Risvegliare la Dea, oggi – II

Anche se società attuale porta impressi i segni della soppressione della Dea, oggi possiamo scegliere se riappropriarci o meno della capacità femminile di entrare in contatto con con il mondo interiore, luogo del femminile.

Come finirono le Civiltà della Dea? In tempi diversi furono invase da “popoli degli dei della guerra” come, in Grecia, gli Ioni. Essendo il cammino umano ciclico, non penso che ciò sia avvenuto nel massimo fulgore di quelle civiltà, ma in un periodo già di declino, un po’ come per Atlantide. Tutto è spinto verso il cambiamento… con le buone o con le cattive. Giudicare una simile saga planetaria sarebbe un’inutile perdita di tempo, ma c’è da riflettere sul fatto che, per cambiare, abbiamo ancora bisogno di scempi come quello, i cui effetti sono tuttora presenti.

Secondo certa psicologia, l’”invidia del pene” da parte della donna fu indotta per soppiantare l’”invidia della vagina” da parte dell’uomo: della vagina o del femminile in senso lato, ossia della capacità di procreare e di relazionarsi al divino, al magico, alla “medicina”. Vero o non vero, sta di fatto che gli uomini assunsero anche il ruolo sacerdotale, appannaggio delle donne, rendendo “malefici” i loro simboli e riti, preludio a quanto fece l’Inquisizione. Ad esempio il serpente, che a tutt’oggi suscita orrore, allora era un attributo delle sacerdotesse, come si vede nelle statuette cretesi, sia perché forse ne traevano rimedi (in greco, pharmakon significa “veleno”), sia perché simboleggia l’energia che scorre nelle viscere della Terra, oggi riscoperta dalla geobiologia, e l’evoluzione, essendo stato il primo animale che conquistò la terraferma.

Avviene spesso che i conquistatori sovrappongano i propri simboli religiosi a quelli dei conquistati, screditandoli. S. Agostino, ad esempio, emanò quest’ordine: cristianizzare quello che non si può o non si deve distruggere; salvare i valori pagani salvabili; così la nascita di Gesù fu “impiantata” su quella del dio Mitra, a sua volta “impiantato” su miti precedenti… Nel caso delle civiltà della Dea la cosa era ancor più critica in quanto quegli uomini dovevano avere il tempo e il modo di “imparare” le capacità femminili.

La donna fu gradualmente relegata a una posizione assai meno che secondaria. Nel Medioevo, se di famiglia nobile, dato che i patrimoni passavano ai maschi, poteva sperare solo nel matrimonio o nel convento e, se sposata, doveva mantenersi attraente per non essere ripudiata, nel qual caso sarebbe finita monaca o prostituta. Se di famiglia povera era alla mercé… o strega.

Come spiegano le psicologhe canadesi Marion Woodward ed Elinor Dickson in Dancing in the Flames, purtroppo non tradotto in italiano, il cambiamento costò caro anche agli uomini. Il femminile, che fa parte anche di loro, finì nel subconscio e nei sogni come demone tentatore, super-sessuato, oppure come donna angelicata, asessuata, come nel caso della Madonna… o delle loro madri. E ancora ci resta, in molti casi, insieme alla castità della donna come valore.

Un fatto decisivo, affermano le autrici, avvenne con la Peste Nera, che nel XIV secolo uccise metà della popolazione europea. Fino ad allora la morte rientrava nell’ordine naturale della vita. Quel “male” assurdo fu troppo duro da accettare: da un lato si cominciò a ricercare un capro espiatorio (le streghe), dall’altro si gettarono le basi per una scienza che dominasse la Natura oltre alle donne, che nella catena simbolica sono sullo stesso piano. Dice il ricercatore E.F. Schumacher: “La vecchia scienza considerava la natura il manufatto di Dio e la madre dell’uomo; la nuova scienza tende a considerarla un avversario da conquistare o una risorsa da escavare e sfruttare.” La medicina attuale, il tentativo di sconfiggere la morte e l’ingegneria genetica nascono da lì. Non c’è più posto per il “caso”, l’imponderabile…

Vero è, d’altro canto, che si mise in discussione anche l’ordine dei feudatari e del clero, considerato “naturale”, costituito per volontà divina. È da quel ”buio” Medioevo che nasce la democrazia. Mai nulla, sul nostro pianeta, è completamente “buono” o “cattivo”… Il “trend”, l’”energia”, di un’epoca si manifesta sempre su tutti i piani. Oggi il trend è verso un cambiamento radicale. Sta a noi opporci, lasciandoci massacrare, oppure cercare i segni del nuovo per cambiare in grazia e bellezza. Di segni del nuovo ce ne sono molti e abbiamo molti aiuti per vederli, da Internet a una produzione libraria immensa. E abbiamo molti aiuti “sottili”… Il cambiamento del nostro pianeta serve all’Universo intero.

L’importante è capire che il vecchio oppone una resistenza tanto più forte quanto più forte è l’avanzamento del nuovo. Il nuovo può spaventare in quanto “sconosciuto”, ma oggi abbiamo modo di crearlo noi come lo vogliamo. Per questo non credo nelle “profezie”.

Non ti chiedo quindi di non leggere o ascoltare i notiziari. Evita piuttosto di indulgere e ricorda a te stesso che ogni fatto può essere visto in almeno due modi diversi. A te scegliere di lamentarti per quello che non ti piace o affermare quello che vuoi invece, di continuare a girare nei problemi come un criceto nel labirinto, oppure di mirare dritto alla soluzione… anche se non si sa ancora quale sia. È una questione di orientamento interiore.

Buon lavoro a te, a me, a noi tutti!

Per la parte precedente: clicca qui.

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