Raccontano gli Anziani, che sette erano le direzioni che indicavano il cammino del Sole nel suo eterno ritorno e che ognuna custodiva caratteristiche utili a sostenere la vita sul nostro pianeta. Conoscerle e onorarle significava comprendere il senso dell’esistenza e partecipare all’opera armonica del Grande Mistero… Articolo di Ixchel Ruz, estratto dal suo libro Munay – Pratiche sciamaniche per le future generazioni
Un guerriero non ha bisogno di una storia personale. Un giorno scopre che non gli è necessaria e l’abbandona. (Carlos Castaneda)
In un giardino fiorito, ben radicata su un terreno fertile, viveva un’anziana Margherita. Ogni mattina, il fiore, alzava con gioia la sua bellissima corolla di petali bianchi al cielo, ringraziando la vita che si rinnovava ogni giorno. Dalla sua testolina gialla fatta di infiniti semi pieni di vita, sbocciava un canto di risveglio per tutti i fiori che le erano accanto: “Tutti siamo fiori in un giardino. Condividiamo nel cuore una radice comune. Questa radice è Madre Terra. È una radice d’amore nel nostro cuore”.
Pian piano tutti i fiori si destavano, si stiracchiavano, si stropicciavano gli occhi minuti, alzavano i loro petali verso il cielo e guardavano con amore l’oscurità che si ritirava davanti al nascere del Sole. Regnava la pace in questa oasi aromatica: ogni fiore profumava di una fragranza particolare; ogni colore era splendente, luminoso e diverso, la forma di ogni petalo era singolare e mai assomigliava a quella di un altro fiore. Non esisteva gelosia o paura di non essere amati: ognuno di loro sapeva chi era e quale fosse la propria qualità e virtù. Ogni giorno era vissuto come un regalo perché un nuovo Sole avrebbe illuminato tutti loro affinché godessero insieme della bellezza del Creato. Questo dono era talmente importante che decisero di esprimere gratitudine ogni mattino per il continuo fluire della vita. Uno alla volta ciascun fiore si sarebbe rivolto a una delle direzioni, offrendole una parola fiorita. E così fecero.
Raccontano gli Anziani, che sette erano le direzioni che indicavano il cammino del Sole nel suo eterno ritorno e che ognuna custodiva caratteristiche utili a sostenere la vita sul nostro pianeta. Conoscerle e onorarle significava comprendere il senso dell’esistenza e partecipare all’opera armonica del Grande Mistero. Le sette direzioni rappresentavano i quattro punti cardinali, il cuore del Cielo, il cuore della Terra e il cuore che batte in ogni essere minerale, vegetale, animale e umano. Esse costituivano un tempo l’autentica enciclopedia della vita a cui ricorrere per scoprire i misteri dell’esistenza.
L’esile e giovane Fresia gialla con la sua amabile vocina e il suo soffio vitale timido e delicato, era la prima ad aprire il cerchio dei ringraziamenti. “Buongiorno Est, spirito del Vento, siamo qui riuniti tutti noi, fiori di questo giardino, pronti a vivere con gioia e allegria un nuovo giorno. Ti regaliamo i nostri sogni, i nostri aromi e i nostri pensieri più belli. Non c’è attimo in cui dubitiamo dell’arrivo della Luce e nella gioia, dolce Alba, ti accogliamo.”
Poi era il turno del Papavero rosso dallo sguardo fiero e coraggioso, la voce grossa e il petto in fuori: “Buongiorno Sud, spirito del Fuoco, parlo a nome di tutte le mie sorelle e i miei fratelli fiori per ringraziarti del calore che ci offri e che ci fa crescere forti e sani. Grazie per darci la fiducia di splendere e per aiutarci a produrre il miglior nettare da offrire alle nostre amiche api. Ti regaliamo tutto il nostro amore e i frutti meravigliosi che siamo in grado di generare grazie al tuo nutrimento. Sole del mezzogiorno, in te ci specchiamo!”.
