Hg: Metallo Nobile, di transizione, numero atomico 80… l’Oro è 79, il piombo 82. Numeri vicini che indicano somiglianze, relazioni e parentele al di là delle “apparenze”: l’Oro è lucido e incorruttibile; il Piombo è plumbeo, grigio, brutto e isolante; il Mercurio è liquido, bello, argenteo, multisferico. Il Mercurio è Argentovivo oppure “acqua di Argento” Hydrargirium. Rarissimo allo stato naturale, viene estratto per la maggiore dal Cinabro (HgS) per arrostimento, procedimento che separa lo zolfo dal Mercurio – HgS + O2 = Hg – SO2.
Nell’Alchimia Cinese il “Campo del Cinabro” era rappresentativo della zona sottombelicale, nota come DAN TIEN. Quindi se respiro, se apporto Ossigeno (O2) intenzionalmente in quella zona, zona del Cinabro, il mio respirare essendo una combustione, separerà lo Zolfo (S) dal Mercurio (Hg).
Il Mercurio quando puro si raccoglie, si sfericizza, è come una rotondità, un qualcosa “che non si stende”, che non cede totalmente alla gravità, la gravità delle cose, certo ne risponde, ma mantiene ben salda anche la sua di gravità, facendosi sfera.
Citando Rudolf Steiner*, potremmo dire che la sfericità del Mercurio è dialettica alla sfericità della nostra Idrosfera, il nostro Pianeta. Infatti, quella che a noi sembra Acqua, una goccia d’acqua nello spazio, in quella che è la scala cosmica delle diluizioni è Mercurio. La nostra Idrosfera è Mercurio. Il Mercurio è simile all’Acqua e all’Aria. Quando mi alzo dal Mare, evaporando verso il Cosmo, non trovo mai la netta distinzione tra Acqua e Aria; l’Aria è una rarefazione dell’acqua, l’Aria, meglio ancora, è il momento delle massime distanze tra una molecola d’acqua e l’altra. In queste distanze prende l’avvento e lo spazio l’elemento dell’Azoto, anch’esso Mercuriano. La Terra, Salina, più in basso con le sue asperità è appunto il Sale, le concrezioni continentali che assurgono a scheletro del pianeta. In alto, dal Cosmo, l’elettromagnetismo incidente dei raggi solari è la Sulfureità apportatrice di calore.
L’Alchimismo Medioevale si sentì quindi in dovere di distinguere un Mercurio dell’Acqua, emotivo, e uno dell’Aria, mentale; tuttavia il concetto di Mercurio è infinitamente più largo, rappresenta il gioco dell’intermediazione, del sottostare ma comunque essere, l’interdipendenza insomma. L’Hg, Mercurio Metallico, è solo la precipitazione del suo stato archetipale, la Corpificazione di ogni concetto Sferico, come l’Oro lo è della Luce, del Sole e dell’incorruttibilità.
Mitograficamente è alato, veloce, scorrevole come quando si divide in migliaia di sfere, sfere che per definizione mantengono un centro, una loro gravità. Il Mercurio, 80, viaggia dagli Dei, l’Oro, 79, il Sole, al mondo delle forme plumbee, il piombo, 82 – dall’Energia del Sole alla Materia di Saturno.
Sole – Oro – Energia – 79 – Fuoco – Sulfureità
Mercurio – intermediazione – 80 – Aria – Acqua – Mercurialità
Saturno – Piombo – Materia – 82 – Terra – Salinità
È per la legge dell’Unità e per le sue bizzarre duttilità che molti, nella sua veste più completa, Universale, vi hanno visto lo Spirito nella sua forma più alta. Un’immagine chiarificatrice è quella dell’albero dei nostri Chakra dove il settimo si contrappone al primo; il settimo rappresentativo dell’alto e del celeste, come l’energia e le forze Sulfuree, e il Primo rappresentativo del basso, del ritmico, del terrestre ovvero della Materia e delle forze Saline… tuttavia il Chakra di mezzo, il Cuore, quando attivo e completo, diventa il centro del sistema e il vero obbiettivo di Alchimie ed Evoluzioni. Si spiega così come mai tutte le culture affibbiano al Cuore ora la mente, ora il corpo Mentale, ora la Psiche, tutti valori di Mercurio. Quindi, durante i lavori il Mercurio intermedia, ed è Anima, a lavori “conclusi” (se mai possano veramente concludersi) il Mercurio assurge, trasmuta in Spirito, in Cuore, diviene la materia duttile e “totipotente” del Corpo di Gloria, della Pietra dei Filosofi, un vero e proprio corpo di Luce, splendente come l’Argento Vivo, il Mercurio Universale dei Filosofi.
Quindi, quale Mercurio? …è un gioco di gioghi, di parole, di contesti, un concetto variabile, un principio mutevole, il tentativo forse a volte maldestro, di grandi uomini che cercavano di dare Nome o prendere appunto sull’incessante e stupefacente MOVIMENTO del Divino, la Sua normale tendenza a Mutare, Trasmutare, Trasformare, Trasfigurare…
*libro citato: Rudolf Steiner L’esperienza del corso dell’anno in quattro immagini cosmiche, Ed antroposofica, Milano..
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