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104. ESSERE ACQUA

104. ESSERE ACQUA

12/11/12

L’acqua porta con sé simbolicamente le caratteristiche femminili per eccellenza: essere duttile, piano piano, senza fare troppo rumore, arrivare allo scopo.

La sua capacità di smussare gli spigoli risuona nello scroscio dell’acqua di torrente, tra i sassi levigati dal suo flusso allegro e spontaneo.
La capacità di aggregare molti mondi diversi tra loro ci è offerta invece dall’acqua di mare, con la sua onda perpetua. Questo elemento straordinariamente femminile si fa cibo: nutre con acqua – latte, quando la donna si fa nutrimento e protezione.
L’acqua si fa anche emozione quando è lacrime, ed è sacro e santo quando sono onorate dalla persona, ed essa si permette in tal modo di essere anche debole.
L’acqua è anche sentimento, attraverso le lacrime di gioia. Questo avviene quando il corpo “scoppia”, quando non ce la fa più a contenere un sentimento troppo grande da comprendere per lui.
In tutto questo, credo che l’acqua abbia a che fare col mondo della fiducia e dell’affidarsi.

Delle proprietà archetipali dell’elemento acqua, ne ha bisogno sia l’uomo sia la donna ma, essendo un elemento primariamente femminile, dicevamo, avviene un enorme squilibrio quando è proprio la donna a non concedersi di vivere le caratteriste dell’acqua che è in lei, e che lei è. Quand’è così, avvengono grandi disagi.

Caro viandante, vorrei questa settimana parlarti del ciclo mestruale, del doversi concedere come donna alle sue tiepide acque.
Quando arriva la mestruazione accade un miracolo: la psiche della donna viene inondata dall’acqua. È acqua che chiama: richiede cure, attenzioni speciali. Questo richiamo vuole che la donna amplifichi il suo sentire, le chiede di entrare in un colloquio privato. Tutto questo è il misterioso mondo della donna alla quale appartiene quell’acqua come l’acqua le appartiene.

L’acqua chiama a una più attenta analisi, alla calma, alla pazienza, alla lentezza del cuore, che sente e vede in modo diverso dagli occhi e dalle orecchie esterne.
Quando la donna non si concede a questo colloquio interno, diventa nervosa, dolorante, stanca. Con la mestruazione alla donna viene chiesto di penetrare dentro ai suoi misteri, di preparare un progetto in embrione per la fase successiva quando, con le rinnovate energie della vergine, lei fiorisce a nuova luce.

Tuttavia non sempre e non tutte le donne si concedono di abbandonarsi a questa chiamata interna. Può accadere che la donna non accolga la sua natura più autentica, non accetti l’originale essenza di questo elemento. Anche se è l’elemento più femminile in assoluto, può accadere che la donna tema l’acqua nel suo processo di crescita.
Per alcune donne l’acqua esercita un grande terrore, talmente da sopprimere ogni impulso quando raggiunge l’alta marea. È il caso della donna dolorante, nervosa, rigida, frigida, ruvida, spigolosa, che si contare come una foglia rosolata al sole. Questa è la donna quando non vive la sua natura di donna, per vari motivi, disagi, timori. La dolcezza dell’acqua allora diviene temibile e terribile! La funzione dell’acqua che nutre, diviene un fluido nel quale affogare! Ecco i molti modi in cui il non concedersi diviene patologia, diviene vergogna di vedere le proprie parti intime nude. Non si ha nemmeno più il coraggio di aprire le gambe per lavarsi, lo si fa frettolosamente, sfiorandosi appena.

Questo è un appello da una donna alle donne: concediamoci di tornare a essere acqua! Accogliamo le sue naturali caratteristiche, torniamo al piacere, e torneremo a piacere perché ci piacciamo.
Donne. Oh, donne… quanto vi amo e onoro! Come siete immense e terribili! Che universo siete!
Quanto tempo perso senza sapere chi siamo!

Oggi mi piace credere che, scrivendo questo articolo, io possa in qualche modo destare la mia cara lettrice a una nuova e più grande consapevolezza, magari anche attraverso un attento lettore, che sente e si informa, o semplicemente fa pervenire questo post a chi ritiene ne abbia bisogno.
Grazie..

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