Tra tutti quelli proposti, questo sul Mercurio, è il suggerimento più insolito… essere Mercurio non si può né suggerire né insegnare. Però si può descrivere.
Un aiuto può venire dalla figura di Odino, Dio poliedrico e multiforme che oltre alla sua ovvietà Solare, era rappresentato come un Mercurio Filosofale, poteva essere “chiunque”, “ovunque”; era ladro e sciamano, saggio e guerriero, Dio e Uomo, viandante o mendicante, giusto ma all’occorrenza, se il contesto lo richiedeva, provocatore, ironico o bugiardo (non nel senso della menzogna).
Un altro Mercurio Filosofale era il Cristo. Lavava i piedi e se li faceva lavare, parlava e argomentava nel Tempio, ma lo faceva anche fuori; aveva contatti con tutti, saggi, puttane, sbandati, maghi, ladroni, re, soldati, umili. Poteva rendere il suo corpo tutta Luce ma anche russava, si faceva male, amava i lavori di muratura e in barba a tutti mal sopportava il lavoro del legno (*).
Essere Mercurio significa riuscire a salire e scendere con grande facilità, dall’Estasi a momenti di poca pressione, dal sesso alla preghiera, dalla festa al silenzio, dalla costrizione alla libertà. Essere Figli di Hermes vuol dire non abbracciare nessuna morale, non aderire a nulla che non sia funzione, flusso, Via. Un buon segnale di Mercurialità è la capacità “Digestiva”. Digerire il Mondo. Mercurio non è infatti solo simbolo di comunicazione ma anche di digestioni, frammentazioni, scissioni; in Astrologia è signore della Vergine, Intestino Tenue, organo di scomposizione, riduzione, essenzializzazione. Anche, in Alchimia, è esaltato in Acquario, segno che descrive in sé le funzioni della Milza e del Pancreas, sia esocrino sia endocrino.
L’Alchimista Digerisce! Solo dai traumi contratti in età infantile l’Operatore è indifeso, ma quelli sono appunto “contratti”, situazioni che dovranno essere risolte attraverso l’analisi di quelle traiettorie, il Karma … ma il resto è tutto appetibile, digeribile. Non esiste più l’essere traditi, offesi, insultati, tutto diventa chiaro, si ha in mano il copione, la sceneggiatura. Rimane solo il dolore fisico, le torture e il mal di denti, il fardello di sapere troppo e potere poco; ma è il dazio di un’epoca.
Guarda veramente che cosa ti urta, ti tocca, ti duole… realmente te ne importa? I Figli di Hermes frequentano i boschi e i paesaggi sereni della loro interiorità, luoghi questi ben lungi dall’essere isole di fuga, ma bensì terreni costanti dentro i loro occhi. I Mercuri possono anche irritare, apparire freddi, presuntuosi, ma in realtà hanno solo compreso che siamo eterni, che a nulla vale il dolore e la fatica e che, come vada, sarà Luce, sempre e comunque.
L’Alchimista, sulla Via del Mercurio(**), sente forte e ineluttabile il richiamo al servizio, anzi, non lo sente come tale, non lo chiama servire, risponde ad una logica profonda, lontana da morali, catechismi o buonismi… l’Hermete “non aiuta gli altri”, agisce! …si orienta, scruta le direzioni, pulisce gli argini, drena i fondali, a che il Fiume Scorra.
(*) “l’altro volto di Gesù” – “i primi insegnamenti del Cristo” – Daniel Meurois-Givaudan – Ed. Amrita.
(**) in Sanscrito la parola che indica l’Alchimia è letteralmente “la Via del Mercurio”
Continua
http://youtu.be/yA6M3ziL_ks..
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