Le prove della vita

Le prove della vita

Significato, scopo e valore delle prove della vita, e come viverle bene.
Di Peter Roche de Coppens.

Introduzione

In questo che è il mondo della dualità e il laboratorio del nostro divenire, le prove sono inevitabili e arrivano prima o poi, in un modo o in un altro. Queste prove arrivano sui quattro grandi piani del nostro essere e livelli di coscienza: fisico, emotivo, mentale, e spirituale.

Più evolviamo, più innalziamo il nostro livello di coscienza, e più diamo del nostro meglio, più arrivano prove difficili, sottili e sofisticate. L’immagine di base qui è quella della scuola: quando uno studente è bravo viene promosso a una classe superiore dove gli esami sono più richiedenti.

A livello spirituale la grande chiave non è tanto quello che ci succede e viviamo ma come lo percepiamo, definiamo e reagiamo. Allo stesso modo, ad essere fondamentali non sono tanto il risultato dei nostri sforzi e fini, quanto la nostra motivazione e intenzione, il cuore.

Fino a quando saremo in questo mondo, dal primo all’ultimo momento, vivremo e dovremo vivere delle prove. Ma da dove vengono queste prove. Quale potrebbe essere la loro causa?

Qui la risposta è doppia: dalla “terra”, da noi e dalla nostra personalità, oppure dal “cielo”, da Dio e dalla nostra anima per aiutarci a crescere e attualizzare le nostre facoltà e potenzialità.

La risposta è sempre di non giudicare ma aiutare, fare quello che uno può per migliorare la situazione, per noi e per gli altri!

Presupposti e assiomi

Esistono vari modi di percepire, definire e reagire a quello che noi viviamo e quindi alle nostre prove. Ci focalizzeremo sulla prospettiva spirituale: la sua visione, presupposti e contributi, frutto della tradizione spirituale, per presentare e spiegare le prove della vita.

L’essere umano è un grande essere spirituale, figlio di Dio,dotato di un incredibile potenziale (a vari livelli) che però deve liberamente coltivare, attualizzare e manifestare.

I mondi della creazione ed il piano fisico in particolare sono l’enorme laboratorio dove l’uomo deve evolvere, creare e realizzare se stesso tramite una moltitudine di esperienze ed un lungo tempo.

Tutto quello che noi siamo, quello che viviamo e quello che ci succede può o essere il frutto del caso, dell’azzardo, oppure di leggi e principi ben precisi. Ora è chiaro, sia per i mistici che per i grandi scienziati, che è il frutto di leggi e principi ben precisi che noi possiamo scoprire, studiare e rispettare… o no!

Questo significa che nulla succede a caso, che tutto ha un signiticato, uno scopo e un valore e che nulla va mai perso.

Significa anche che non siamo soli e abbandonati in un mondo oscuro e doloroso, ma che abbiamo un Padre celeste che veglia su di noi, che ci ama e ci aiuta a realizzare il nostro grande traguardo ed il piano divino, la theosis.

Sette sono i livelli di coscienza e di essere e le tappe fondamentali della nostra evoluzione che ci portano dal “bebé’” al “vecchio” e che ho descritto in tanti dei miei libri e conferenze. Vedi l’immagine ed analogia della grande famiglia estesa che include: bebé, bambini, adolescenti, giovani adulti, adulti, adulti maturi e vecchi.

Quattro sono i grandi passaggi della nostra evoluzione e realizzazione per il cristianesimo essenziale: la metanoia, la catharsis, la fotisis e la theosis.

Natura, dinamica e manifestazione delle prove

Le prove, esami, o eventi difficili che possiamo vivere, possono toccarci sui quattro grandi piani del nostro essere: quello fisico, emotivo, mentale e spirituale.

