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8.IL PARTO II

Il parto ha per il neonato una funzione poco nota ma di estrema importanza, ovvero il passaggio attraverso il canale dell’utero definisce per la prima volta i confini della pelle della creatura che sta per venire alla luce. La pelle definisce il limite tra noi stessi ed il mondo e quindi ci consente una prima essenziale sensazione d’identità. I confini infatti danno una forma e ci collocano nello spazio.

Da questa osservazione si può dedurre che con il parto cesareovenga a mancare questa condizione di passaggio e quindi questa prima sensazione di sé. Non si possono definire chiaramente le conseguenze di tale mancanza, ma orientativamente si può dire che il neonato si trova a passare da una condizione intrauterina ad un mondo nuovo senza un passaggio vero e proprio, a volte senza nemmeno il travaglio, quando il parto è pilotato e la madre anestetizzata. E’ come se ottenesse una condizione nuova senza alcuno sforzo. Manca l’energia.

Se poi la madre è addormentata, non c’è il contatto, l’emozione, la pulsazione vitale…. Bisogna riflettere su ciò. Una madre dormiente cosa passa al figlio?

Un’altra situazione è il parto prematuro in cui il neonato viene alla luce di sette o otto mesi e viene messo in incubatrice. Nell’incubatrice manca completamente il contatto con la pelle ed il calore della madre e il neonato vive il disagio della solitudine. Tende a rinchiudersi in sé. L’energia vitale del suo corpo non può espandersi, l’habitat è artificiale e senza stimoli. Questa condizione può favorire l’insorgenza di problemi di contatto e di relazione, ricordandoci che la pelle è anche il principale tramite di ogni relazione.

continua..

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