Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

27. L'ABITUDINE

27. L’ABITUDINE

16/11/10

L’abitudine è una malattia. Curiamoci!

Succede così, ogni volta… si passa da una cosa ad un’altra, senza accorgersi. Cose su cose: immagini passano veloci dalle nostre fessure chiamate “sensi”.

Si guida come in stato di trance, guardiamo, ma non vediamo il nostro oggi, scivolare dai finestrini delle nostre auto. L’abitudine al consueto ci invade l’anima e la compra a pochi spicci. Ci siamo dimenticati il senso del “modo” e della magia che lo pervade.
Si dicono falsi “buongiorno” incespicando sorrisi di plastica sfoderiamo vuoti “auguri”.
Sembra che tutto sia diventato solo una parola, solo una parola con niente dentro! Una scatola.

Poi, ad un certo punto, qualcuno fa una domanda… la tipica domanda stupida.
Una domanda assurda, ritenuta stupida per i più, è solo il primo passo per l’inizio di un viaggio con esiti superlativi.
Ed ecco aprirsi la possibilità per destarci dal fango denso delle apparenze, del “Buonasera” perché è educazione e del “Piacere Mario”, anche se non mi va di conoscerti, e tutto viene a cambiare.

Per un attimo, per un solo attimo potremmo cogliere l’energia di quella domanda assurda e trasformarla nel nostro viaggio di salvataggio per una vita più umana.
“Umano” proviene dalla parola “Humus”, che assomiglia ad umore.
Ogni volta che le nostre emozioni umane invadono qualche scena della nostra vita, vanno a dare fertilità alla nostra giornata e tutti diventiamo humus l’uno per l’altro e quindi più umani.

C’è da riflettere.
Buon accorgerti viandante!..

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