Carlo Dorofatti ci parla di UFO, ipotesi extraterrestre ed esoterismo, mostrando come sia possibile e opportuno approcciarsi a queste realtà, cioè attraverso quell’unica vera autorità che è la nostra coscienza.
– Nel tuo Anima e Realtà accosti l”indagine magico-esoterica, ovvero del profondo del nostro animo, non solo all’indagine delle dimensioni trascendenti, ma all’indagine del nostro passato. Puoi approfondire questa interpretazione dell’archeo-astronomia ed eventualmente dell’ipostesi extraterrestre?
Prima parliamo dell’ipotesi terrestre. Poco tempo fa ricevo queste domande via email: perché studiare queste cose? Perché fare ricerca e cercare l’esperienza di tutto questo? Ebbene, mettiamola così: se ci pensate bene, è perché tutto, assolutamente tutto, la nostra storia individuale e quella collettiva, il comportamento nostro e di tutta l’umanità, le scelte, le attitudini, le azioni, il bene e il male, ciò che muove i nostri propositi e quelli delle masse, ciò che muove la storia, i retroscena, i perché, tutto, in prima e in ultima analisi, dipende dalla nostra mente, dai nostri pensieri, dalle nostre congetture, idee, credenze, ideologie. Se vuoi capire te stesso e il mondo, la tua indagine non può che essere radicale: psicologica, filosofica, ovvero umanista o, meglio, in definitiva, spirituale. Ecco perché non può che essere così profondo il discorso ed ecco perché la mia ricerca e la mia condivisione cerca di essere altrettanto radicale e, inevitabilmente, metafisica.
Le ipotesi moderne, che sono quelle di alcuni scienziati e non solo piú quelle del mondo della “new age”, sembrano allinearsi con quel sapere antico, esoterico, che da sempre accompagna l’uomo nella sua indagine della realtá. Un sapere sotterraneo, misterioso, nascosto soprattutto dove l’uomo è meno abituato a cercare: dentro se stesso.
La cosiddetta “ipotesi extraterrestre” non dice niente di nuovo rispetto alle tradizioni esoteriche di tutti i tempi e di tutti popoli: dai Veda alla Teosofia, dallo sciamanesimo dei popoli nativi alla neo-gnosi psichedelica, dai saperi dell’antico Egitto, o forse di Atlantide o di Lemuria, ai misteri templari e massonici, dalla mistica religiosa alla moderna mistica dei fisici e degli scienziati. Anzi, è stato proprio Crowley a intuire e ad accostare, forse per primo in epoca moderna, il discorso magico con il discorso alieno.
Partendo dalla conoscenza e dall’interpretazione degli antichi miti, comparandoli tra loro e osservando le stupefacenti similitudini tra popoli e culture cosí diversi nel tempo e nello spazio, si aprono almeno un paio di vie:
1. La via archeologica, ovvero quella della moderna paleoastronautica, dell’antropologia del sacro, dell’archeologia misteriosa e dei sincretismi tra nuova storia e nuova fisica, quindi siamo nel filone scientifico e para-scientifico, che si spinge ai suoi estremi con l’ufologia e l’esopolitica, e…
2. Una via diversa, che si muove su un terreno che, anche se si tenta di far convergere in qualche modo con quello scientifico, resta di fatto un approccio diverso, non necessariamente elusivo rispetto alla scienza ortodossa, ma fondato su percorsi del tutto alternativi: mi riferisco al soprannaturale, allo psichismo, al contattismo, a sistemi di indagine supportati da una sensibilità e da una logica diversa, dove l’essere umano può contare su strumenti “non convenzionali”, sensi interiori e facoltà misteriose, che tuttavia tutti possono imparare a ritrovare dentro di sé.
Penso che sia giunto il tempo di superare queste classificazioni e queste alternative, restituendo al Sapere quel respiro cosmico e totalizzante di un tempo. I misteri del passato, la crisi del presente, l’attesa di un futuro che vogliamo diverso, che sentiamo dovrà essere diverso, conduce tutti quanti noi all’opportunità se non alla necessità di elevarci a un livello superiore, o se vogliamo di sprofondare senza paura negli abissi della nostra anima. Abbiamo bisogno di una via olistica, una via spirituale che effettivamente oggi possiamo percorrere con maggiore consapevolezza e intelligenza, una via che dalla conoscenza ci conduca alla coscienza: alla coscienza di un sapere da ritrovare nel passato, come chiave di lettura del presente e del futuro possibile.