Possono essere collegati con la nostra salute (quindi malattie e patologie), con le nostre relazioni (famiglia, amici, collaboratori), con il nostro lavoro (la sua assenza o inadeguatezza), con eventi naturali (terremoti, carestie, epidemie), e con eventi politici (guerre o persecuzioni), economici (sfruttamento, recessioni) o religiosi (persecuzioni e violenze).

La chiave qui non è tanto quello che ci succede ma come percepiamo, definiamo e reagiamo a quello che viviamo. Quindi esiste sempre la possibilità di trasformare o riquadrare il negativo in positivo.

Le prove coinvolgono sempre: i nostri pensieri (dimensione mentale), le nostre emozioni o sentimenti (dimensione emotiva), il nostro corpo (aspetto fisico) e la nostra anima (aspetto morale e spirituale).

Possono coinvolgere noi stessi, le persone che amiamo e che ci sono vicine, il nostro paese, l’umanità o i nostri ideali ed obiettivi.

Nelle prove noi proviamo dolori, sofferenze, costrizioni, limitazioni umiliazioni, “ingiustizie” che dobbiamo cercare di capire, accettare, e adoperare nel modo giusto per poterle superare e imparare la “lezione” che contengono.

È fondamentale capire bene la dinamica e lo scopo delle prove che prima ci fanno sentire meno di quello che siamo e desideriamo essere, per poi farci capire che esse sono servite a qualche cosa, che siamo cresciti e diventati migliori perché le abbiamo vissute!

La sofferenza e il dolore hanno sempre due facce: quella distruttiva e quella costruttiva; cioè possono far cadere o innalzare la nostra coscienza, comprensione, sensibilità e abilità di esprimerci. In nuce la differenza è di poterle vivere con o senza significato, valore o scopo – capire che servono a qualche cosa per cui valgono la pena… o no!

Perché viviamo prove? Origine,manifestazioni e scopo

Una delle grandi domande, universali e perenni degli uomini è sempre stata questa: Perché devo vivere questa prova? Che cosa ho fatto per meritare questi dolori e sofferenze?

Ora sappiamo che il nostro essere, il mondo e la vita sono retti da leggi e principi universali ed irrevocabili.

Questo significa che tutto ha una causa e uno scopo. Quali potrebbero essere la causa e lo scopo delle prove che noi viviamo?

A secondo dei Santi e dei Saggi, le cause sono due: noi stessi, con quello che abbiamo pensato, sentito, detto e fatto (non solo in una vita ma in tante vite), e il Cielo o Dio che ci manda prove per farci crescere e attualizzare il nostro potenziale.

Quindi le cause delle prove possono venire dalla “terra” , da noi stessi e dalla nostra personalità, da quello che abbiamo pensato, sentito detto o fatto, o dal “cielo”, dalla nostra anima e Sé spirituale, per farci salire a un piano superiore di coscienza e di essere.

Le prove si manifestano sempre con limitazioni e costrizioni, con dolori e sofferenze, con umiliazioni e ridimensionamento del nostro ego e potere. Richiedono sforzi e sacrifici, pazienza e perseveranza; di dare il meglio di noi stessi ma anche di chiedere aiuto al Cielo e agli altri… e di cambiare qualche cosa nei nostri pensieri, sentimenti, parole, azioni e relazioni.

Il loro scopo è quindi di “pagare un debito”, di lavorare sul nostro karma o di riequilibrare una disarmonia che noi abbiamo creato… se viene dalla “terra”.

Se invece viene dal “cielo” è sempre un’opportunità di crescita, di innalzare il nostro livello di coscienza e di essere, di trascendere il nostro livello attuale e quindi di evolvere. Come tale e se vissuta bene, può essere una vera “iniziazione” che ci porta a un altro e più alto livello di coscienza e di essere.

Molte volte pensiamo di non potercela fare in quanto siamo provati all’estremo limite delle nostre capacità. Ma in realtà non è così, in quanto il Cielo non ci manda mai una croce insopportabile.

Come vivere bene le prove

Questo è forse il cuore di questa presentazione e lavoro. Le prove arriveranno e la nostra sfida è come viverle bene!

