Volontà umana e volontà divina: come capirli, riconciliari e adoperarli saggiamente? Peter Roche de Coppens ci accompagna alla scoperta del “piano divino” e del significato della Vita, attraverso un viaggio di sei puntate. Terza parte.
Per quanto riguarda Dio, nostro Creatore, cosa possiamo dire a livello cognitivo e razionale?
Forse due cose ben contraddittorie ma complementari. Primo, Egli è e rimane ineffabile, incomprensibile in quanto infinitamente più grande e superiore della nostra mente umana, infinito, eterno e assoluto. Per capire Dio, nostro Creatore, seguendo il principio e l\’assioma che “solo il simile può capire il simile”, noi dovremmo arrivare al settimo livello di coscienza e di essere, cioè alla piena unione cosciente con Dio. Cosa possibile, ma non ora… Lo sarà solo alla fine della nostra evoluzione e realizzazione, quando avremo raggiunto il traguardo finale.
A livello del cuore e della fede, però possiamo sentire e cercare di descrivere certe cose che, seguendo le esperienze e le conclusioni della tradizione spirituale e del cristianesimo essenziale, così come quelle dei grandi mistici e iniziati, sono le seguenti:
1. Dio è Spirito e quindi può solo essere raggiunto e compreso in modo spirituale!
2. Di certo, tutte le rappresentazioni e immagini antropomorfiche che ci facciamo di Lui non sono Lui… tuttavia sono utili e necessarie in quanto rappresentano l’unico modo con cui l’inneffabile e l\’incomprensibile può diventare intelligibile e comprensibile. Il pericolo qui, ovviamente, è quello di creare “idoli” cioè di ridurre il “Tutto” nella “parte”, di fondere il “fine” nel “mezzo” e di proiettare la nostra concezione e immagine su di Lui – di crearlo a nostra immagine! Qui, la chiave rimanene sempre “l’asse verticale della coscienza”, l’umiltà e l’apertura cognitiva.
3. Il nostro Creatore ci ha dato due “manuali d’impiego” (da me descritti con maggiori dettagli in altri dosumenti): la Natura studiata dagli scienziati, e le Sacre Scritture interpretate da profeti o mistici… manuali che, ovviamente, per essere intelligibili e pratici, devono essere studiati e tradotti secondo i termini del nostro livello di coscienza e di essere (o microcosmo).
4. La spiritualità, così come la religione o qualsiasi altra disciplina fondamentale, contiene sempre un aspetto obiettivo ed esteriore, e uno soggettivo e interiore, così come una dimensione exoterica (data a tutti senza una preparazione o meriti particolari) e una dimensione esoterica (data a pochi, ben preparati e iniziati). Dato il fatto che funzioniamo a vari livelli di coscienza e di essere, questo è universale e inevitabile. Un esempio a un livello più basso e “orizzontale” potrebbe essere la matematica con i suoi vari livelli e gradi: aritmetica, algebra, geometria, trigonometria, calculus ed equazioni differenziali che seguono una sequenza ben precisa e necessaria per arrivare al livello superiore.
5. A livello storico e pratico, questo significa che, nella tradizione spirituale e nelle religioni autentiche, la “lettera” viene data al clero e ai teologi ma “lo spirito” solo a mistici, profeti e iniziati. Questo in quanto la religione, in senso largo, ha sempre un “corpo” (la lettera: i dogmi simboli, archetipi, miti e riti), “un’anima” (la loro interpretazione, implicazioni e applicazioni) e uno “spirito” (l’essere e la vita che hanno creato sia il corpo che l’anima). Ora, è essenziale che la “lettera” venga vivificata e interpretata dallo “spirito” in ogni generazione per rendere personali e operativi i suoi misteri e tesori. E, se non sbaglio, oggi (alle fine del XX e ad inizio del XXI secolo) è proprio l’anima delle religioni e delle tradizioni spirituali che deve evolvere, cambiare, e adeguarsi al nostro livello di coscienza e di essere, alla nostra sensibilità, bisogni e aspirazioni.
6. Questo Spirito, che è Dio e il nostro Creatore, è anch’Egli una trinità che possiamo descrivere con i seguenti attributi essenziali: la Luce, il Fuoco, e la Vita. Essi sono sia uno in essenza che tre in manifestazione. La “Vita” ha un telos o impulso fondamentale che è quello di realizzare o attualizzare tutto il suo potenziale e tutte le sue facoltà, e questo tramite la Coscienza. Questa Coscienza, a sua volta, si manifesta come Saggezza, Amore e Volontà; nell’essere umano, microcosmo e ologramma in miniatura del suo Creatore, essa si esprime e manifesta come mente (pensiero), cuore (sentimento) e volontà, vitalità ed energie creatrici. Ciò, a sua volta, significa che “adorare Dio in spirito e in verita” vuol dire studiare e cercare di conoscere di più, sentire e amare in modo più conscio e intenso, ed esprimersi e creare sempre di più e meglio.
7. Ora, se la quintessenza, il cuore e la sostanza di Dio e della Realtà ultima è Amore, questo implica che Egli vuole dare e ricevere Amore, e per questo sono necessarie la Coscienza e la libertà, o libera scelta. Questa libertà o libera scelta implica a sua volta la possibilità di fare diversamente, di ribellarsi, e di non scegliere l’Amore… almeno per un certo periodo di tempo. Tutto questo comporta anche molto tempo e il fattore “’indistruttibilità” degli spiriti creati a immagine e somiglianza di Dio. In ciò è implicita la possibilità di una Caduta e di una Redenzione. Implica la possibilità di fare tanti sbagli per poi raccogliere le loro conseguenze: morire, soffrire, perdere la libertà, e ammalarsi.
(Continua)
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