Al netto dell’io: il paradosso di essere umani

 

Intervento di Davide Cova a “Dialoghi sulla Coscienza (10-11-12 aprile 2015, Villa Bertelli – Forte dei Marmi), organizzato da Simona Barberi Eventi.

Tra gli argomenti del video:

Cos’è una pera? Se non l’ho mai vista, nessuno può darmene una idea. Il linguaggio non può sostituire l’esperienza.

Il linguaggio non è la realtà, così come la mappa non è il territorio.

Coloro che hanno realizzato ciò che insegnano, hanno una qualità nel loro insegnamento che è più profonda rispetto a chi parla e basta.

Per il buddhismo, l’essere umano viene al mondo con una illusione cardine: il non comprendere la modalità ultima dell’esistenza.

La parola può avvicinare alla verità, ma non è mai la verità.

Per il Buddha, a livello convenzionale siamo “qui e ora”. A livello ultimo siamo altro da come ci percepiamo. I cinque sensi non sono in grado di percepire la nostra reale modalità di esistenza.

Noi occidentali siamo iperconcettuali. Un modo per sciogliere la iperproduzione analitica della nostra mente è fare esperienza quotidiana della meditazione. Il che non richiede nessuno studio in particolare, ma l’esserci con la meditazione.

Diamo per scontato di avere un io autosufficiente e permanente.

L’io esiste intrinsicamente indipendentemente dalle sue parti? No, secondo la mappa buddhista. L’io esiste come mera imputazione di aggregati psicofisici. Eppure l’io è il pilota che ci guida nella nostra esistenza.

 

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