La chiave qui risiede nello hieros gamos, nell’unione delle polarità: maschile e femminile, materia e spirito, esterno e interno, da quello che dipende da noi e quello che non dipende da noi!

Noi dobbiamo dare e fare tutto quello che possiamo (altrimenti rimaniamo bloccati) ma poi dobbiamo anche chiedere aiuto al Cielo e agli altri...per infine arrivare a un punto di equanimità dove possiamo dire e vivere “che sia fatta la Tua volontà”!

Qui la fede (il sentimento più che il pensiero o la volontà) gioca un ruolo essenziale. Rendersi conto che non siamo soli e abbandonati in questo mondo, che le prove non arrivano a caso o per farci del male, ma per aiutarci a guarire e a crescere. E che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine e quindi non dureranno per sempre.

Rendersi conto che siccome non siamo ancora esseri perfetti e completi, non possiamo non fare sbagli… i quali devono essere corretti; che la “vera Vita” non è quella che viviamo sul piano materiale (che è solo temporale ed è un “mezzo” e non fine a se stesso) ma quella che vivremo nei mondi spirituali.

Infine, avere pazienza e perseveranza; cercare di aiutare gli altri per non essere sempre focalizzati sui nostri problemi e difficoltà.

Imparare ad accettare e perdonare tutto (rendendoci conto che nulla va perso e che tutto ha uno scopo e quindi un valore). Quindi trasformare il negativo in positivo… che dobbiamo nutrire…

Le prove e i nostri attributi ontologici

Una legge o principio fondamentale della realtà e quella della trinità. Ritroviamo questo principio nei nostri attributi ontologi (Vita, Amore e Saggezza o volontà, sentimento e pensiero).

Questi attributi ontologici hanno le loro radici e origini nei nostri centri psicospirituali; in particollare in quelli della testa, cuore e spalle e formano la “croce di Luce”.

Questo significa che per capire, accettare e vivere bene le nostre prove dobbiamo affrontarle tramite i nostri pensieri, sentimenti, scelte e vitalità.

Questo vuole dire poter dare loro un significato (aspetto cognitivo, mentale di comprensione), un valore (aspetto affettivo, ed emotivo di apprezzamento) e uno scopo (aspetto volitivo).

Messi assieme e uniti, questi portano a una di due conclusioni opposte: queste prove valgono la pena o no!

Per alcuni (gli intellettuali) il significato è la dimensione chiave… basti pensare alla logoterapia di Viktor Frankel. Per altri (gli artisti o romantici) è il valore a costituire la dimensione fondamentale. Per altri ancora è lo scopo a essere l’aspetto cruciale (per le persone pratiche e volitive). Questa prova serve a qualcosa o no?

In conclusione, possiamo mettere le prove, come le nostre parole o tante altre cose, sulla “croce di Luce” interiore cercando di capire, di accettare e apprezzare, e di rendere utile e benefico quello che ci sta succedendo e che viviamo; cioé unire testa, cuore e spalle – comprensione, gratitudine e scopo per quello che viviamo. Se serve a qualche cosa e ci fa crescere, allora è sempre positivo e possiamo accettarlo!

La saggezza di Dio e la saggezza degli uomini

La vita e la condizione umana sono riempite di paradossi, contraddizioni e apparenti ingiustizie e ineguaglianze.

È per questo che tutte le Sacre Scritture contengono molti paradossi. Uno di questi è: “Le mie vie non sono le vostre” dice il Signore e “La saggezza di Dio è follia agli occhi degli uomini come quella degli uomini è follia agli occhi di Dio”!

In che cosa consiste la saggezza degli uomini se non nel cercare il piacere ed evitare il dolore? Questo significa rendere la vita più facile, confortevole e piacevole. La saggezza di Dio, invece, implica crescere, evolvere, attualizzare il nostro grande potenziale e raggiungere la nostra meta, la theosis.

