Il nostro corpo ha bisogno di muoversi, perché così è nelle leggi della sua costituzione. È innegabile che la sedentarietà riduce la nostra espressione vitale e, di conseguenza, la pratica costante di una qualsivoglia attività è fondamentale per sviluppare appieno le nostre potenzialità, non solo fisiche ma anche psichiche
Un primo passo per la salute e il benessere psico-fisico sarebbe quello di riconoscere la nostra vera natura, capire quanto sia importante che le nostre scelte, i nostri comportamenti, i nostri sentimenti corrispondano alla soddisfazione dei nostri bisogni, garantendoci funzionalità e vitalità per non provocare, al contrario, malessere e malattia.
Va detto che l’ambiente esterno, come quello dentro casa, oggi, è una variabile critica aggiuntiva, che può concorrere in modo significativo a indebolire le nostre difese, e quindi a condizionare la qualità e la durata della nostra vita. Altresì abbiamo detto tante volte quanto tutto interagisce ed è interconnesso, a partire dalla nostra visione della vita per arrivare al nostro stato emotivo, al nostro stile di vita, alla nostra alimentazione e, non per ultima, alla nostra attività fisica. Per questa ragione la nostra salute e il nostro benessere psico-fisico sono fortemente condizionati dalle nostre scelte e dal nostro modo di vivere.
Il nostro corpo ha bisogno di muoversi, perché così è nelle leggi della sua costituzione. È innegabile che la sedentarietà riduce la nostra espressione vitale e, di conseguenza, la pratica costante di una qualsivoglia attività è fondamentale per sviluppare appieno le nostre potenzialità, non solo fisiche ma anche psichiche.
Sull’attività fisica, ancora una volta, la scienza e la ricerca ci vengono in aiuto, per rammentarci, e per esortarci, alla pratica sportiva come abitudine di vita, per tutta la vita, senza “se e ma”. Essendo “animali in movimento” è logico riscontrare, nell’esercizio fisico, un miglioramento generale di ogni funzione, al pari di quanto la sedentarietà riduce e pregiudica apparati, sistemi e organi. Una recente analisi del Lancet Physical Activity Working Group ha misurato l’effetto dell’inattività fisica sulle malattie non trasmissibili indicate dalle Nazioni Unite (diabete e sindrome metabolica, infarti, ictus, tumori, Alzheimer, Parkinson...): i risultati sono sorprendenti. Facendo un calcolo sull’incidenza di queste patologie a livello mondiale, si è stimato che più di 5,3 milioni di decessi si sarebbero potuti evitare se le persone implicate fossero state dinamiche piuttosto che sedentarie. L’inattività fisica provoca il 6-10% delle principali patologie croniche, tanto che lo studio ha concluso che la sedentarietà è un vero e proprio fattore di rischio, alla stregua del fumo e dell’obesità.
Molte altre ricerche sono venute in questi ultimi anni a documentare i favori e i vantaggi funzionali per la salute e per il benessere generale derivati dalla pratica sportiva, che non necessita affatto di essere estrema, ma solo costante. La somma dei risultati ci riporta al tema della centralità biologica, intesa proprio come prerogativa costituzionale, mettendo alla berlina l’illusione della discrezionalità umana. Insomma, siccome l’esercizio fisico risponde alla nostra natura, non può che favorire e contribuire all’efficienza, alla regolazione, in una parola, alla massima espressione potenziale.
Le attività e le specialità sportive sono molteplici, e vanno considerate, programmate e gestite, in ragione degli aspetti tecnici e del sostegno dei processi che scatenano, che occorre saper gestire con oculatezza. È importante però che l’attività fisica sia praticata come scelta consapevole, con attenzione e cura di sé, in un disegno più largo del vivere, che trova nel “come penso” e nel “come mangio” la sua pienezza e la sua interazione.
Corrado Ceschinelli
Autore del libro Codice vitariano
(pubblicato lunedì 30 settembre 2019 su il Trentino)
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