Con soffice e malinconica voce, l’Ortensia lilla, romanticamente continuava: “Buongiorno Ovest, soave spirito dell’Acqua, che ondeggi, rinfreschi e nutri la nostra linfa. Grazie per la rugiada che in noi si posa e danza morbida e leggera sui nostri petali. Grazie per le emozioni che fluttuano tra me e i fiori del giardino: siamo sempre in vita per l’affetto che proviamo gli uni per gli altri. Ti doniamo tutti i nostri colori avvolti in mazzi di arcobaleni luminosi, che accompagneranno il tuo consueto viaggio nel mistero della notte. Grazie al Sole che tramonta portando alla memoria la bellezza del Creato”.
Ed ecco il turno della saggia, antica e raffinata Calla bianca: “Buongiorno Nord, spirito della Terra, che tutto contieni e conservi. Grazie per circondare le nostre sottili e fragili radici che sprofondano nel prato verde smeraldo. Ti offriamo tutti i fiori che sono venuti prima di noi e tutti i fiori che verranno per rallegrare e adornare la tua bellissima pelle argentata nel buio della notte, in cui il Sole lascia spazio alla Luna incantata, la regolatrice della vita”.
Le quattro direzioni del pianeta erano state chiamate e tutti i fiori che avevano girato su se stessi salutandole, si mettevano finalmente in cerchio, pronti a rivolgere l’attenzione alle ultime tre direzioni: Il Cielo, la Terra e il Cuore.
Il Fiordaliso azzurro con i petali volti al Cielo, si alzava in punta di piedi con il desiderio di abbracciare il Cosmo intero e diceva: “Buongiorno meraviglioso Cielo, grazie per ricordarci che siamo piccole stelle cadute dallo spazio. Riceviamo con amore tutte le benedizioni offerte dai pianeti, dagli astri, dalla pioggia, dai raggi solari e lunari e dall’arcobaleno. Splendiamo per voi e in voi torneremo un giorno. Grazie per accogliere Madre Terra e avvolgerla in un abbraccio infinito”.
Il Narciso color ocra, con sguardo tenero e gentile, posando i suoi petali e le foglie verso la Terra, con voce amorevole incominciava: “Buongiorno magnifica Terra che ci offri continuamente tutto quello che hai senza chiederci nulla in cambio. Tu sorridi attraverso di noi e noi siamo felici di ricoprirti di baci a ogni nostro sbocciare. Amata Madre Terra, ogni nostro respiro è frutto della tua perfezione e sapiente ciclicità. In te nasciamo, in te moriamo, nella gioia e nella fiducia”.
E infine, un piccolissimo Iris di colore viola tenue, l’ultimo sbocciato e l’ultimo rappresentante dei fiori del giardino, con voce squillante e potente concludeva: “Cuore del Cielo, Cuore della Terra, Cuore di tutto ciò che ha un Cuore, Siamo Qui! Siamo la tribù dei fiori e veniamo a offrire i nostri Cuori all’intero creato. Portiamo l’allegria, l’aroma, la gioia, la bellezza, la speranza, l’amore, il perdono, la sorpresa, l’incanto, il colore e la trasformazione. Siamo senza timore perché il nostro Cuore è consegnato al Mistero. Siamo Qui! Pronti a rendere la vita più bella! Ecco il nostro Cuore!”. E con un gesto delicato ma pieno d’intensità, ogni fiore soffiava il proprio Cuore all’intero Universo.
La saggia Margherita, guardiana di quel giardino fiorito, conclusa la chiamata alle sette direzioni, prendeva per mano tutti i fiori del giardino che, dopo essersi guardati per qualche minuto negli occhi, osservandosi in tutta la loro bellezza, erano invitati a gridare a squarciagola: “Buongiorno Vita!”, e la giornata poteva cominciare.
Ixchel Ruz
Estratto dal libro Munay – Pratiche sciamaniche per le future generazioni (Anima Edizioni)
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