Per crescere ed evolvere, per innalzare il nostro livello di coscienza e di essere, abbiamo bisogno di tante esperienze, positive e negative. Le prove della vita sono come esami o iniziazioni che giungono per farci crescere, per riequilibrare una disarmonia e farci salire ad un piano superiore del nostro grattacielo.

Come tale, sono necessarie per rivelarci la nostra vera e completa identità e per farci capire a livello vitale quali sono i nostri poteri e capacità, i nostri limiti e potenzialità.

È per questo che i Santi e i Saggi si rallegrano quando arrivano le prove e le difficoltà e si preoccupano quando la vita è troppo facile e piacevole con poche sfide esistenziali. Basti pensare alla differenza e impatto che hanno gli sforzi e sacrifici degli atleti e alle conseguenze dei piaceri e delle indolenze dei così detti “bon viveurs”!

Ed è anche per questo che se uno vuol crescere e fare progressi deve sempre scegliere la via più difficile e mai quella più comoda e facile.

Aspetto pratico: come aiutare se stessi e gli altri?

La vita non è facile, è molto difficile e lo diventa sempre di più nonostante il “progresso” tecnologico e sociale.

Abbiamo vistro che come quando il buon studente a scuola viene promosso a una classe superiore, così l’essere umano quando cresce e vive bene dovrà confrontarsi con prove sempre maggiori che diventano più sofisticate e difficili.

Per la tradizione spirituale, la grande chiave qui è poter dare significato (pensiero), valore (sentimento) e scopo (energia e volontà) a quello che viviamo per capire e sentire che vale la pena!

Quindi l’importante è sempre crescere, evolvere, innalzare il proprio livello di coscienza e di essere, e aiutare gli altri a fare lo stesso.

La prima cosa è d’invertire la linea di causalità e le nostre priorità: pensare prima a Dio, poi agli altri e meno a se stessi e ai propri problemi.

Poi dare sempre il meglio di noi stessi, fare sforzi e sacrifici, dare tutta la nostra mente, il nostro cuore e la nostra attenzione e concentrazione a quello che facciamo.

Quando abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e dato del nostro meglio, allora dobbiamo chiedere aiuto al Cielo e agli altri.

Infine quando abbiamo fatto tutto quello che potevamo e non possiamo fare niente di più in dimensione orizzontale, allora dobbiamo passare in dimensione verticale, arrivare all’equanimità e dire e vivere: “Che sia fatta la Tua volontà”!

Qui si tratta di agire, di riflettere, pensare e discutere e poi pregare per far scendere la Luce e salire la coscienza; per avere l’ispirazione e il discernimento necessari per capire quello che noi stiamo vivendo, per poter fare le scelte giuste e per avere la forza di fare quello che è “giusto” e che sappiamo e desideriamo fare... ma che molte volte ci è impossibile perché ci mancano la forza e il coraggio necessari.

La vita come triplice scuola

La vita sulla terra è veramente una triplice scuola: la scuola della conoscenza (mente), dell’amore (cuore) e della volontà (capacità creatrice di potersi veramente esprimere).

Non siamo venuti in questa dimensione per essere comodi e felici, ma per crescere, evolvere e attualizzare le nostre facoltà e il nostro enorme potenziale.

Per crescere e attualizzare il nostro potenziale abbiamo bisogno di tante esperienze le quali, nel mondo della dualità, saranno necessariamente buone e cattive.

Questo significa che da una parte dovremo “riarmonizzare” le disarmonie che abbiamo creato con i nostri sbagli (che sono inevitabili siccome siamo ancora inconsci e incompleti), mentre da un’altra parte riceveremo vari “esami” dal Cielo quando saremo cresciuti e avremo la maturità e le risorse per essere “promossi” a una classe superiore.

Indubbiamente, il cuore di quello che viviamo sulla terra, delle nostre esperienze e prove umane, si trova nel nostro livello di coscienza interiore e non nella prova esteriore, quindi a livello soggettivo e non oggettivo… che e’ unico e personale.

