Attraversare il dolore

L’unica cosa che possiamo fare con il dolore una volta che lo stiamo vivendo è attraversarlo. Lo attraversiamo come potremmo fare con un bosco… Articolo di Francesca Comani, estratto dal libro Manualino di crescita personale

Nella vita non una, non due ma tante volte sperimentiamo o abbiamo sperimentato la sofferenza, il dolore. Chi più, chi meno, non occorre dare un livello al dolore (io di meno, tu di più).

Si dice che l’inverno mandi il freddo che il tuo cappotto può sopportare. Quindi tu, anima, che tipo di cappotto hai deciso di indossare in questa vita per evolvere?

Il dolore che capita nella nostra vita è come una sveglia. Immaginiamo che ho scelto di iscrivermi all’università. La mattina c’è lezione e ho messo la sveglia ma la sveglia continua a suonare e non mi riesco ad alzare. Continuo a rotolarmi nel mio letto comodo, avvolta dal mio bel piumone gonfio e candido. Ma la mia sveglia è una sveglia intelligente! Finché non mi alzo, lei suona e più la spengo, più aumenterà il volume e la potenza. La sofferenza interiore e fisica che vivo in questa vita, è ciò che potrei arrivare a vivere se non voglio svegliarmi, anzi ri-svegliarmi.

Il fatto è che non ricordo di aver impostato la sveglia la sera prima. Già, sono stata proprio io a impostarla. L’ho programmata alle 8:00, l’ho fatto da sola, senza costrizione, e mi arrabbio se questa alle 10:00 suona per la cinquantesima volta come se fosse impazzita. La cosa bella però è che ho il potere di spegnerla, alzandomi e andando a lezione.
Posso anche decidere di spegnerla e continuare a dormire. Ma in quel caso, dopo un po’, la mia iscrizione all’università scadrà. Se non frequento e non studio, non serve che resti iscritto all’università, non serve che continui ad abitare il mio involucro.

L’obiettivo del dolore è quindi spronarmi a intraprendere un’azione appropriata, aiutandomi a rimanere iscritta all’università della vita o per meglio dire… a vivere.

Se mi brucio la mano, l’azione appropriata è prima di tutto allontanare la mano da ciò che la sta bruciando e poi prendermene cura. Così deciderò di metterla sotto l’acqua fredda. Poi valuterò se dovrò metterci sopra una crema o se medicarla. Forse dovrò andare dal dottore. Il dolore serve per salvarmi la mano.

In Occidente generalmente rifiutiamo la sofferenza in quanto la reputiamo una sgradita interruzione alla nostra ricerca della felicità: la combattiamo, la curiamo, la reprimiamo, cerchiamo soluzioni rapide per sbarazzarcene. Mentre in altre culture, specialmente in Oriente, la sofferenza è riconosciuta per il ruolo importante che svolge nella vita delle persone, nel cammino verso l’illuminazione.

Il monaco tibetano Khenchen Konchog Gyaltsen Rinpoche parla dei quattro benefici della sofferenza: saggezza, resilienza, compassione e profondo rispetto per la realtà. La saggezza emerge dall’esperienza del dolore, perché una situazione difficile ci induce a porci domande, a riflettere.

Quando le cose vanno bene, difficilmente ci fermiamo a farci domande sulla nostra vita. La sofferenza sviluppa la nostra resilienza, cioè ci rende più capaci di sopportare le avversità e di provare compassione per l’altro, poiché l’unico modo in cui possiamo acquisire consapevolezza della sofferenza altrui è aver sofferto noi stessi per primi.

Infine, un profondo rispetto per la realtà implica un’accettazione di ciò che è, del nostro potenziale, del nostro limite e della nostra umanità. Riconoscendo che la sofferenza è parte integrante della nostra vita e che ci sono altri benefici nel dolore, come la coltivazione della saggezza e della compassione, accettiamo maggiormente la nostra sofferenza. E quando accettiamo veramente il dolore e la sofferenza come inevitabili, in realtà soffriamo di meno. Perché anziché andarci a sbattere contro come con un tuffo venuto male, cadendo sulla lastra d’acqua di pancia o di faccia e bruciandoci la pelle, ci immergiamo nell’acqua delicatamente e l’attraversiamo.

L’unica cosa che possiamo fare con il dolore una volta che lo stiamo vivendo è attraversarlo. Lo attraversiamo come potremmo fare con un bosco.

Immagina: mentre procedi serenamente per le strade della vita ti trovi di fronte a un fitto bosco di montagna. Per poter proseguire o anche solo per tornare a casa, devi attraversare quel bosco. Puoi rimanere fermo davanti al bosco per un po’, puoi tornare indietro qualche volta, ma prima o poi quel bosco lo dovrai attraversare.

E mentre lo attraversi… stai. Stai in quel dolore, in quella sofferenza. Vivila tutta, vivi ogni singolo respiro, assaggia ogni singola lacrima. Sorprenditi a vedere cosa fai mentre provi dolore (cerchi del cibo? Rifiuti il cibo? Fumi? Bevi? Esci tutte le sere? Chiami un amico dopo l’altro per sfogarti e parlare sempre delle stesse cose? Dormi? Guardi la televisione tutto il giorno?) e prova tanta stima, se puoi, per quella parte di te che soffre.

Durante il tragitto potranno accadere cose che ti distoglieranno dal tuo sentiero: hai presente quando si dice «le sfortune vengono sempre assieme! Stanno capitando tutte a me»? È normale. Quando soffriamo, le nostre vibrazioni scendono e attraggono situazioni con altrettante basse vibrazioni, ma tu non lasciare il sentiero.

Concentrati su quel bosco, concentrati su ciò che stai vivendo. Quanto più lo sentiamo, tanto più lo trasformiamo, «come la pianta che dopo che il fulmine l’ha colpita inizia a germogliare sul tronco spezzato» (Anatomia della guarigione, seminario di Erica Francesca Poli).

Più grande è il dolore che sto vivendo, più potente è il cambiamento che mi sto preparando ad affrontare. E se puoi, qualche volta, datti il diritto di poter sorridere.

I boschi non sono infiniti. Sono semplicemente momenti di passaggio.

Tempi felici creano uomini deboli, uomini deboli creano tempi difficili, tempi difficili creano uomini forti, uomini forti creano tempi felici.

— Michael G. Hopf

Francesca Comani

Estratto dal libro Manualino di crescita interiore – Per adulti e bambini interiori

 

Francesca Comani ti aspetta lunedì 22 gennaio 2024 per la presentazione del suo libro Manualino di crescita interiore – Per adulti e bambini interiori. Maggiori info a questo link.

 


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