La Russia non esiste – Storia di Nil

 

Igor Sibaldi presenta il suo nuovo libro La Russia non esiste – Storia di Nil (Mondadori), disponibile in libreria o tramite web a questo link.

 

Sibaldi inizia la presentazione spiegando perché abbia scelto di scrivere un romanzo e non una biografia. La differenza principale tra questi due generi letterari è che la biografia si interessa solo delle epoche, dei luoghi e dei fatti, mentre il romanzo si cura anche del diritto alla felicità dei protagonisti. La legge della natura vuole che si nasca per essere felici.

Anche il saggio è differente: trattandosi di un testo teorico, si percepisce che l’autore di saggi, man mano che scrive, sta preparando il terreno per presentarci la sua teoria. Fondamentalmente, il suo obbiettivo è quello di dimostrare che ha ragione, mentre nel romanzo questa caratteristica non c’è.

Il protagonista di questo libro, invece, tutto vuole fuorché aver ragione: è un mascalzone, un traditore, un assassino; d’altra parte è tenero, affettuoso, buono e affascinante. Un personaggio decisamente controverso. Si chiama Nil – che vuol dire “niente” in latino – come il bisnonno di Sibaldi, un nome molto comune in Russia (l’autore ha infatti origini russe).

L’arco temporale in cui si svolge la narrazione è molto ampio: spazia dal 1919 al 1945.

Ma perché “la Russia non esiste”? Perché la Russia ha smesso di esistere subito dopo la Rivoluzione russa (1917). La Russia diventa infatti Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URRS) e sparisce il termine “Russia”. Il marxismo è infatti internazionalista, pertanto non divide il mondo in stati sovrani, ma auspica l’unione di tutte le nazioni.  L’identità nazionale russa torna ad esistere soltanto dopo il crollo dell’URRS nel 1991, quando nasce la Federazione Russa.

Il romanzo si apre con una scena di bombardamenti su una cittadina nel sud della Russia durante la Guerra civile. Si tratta della città natale di Nil, all’epoca ancora un bambino dolce e riservato. Questo evento sconvolgerà per sempre il suo piccolo mondo.

Rimasto solo, diventa uno dei tanti “ragazzi randagi” che vagabondano nelle periferie delle città della Russia meridionale, dandosi alla criminalità con piccoli furti, prostituendosi o elemosinando qualche soldo per riuscire a campare. La violenza, dunque, entra precocemente e con irruenza nella vita del piccolo Nil.

Successivamente verrà reclutato dalla polizia politica del regime e i diversi incarichi lo porteranno ad attraversare l’Europa, vivendo anche il nazismo in Germania ed entrando in contatto con personalità influenti e di spicco dello scenario europeo.

Sulla copertina del libro c’è la raffigurazione di una stella decorativa dell’esercito sovietico, un’onorificenza militare che viene data al protagonista in una delle sue missioni in Ucraina, durante gli anni dell’Holodomor (carestia pilotata dal governo sovietico che causò la morte di milioni di persone).

L’autore accenna alle epoche e ai fatti realmente accaduti che fanno da sfondo alle peripezie di Nil, soffermandosi anche sui personaggi storici che compaiono nel romanzo.

Sibaldi, con un realismo spietato, ci offre uno spaccato sulle infauste vicende che hanno dilaniato la storia russa ed europea in quei trent’anni, ponendo particolare accento sull’ineluttabile ricerca della felicità che accomuna ogni essere umano.

 


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