Si trova nel modo di percepire, definire e reagire a quello che stiamo vivendo; specificamente per quanto riguarda le nostre prove di percepire significato, valore e scopo a quello che ci sta succedendo.

Questo, a sua volta, è una funzione del nostro livello di coscienza e di essere, dove la soluzione esiste in alto ma non in basso e quindi il vero rimedio è innalzare la coscienza!

Conclusione

In questa presentazione abbiamo visto come le prove siano inevitabili e inesorabili per tutti nel mondo della dualità.

Con l’evoluzione, il progresso e il passare del tempo, queste tendono ad aumentare invece che diminuire.

Abbiamo visto come Santi e Saggi accettano e aspettano prove nella loro vita e si preoccupano quando le cose sono troppo facili e piacevoli.

Questo paradosso si può spiegare con l’analogia della scuola dove quando il bravo studente viene promosso a una classe superiore, gli esami diventano più difficili e non più facili.

Si può anche spiegare dal fatto che per conoscere noi stessi, i nostri limiti e capacità, dobbiamo vivere esperienze che le mettano alla prova… E dal fatto che siamo venuti in questo mondo per crescere e attualizzare il nostro potenziale e non per trovare il paradiso.

La prova, più che esteriore è una sfida interiore, una sfida alla nostra coscienza. Qui dobbiamo trovare significato (aspetto mentale), valore, accettazione e gratitudine (aspetto emotivo) e scopo (aspetto volitivo) per superare la prova e trasformare il negativo in positivo.

Per questo dobbiamo dare il meglio di noi stessi, poi chiedere aiuto al Cielo e agli altri, per arrivare a un punto di equanimità che è il grande segreto per ritornare al mondo dell’unità e così trovare la pace e la serenità.

Questo richiede pazienza e perseveranza, pregare per ottenere il discernimento di come reagire e capire quello che si deve e si può fare e quello che non si deve e non si può fare, e avere la forza per farlo; e rendersi conto che la prova ha sempre una causa e uno scopo positivi e non durerà in eterno.

Un grande aiuto qui è di pensare più agli altri e di aiutarli, piuttosto che pensare sempre e troppo a se stessi e ai propri problemi… e rendersi conto che alla fine, quando la tempesta sarà passata, quello che abbiamo vissuto sarà veramente valso la pena… perché ne saremo arricchiti!

Postscriptum

Nello sviuluppo e presentazione del nostro tema, ho dato l’impressione che la grande chiave per vivere bene la prova e superare “l’esame” sia il nostro livello di coscienza dove trovare significato, valore e scopo a quello che viviamo configurandosi, così, come il rimedio essenziale.

Questo è forse dovuto al fatto che ho sempre privilegiato la sapienza, la conoscenza e la saggezza, la comprensione di quello che una persona vive.

In realtà, però, l’aspetto affettivo, il cuore, è forse più importante della testa e della volontà.

In questa ottica, allora, è il coraggio della persona a diventare fondamentale per vincere la paura, le angosce e le preoccupazioni che offuscano la comprensione e distruggono la volontà della persona.

In che cosa consiste questo “coraggio” e come possiamo svilupparlo? Le sue radici ed origini profonde si trovano nell’amore. Sviluppare e manifestare coraggio quindi vuol dire amare veramente!

Il vero coraggio non significa non sentire paura o angoscia, ma capacità di dominarle, di non farsi controllare da esse, per andare oltre e affrontare ciò che la vita ci porta con la consapevolezza che, succeda quel che succeda, ne vale la pena… e che non siamo soli e abbandonati a noi stessi in questo mondo violento e doloroso.

Vuol dire accettare il dolore e la sofferenza con la certezza che ne valgono la pena e che, in qualche modo, dobbiamo dare il meglio di noi stessi… per noi, per gli altri, per Dio… per amore!

 

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