Prigioni – Le Pene Collettive

 

Conferenza di Igor Sibaldi (Milano, 11 settembre 2017). L’autore presenta il suo libro Prigioni – Le Pene Collettive (Anima Edizioni), disponibile in libreria o tramite web a questo link.

Libro-Sibaldi-Prigioni

 

Tra gli argomenti del video:

Una volta i flussi migratori e gli spostamenti geografici collettivi davano inizio a nuove “speciazioni”.

Gli Africani che arrivano in Europa in realtà non formano una nuova specie afro-americana ma restano per proprio conto.

In Italia ci sono già due specie nette che si sono formate. Le due specie sono “poveri africani” contro “poveri italiani”. I ricchi e gli intelligenti staranno a vedere lo scontro.

Possiamo fare la valigia non per andare via in senso geografico, ma per attrezzarci con strumenti emotivi e sentimentali.

La scontentezza per esempio è una questione emotiva. Vuol dire che non mi basta quello che ho intorno. Se invece ti basta quello che hai intorno sei perduto.

Più sei e meno cambi. Meno certezze hai su di te e più sei pronto a cambiare.

Le parole sono gli strumenti della mente ma da esse possono derivare i nostri limiti più grandi.

“Desiderio” e “sentimento” sono due territori importanti, da non confondere tra loro.

Il “piacere” è tra gli strumenti principali di evoluzione, perché ti può guidare nei cambiamenti.

Il piacere è quella cosa per cui l’animale caccia e quello che è cacciato si salva. Non il dovere dunque, ma è il piacere a rappresentare la spinta più forte.

Il tuo corpo ne sa molto più di te, lui non usa il linguaggio, conosce in modo diretto. Il corpo è contento quando cerchi, la mente no.

Un’altra parola tremenda è “religione”. Noi pensiamo di avere la religione cattolica, e pensiamo che i musulmani abbiano la religione musulmana.

L’Induismo ma anche l’Islam in realtà sono una filosofia. Noi pensiamo che loro abbiano un’altra religione, ma in realtà non è così, perché fra loro la separazione fra religione e scienza non esiste.

Pensiamo che il resto del mondo funzioni come noi, ma non è così. Non vediamo gli altri e di conseguenza non vediamo neanche noi stessi.

La parola “prigione” ti impedisce di vedere come stanno le cose per gli altri, quindi non c’è dialogo.

C’è la convinzione fortissima che tutto quello che accade sia determinata dal passato, ossia dalla “storia”.

Nella nostra cultura la storia è la chiave per capire il presente. È vero? In realtà il passato esiste solo come creazione del presente.

Un cambiamento è veramente un cambiamento quando non sai più spiegare veramente i tuoi comportamenti precedenti.

La psicoanalisi si basa sul fatto che la persona ricostruisce il suo passato e la sua storia, ma la storia personale o collettiva è un’altra prigione, perché la storia è come uno se la racconta.

Quando non hai voglia di superare certi cambiamenti, allora per giustificarti ti fai una storia del passato.

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