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Riporto un mio intervento presso il Convegno “The origin of civilisation”, Dubai, 2010:
Durante convegni come questo, non si dice mai chiaramente, ma si lascia intendere, che c’è dell’altro, che i conti non tornano. Non si parla di extraterrestri e non si crede agli UFO, eppure tra le righe a tutti quanti rimane il gusto di pensare:
– che la nostra orgine non è terrestre;
– che siamo stati forse creati o che per lo meno vi è stata un’interferenza aliena o extraterrestre durante la nostra creazione o evoluzione;
– che i miti e le religioni di ogni tempo hanno attribuito a questa interferenza connotati divini e valori spirituali;
– che i grandi misteri archeologici potrebbero essere risolti ammettendo l’esistenza di civiltà antiche tecnologicamente avanzate, le quali erano forse le avanguardie di civiltà stellari e di energie superiori, nelle quali ritrovare non solo la nostra origine divina e umana, ma anche il filo conduttore della nostra vera storia, della nostra coscienza perduta e della nostra evoluzione possibile.
Ebbene mi prendo io volentieri la responsabilità di usare chiaramente questi termini e di affermare che tutto questo non è fantascienza e che, comunque la si voglia pensare, non è qualcosa di inutile: che Atlantide e gli UFO siano realtà storica o un mito moderno, non ha poi molta importanza se sono in grado di ispirare una ricerca che più facilmente possa aprire la nostra mente, e guidarci alla scoperta non già di una storia piuttosto che di un’altra, dell’universo o dell’atomo, ma di noi stessi.
E permettetemi di aprire una parentesi. Ricordiamo che oggi, la moderna fisica mette in discussione il fatto che l’universo come noi lo vediamo e lo concepiamo esista. Si mettono in discussione il concetto di spazio e di tempo, si parla di universo pluridimensionale e di porte su realtà tra loro parallele e di realtà virtuale della materia…
Il fatto è che noi non lo sappiamo nemmeno come è fatto l’universo, per cui porsi il problema se esitono gli alieni è porsi un falso problema: non sappiamo neanche se esistiamo noi! Non sappiamo cos’è la realtà per cui perfino sapere se ci sono altri pianeti abitati è un falso problema, perché fintanto che non siamo ben consci di come l’universo è fatto, non possiamo fare altro che applicare le nostre logiche limitate a una fenomenologia che di per sé è estramamente più vasta e multi-dimensionale.
L’approccio al problema degli UFO e degli alieni dovrebbe essere non tanto quello di darsi tante risposte, ma quello di porsi le domande giuste. Ecco: abbiamo bisogno di nuove domande, più attinenti al concetto di realtá che non alle apparenze. Il fenomeno UFO, il più interessante e provocante dei nostri tempi, ci può aiutare proprio a considerare nuove domande, in quanto è una porta verso l’oltre.
Dobbiamo lasciar cadere queste maschere e toglierci di dosso il desiderio di essere solo pecorelle con qualche pastore cosmico che ci guida e ci difende dal lupo cattivo, e pensare che forse qualcosa di alieno c’è anche dentro di noi. Finché non sappiamo cosa siamo, cos’è la nostra coscienza, non potremo accedere a chiavi di lettura più evolute.
Allora cosa sono gli UFO? Io non lo so, e non lo voglio sapere in questi termini, non mi interessa perché qualunque riposta sarebbe una risposta parziale. Dobbiamo invece sapere come funzionano le cose, e come funziona il nostro rapporto con le realtà alternative. E qui spunta l’esoterismo, cosí come molte tradizioni che avrebbero molto da insegnarci su questo. Il fenomeno UFO sicuramente interagisce con la psiche collettiva: parliamo di un fenomeno esogeno, alieno, che si apre come una finestra verso l’oltre e che ci induce anche a indagare quanto di alieno c’è dentro di noi. Il risveglio deve quindi partire da dentro di noi.
