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99. IL VERO SENSO DELL'ABBONDANZA

99. IL VERO SENSO DELL’ABBONDANZA

08/10/12

Caro viandante,

eccoci con l’ultimo dei tre messaggi, frutto di un intenso e pregno lavoro sugli antenati, svoltosi lo scorso agosto con un gruppo di anime viandanti (come mi piace definirci), che con me hanno voluto volare.
Questa settimana condivido con te, grazie al mio maestro–antenato, il significato della Vera Abbondanza.

Lasciarsi sorprendere dalla vita: il vero senso dell’Abbondanza. 

Abbondanza… Spesso le parole si confondono, come quando non si sa cosa si vuole davvero, e così si è colti da confusione per eccesso di scelta. In tal caso si finisce per credere di non averne affatto! È un po’ come quando si augura “Buon tutto”( per eccesso o per difetto, sarà come non aver augurato nulla… proprio niente!)
Dunque se non è il tutto, e nemmeno il molto, che cos’è l’Abbondanza?
Si potrebbe scivolare e sbagliarsi nuovamente, finendo col credere che si tratti di un concetto astratto. Ma così non è!
L’Abbondanza è reale, così come lo è la carestia, nella sua manifestazione. Non è opinabile.

A questo punto l’attenzione si dovrà portare alla Vera Abbondanza.
Cominciamo a portare l’attenzione alle parole: non c’è infatti Abbondanza nell’accontentarsi di ciò che arriva senza l’accento della consapevolezza, che ne trasmuta il fatto come in un principio alchemico.
Ossia affidarsi è bene, ma attendere che le cose arrivino senza sapere che esiste una Legge al di sotto è ben altra cosa. Eppure a parvenza così non è! Che strano gioco perverso… anche se sacro e logico nel suo altissimo senso.

Inoltre si dovrà richiamare l’Abbondanza nella sua valenza intonsa, senza metter in prima fila la brama e il desiderio per qualcosa che non c’è. Si finirebbe così maldestramente per attivare la carestia, per similitudine al mancato obbiettivo nel tempo dell’adesso.
Accade quindi che richiamare l’Abbondanza, per chi non vive nella mancanza e nella paura della privazione, è presto fatto!

Mi è capitato, in un tempo postumo, di conoscere un ricco notaio… egli possedeva granai privati, proprietà e diversi atri di terreno. Chiunque avrebbe dedotto, così di primo acchito, che costui fosse una persona felice e godesse di una vita comoda. Così non fu, egli visse una intera vita in diversi tipi di carestia, non visibile per i più. Le carestie più note e meno pensabili si riversarono in questo notaio inconsapevole: ora, nella sua attuale incarnazione, egli vive di ciò che la gente vuole offrirgli, compie il suo servizio come parcheggiatore, vive di mance, di provvidenza, dopo anni di lavoro in una fabbrica che ha chiuso improvvisamente. Egli vive di ciò che la provvidenza gli offre. In tutto questo l’ex notaio sta comprendendo bene cos’è la vera Abbondanza.
Tutto ciò chiaramente è privo di giudizio, poiché questo non è né giusto né sbagliato, ma è così affinché si compia la Legge dell’Uno. Una più alta comprensione, nel regno delle cose che passano (come le chiami tu, Monia).

C’è ora da augurasi che ognuno di voi trovi presto il senso e la misura, poiché proprio queste due parole, “senso” e “misura”, ne sono la Via.

Auguro a te che mi leggi tutto ciò che occorre per vedere il tuo senso e la tua misura, in ogni piccolo attimo dell’ora…

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