Viaggio verso le profondità interiori

Il Sahaja Yoga è un metodo di meditazione che permette di raggiungere pace, equilibrio psicologico, fisico ed energetico.

“La realizzazione del sé è il primo incontro con la realtà”.
 Così afferma Shri Mataji Nirmala Devi, colei che ha sviluppato e diffuso prima nel suo Paese d’origine, la mistica e miticaIndia, poi in tutto il mondo, un particolare metodo di meditazione da lei denominatoSahaja Yoga. Nata il 21 marzo 1923 a Chindwara, sin da bambina ha vissuto circondata da una profonda spiritualità, assorbita in particolare nell’ashram del Mahatma Gandhi, dal quale ha tra l’altro appreso i principi della non violenza. Arrestata e imprigionata per l’attiva partecipazione alla lotta di liberazione dal dominio coloniale inglese, in seguito all’indipendenza della sua terra, anziché dedicarsi alla politica, ha preferito rivolgere la sua attenzione verso lo studio della medicina e della psicologia presso il Christian Medical College di Lahore.

Grazie a un’importante e rivelatrice esperienza di natura trascendentale, avvenuta il 5 maggio 1970 su una spiaggia solitaria di Nargol (poco distante da Mumbai), Shri Mataji ha compreso come trasmettere la pratica per accedere alla propria coscienza spirituale. Partendo da antiche nozioni attinte da testi sacri come i Veda, ha elaborato un sistema chiamato Sahaja Yoga, che permette di sviluppare un profondo processo di conoscenza del sé, volto alla trasformazione interiore. La parola sahaja significa spontaneo, mentreyoga è un termine che deriva dalla radice sanscrita yuj che vuol dire unire, e si riferisce a quelle discipline ascetico-meditative che portano all’esperienza spirituale e alla comprensione della natura dell’esistenza.
Sahaja Yoga risveglia quell’energia vitale che, nella fisiologia esoterica induista, viene definita Kundalini, e che risiede a livello latente nell’osso sacro. Nella maggior parte degli esseri umani, questo tipo di energia si trova in uno stato dormiente. È attraverso la pratica costante di questa forma di yoga che la Kundalini viene risvegliata.

Gesti, mantra e momenti di silenzio costituiscono il fulcro di sahaja yoga e permettono all’energia vitale presente in ogni individuo di alzarsi passando attraverso i chakra del corpo sottile (fare scheda). Quest’ultimo, al pari delle vene nel corpo fisico, è composto da una serie di canali (nadi). I principali sono il canale sinistro (Ida Nadi), quello centrale (Sushuma Nadi) e quellodestro (Pingala Nadi). È proprio sui chakra e sui vari canali che agisce Sahaja Yoga. Grazie a questa forma di meditazione, la Kundalini – tradizionalmente simbolizzata da un serpente che dorme raggomitolato – viene destata e si “srotola” passando in primis dal Muladhara chakra (plesso pelvico), per poi salire verso gli altri chakra, ovvero lo Swadhistan (plesso aortico), il Nabhi (plesso solare), l’Anahata (plesso cardiaco), il Vishuddhi(plesso cervicale) e l’Agnya (incrocio del talamo ottico). La Kundalini prosegue il suo risveglio fuoriuscendo dall’osso della fontanella, dove si trova ilSahasrara (regione limbica), definito anche il loto dai mille petali. Il risveglio e l’innalzamento della Kundalini portano al raggiungimento della realizzazione del sé. È così che il Sahasrara si apre e avviene lo yoga, l’unione con l’assoluto. Si sperimenta lo stato di consapevolezza senza pensieri, caratterizzato da una gioia costante. È possibile avvertire anche una leggera brezza fresca sulla sommità della testa e sulle mani. Ciò si verifica quando viene sviluppata la consapevolezza vibratoria (una particolare sensibilità), tramite la quale si percepisce il livello di energia presente nei chakra.

Il risveglio della Kundalini nutre il sistema sottile, riequilibra così le disfunzioni del flusso energetico, migliorando la salute fisica, mentale ed emozionale. Il canale centrale (Sushuma Nadi), corrisponde al sistema autonomo parasimpatico, e l’azione di Kundalini su di esso comporta una diminuzione dell’attività dei canali laterali, e la conseguente loro stabilizzazione. In questo modo, si manifesta armonia tra il lato lunare-femminile (yin) e quellosolare-maschile (yang). I pensieri non vengono più rivolti né verso il passato (con il rischio di cadere nella depressione e nella pigrizia), né verso il futuro (con il rischio di diventare iperattivi e aggressivi), ma al presente, sperimentando così equilibrio, gioia ed evoluzione.
Tra i messaggi più emblematici pronunciati da Shri Mataji per far comprendere il significato profondo di Sahaja Yoga vi è questa frase: “La meditazione è l’unico modo in cui potete crescere, perché quando meditate siete in silenzio, siete in consapevolezza senza pensieri. Allora la crescita della consapevolezza ha luogo”.

L’ascesa della Kundalini permette all’energia dei chakra di stabilizzarsi, quindi di integrare i vari aspetti della personalità. Ne consegue una maggiore capacità di entrare in connessione con sé stessi e allo stesso tempo di comprendere e percepire gli altri esseri umani. Si entra così nella sfera della coscienza collettiva: l’Essere supera i limiti dell’individualità, in quanto l’involucro-guscio del cosiddetto “uomo-uovo” viene dischiuso e sbriciolato a seguito dell’apertura della membrana della fontanella. Cioè, è Kundalini che con la sua ascesa verso il Sahasrara porta l’individuo allo stato di Yoga, ovvero all’unione con il Tutto e a sentirsi quindi in totale armonia con il proprio Sé.

Questo metodo è ormai praticato in molti centri sparsi in ogni angolo del globo. È dal 1970 che Shri Mataji Nirmala Devi si dedica a tempo pieno a insegnare le tecniche della meditazione Sahaja Yoga, diffuse tramite incontri di gruppo gratuiti. Shri Mataji sostiene infatti che “la realizzazione del sé è un diritto universale e non può essere comprata”, denunciando parallelamente quei maestri più interessati ai soldi che all’ascesa spirituale. In tutta Italia, si sono costituiti ormai da anni vari centri dove viene praticato Sahaja Yoga (gli indirizzi si possono consultare all’interno del sito www.sahajayoga.it. Ulteriori informazioni si trovano sul sito www.sahajayoga.org).

Fonti:
– Grégoire De Kalbermatten, L’avvento. La Scoperta Unica Di Sahaja Yoga, Ed. Mediterranee, 1996
– Gavin Flood, L’induismo. Temi, tradizioni, prospettive, Ed. Einaudi, 2006
– Appunti e discorsi diffusi dall’Associazione Culturale Sahaja Yoga
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