L’universo è un prodotto della nostra coscienza e una proiezione dei nostri sensi: siamo un tutt’uno con l’assoluto che, per qualche ragione, si articola in diverse frequenze di energia e di coscienza che entrano tra loro in relazione creando, nel nostro caso, una realtà apparentemente tridimensionale, orientata in un tempo unidirezionale che costituisce il nostro piano di esistenza.
Noi diamo forma a energie e forze che in qualche modo e per qualche ragione interferiscono con il nostro piano di realtà e che vengono rivestite con immagini compatibili con il nostro modo di pensare, le nostre superstizioni, le nostre aspettative religiose o fantascientifiche, le nostre paure e le nostre speranze. Siamo in pratica chiusi all’interno di un circuito sensoriale, per cui finché non impariamo a controllare questo circuito, non possiamo avere la certezza assoluta che le cose siano come crediamo che sono.
Per cui fino a che punto c’è una oggettività in ciò che noi consideriamo materiale? Di fatto il fenomeno UFO sembra proprio essere una confusione di piani, perché si mescola alla nostra realtà materiale qualcosa che potrebbe invece essere molto diverso e che diventa materiale quando gli pare, per poi ridinventare energia, scomparire o modificarsi completamente, questo soprattutto quando si cerca di inquadrarlo.
Ho usato il termine “esoterismo”, un termine difficile e ambiguo: con questo termine, dal punto di vista antropologico, intendo una forma di approccio alla conoscenza della realtà e ai valori del sacro in cui l’essere umano si pone in una dimensione attiva di sinergia e di controllo. A quel punto si intravede non solo con maggior chiarezza quella che potrebbe essere la realtà, sempre meno filtrata, ma anche quello che potrebbe essere il fine di tutto questo. Si tratta di entrare in relazione con il soprannaturale senza per questo automaticamente sottomettersi a presunte autorità che non esistono, perché l’unica vera autorità è la nostra coscienza, ovviamente nel momento in cui l’abbiamo saputa evolvere e temprare secondo la nostra vera natura.
Io mi occupo di esoterismo, di soprannaturale, di ricerca spirituale e di meditazione. E con la mia presenza qui voglio sottolineare il link tra quello che la scienza dice e quello che la scienza, questa scienza, non può ancora dire. Credo che convegni come questo rappresentino momenti importanti di dialogo e di confronto tra i saperi, durante i quali cominciare a sollevare il velo che ancora ci separa da una gnosi globale, dall’uso della scienza cosí come della coscienza, della ragione come del sentire.
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Ecco cosa si può intendere per magia moderna: innanzitutto l’acquisizione di una mentalità magica, di un pensiero magico che potrà tradursi in determinate applicazioni, certamente fino all’esercizio di determinati poteri che però non sono “la magia”, bensì un riflesso non essenziale. Questo nasce dal fatto che utilizziamo una minima parte del nostre facoltà, sia cerebrali sia extrafisiche, e di conseguenza, potendole amplificare, possiamo raggiungere un diverso rapporto con le cose, quindi anche un diverso rapporto con le cose. Ecco dunque i poteri, che non sono niente di soprannaturale; sono qualcosa di divino, perché tutto è divino!
Tali opportunità non hanno assolutamente la necessità di essere interpretate come dei rapporti con qualcosa che ci viene dato da qualcuno, magari attraverso dei patti, come determinati concetti fasulli di magia hanno fatto credere, o attraverso l’affidamento a forze esterne. Le forze esterne possono anche esserci: angeli, demoni, spiriti elementali, tutta questa tradizione ha un senso, ma è in gran parte connessa con la capacità che ha la coscienza umana di proiettare fuori di sé delle proprie parti e di rivedersele in qualche modo riflesse.
Laddove io interagisco con forze esterne, l’atteggiamento migliore non è certo quello di asservire se stessi a queste forze, ma di asservire queste stesse forze, come la magia ha sempre insegnato, ma non intendendole come schiave, ma come proprie proiezioni.
Se la stessa fisica quantistica e il paradigma olografico stanno ipotizzando che la realtà che ci circonda può essere intesa come qualcosa di reale, ma anche di fittizio, ovvero come un prodotto della nostra stessa coscienza consensuale, possiamo allora trovare un’armonia fra noi, il nostro interno e la realtà esterna, accedendo a nuove possibili determinazioni.
Per approfondimenti: www.accademiaacos.it
Ufo e contatti alieni – con Carlo Dorofatti
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