Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

55.LA LEGGE INTERIORE

Cari ricercatori, voglio continuare questo viaggio nel pensiero di Reich che ispira tutta la mia Somatopsicologia integrale, riportando una sua frase tratta dal libro “La Funzione dell’Orgasmo” (Sugarco):

“Si deve protestare vigorosamente contro il fatto che venga definito immorale chi regola il suo comportamento sociale su leggi interiori invece che su forme coattive esteriori.(…) La legge interiore e non quella esteriore è il metro della vera libertà. L’ipocrisia moralistica è il nemico più pericoloso della morale naturale.(…) Ovviamente il comportamento morale presuppone la libertà del processo vitale naturale.”

Qui è evidente che non ci si può adeguare alla legge interiore naturale se la struttura caratteriale nevrotica distorce la percezione di se stessi e quindi la consapevolezza. Se il rapporto con le proprie pulsioni e con l’espressione emotiva di sé è stato soffocato non trova più percorsi naturali e funzionali di manifestazione; prende invece strade alternative per aggirare i blocchi somatici e psichici.

Il processo vitale perde la sua spontaneità e sviluppa comportamenti violenti, distruttivi, pornografici o sottomessi. A questo punto non si può parlare di legge naturale perché non c’è più natura. Si entra nel regno dellamorale coercitiva che adotta regole per controllare le pulsioni secondarie, deviate, compresse, che sono socialmente dannose; si esce dal regno dell’etica che invece è l’espressione dell’uomo che vive o ritrova la sua coscienza integrale, ovvero che realizza l’esperienza dell’armonia tra le sue funzioni fisiche, emotive, mentali e spirituali.

“Chi non ha fiducia in ciò che è vivente o l’ha perduta è quindi esposto all’oscuro influsso della paura della vita che genera la dittatura.”

Questa frase di Reich deve fare molto riflettere. Come è possibile che sia stato possibile consentire una mostruosità come il nazismo di Hitler o le purghe di Stalin? Solo uomini gregari, che hanno già perso dentro di sé la loro libertà, con il timore della colpa o con la perdita della dignità, possono sostenere una dittatura. Il piccolo uomo impotente e frustrato si identifica col potere del dittatore per nutrire l’illusione di sollevarsi dalla sua miseria morale.

Continua..

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