomo vive questa realtà di Vita come qualcosa di lontano, di irraggiungibile, la colloca in una dimensione trascendente, “in un mistico al di là”. Stando all’interno della sua prigione sperimenta la realtà come miseria e spesso, pur sentendosi attratto dalla Vita vera, la combatte in ogni modo perché gli ricorda ciò che ha perduto, mandando al rogo tutti quelli che la incarnano. Sarà più facile poi sedare i loro sensi di colpa, proclamandoli santi o deificandoli…

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