Vivo il Fuoco come un flusso di energia continuo, è simile a un soffio senza pause, qualcosa che sale, che mi congiunge, una sorta di connessione. Qualche volta si rarefa, raramente vacilla, non è ancora Armonico, spesso è disturbato, tuttavia rimane sempre ben saldo.
Come si è formato? La Pratica, di oggi e di ieri è sicuramente il centro della questione, quel Praticare che i molti si ostinano ad evitare passando da una ricetta all’altra che consenta iniziazioni che non comporti troppi specchi, difficoltà e tempo. Consumismo e turismo spirituale: “Ho i Chakra aperti”, “sono uno che ama”, “io do sempre molto agli altri, ma gli altri…”. La verità è che pochi Praticano! Un gran via vai di canalizzazioni, ascensioni, corpi di luce. Ricordo e riascolto spesso con piacere una vecchia canzone di Battiato: “una signora vende corpi astrali…i buddha vanno sui comodini… i mantra a mille lire”.
No, nessuna polemica, sono un sostenitore della new age, tendenza che pur con i suoi mille difetti mi ha permesso di ritrovare il filo di vecchi discorsi in tempi brevi. Del resto questo non è un tempo propriamente di Conoscenza ma, di elevazione. Uno degli obbiettivi più auspicato dalle alte sfere, dalla regia, è che gli Umani parlino e pensino in termini di energia.
E il Fuoco? Nel tempo ho intuito come mai gli Alchimisti erano molto reticenti nel parlarne; il Fuoco è uno stato che si vive dentro, un essere segnato, qualcosa di incomunicabile, che, però è di tutti, proprio tutti, nessuno escluso. Il problema della sua accensione è tutto nell’Attenzione, il Fuoco è Informazione, distinzione, orientamento, senso, presenza e ovviamente focalizzazione. È come un senso di coerenza, essere coesi.
Nella civiltà Egizia, quella del Tempio, il Fuoco era collegato al Nome. Nella Per Neser – la camera del Fuoco – il neofita cercava il suo Nome, il suo vero Nome. Un Nome fatto di lettere? Forse le lettere che formano un Nome erano sicuramente implicate, ma non era quello il punto. Tutta la questione orbitava intorno al Senso di avere un Nome, un Nome è come una firma, un Senso di Identità; parafrasando una famosa asserzione del Divino possiamo dire: “Chi sei veramente?”. Mi colpì non poco quando anni fa mi accorsi che il termine Presentare, Presentarsi era legato alla parola Presente, ora… il Fuoco gira in questi pressi, fuoco, fuochino…
Non c’è Fuoco senza Libertà, Libertà interiore. Quella esteriore dipende da troppi fattori, relativi e funzionali, ma quella interiore no, quella interiore è quella che decreta se il Fuoco è acceso. Il Fuoco ha comunque molti livelli, tanti quanto quelli della Libertà. Posso essere Libero su molte cose e non su alcune, sono come gradazioni del Fuoco, più Libertà più Fuoco.
Il Fuoco scaturisce dalla Pratica e dalla Libertà, poi, segretamente, giunge l’Amore, l’essenza stessa del Fuoco, ma l’Amore non è esibizione, il Fuoco che va a caratterizzare è intimo e riservato. Tutte le volte che diciamo io al modo solito, tutte le volte che ci descriviamo come Cuore, tutte le volte che spiattelliamo la nostra Spiritualità nelle nostre raffinate vetrine sociali, il Fuoco, l’Amore, si spengono, si inumidiscono dell’emotività o si bruciano per la troppa aria del nostro mentalismo.
L’estremo Oriente ha descritto mirabilmente la questione con il Koan:
Se vedi un Buddha per la strada uccidilo
Poiché vedendolo si è fatto vedere, palesandosi si è distinto, distinguendosi si è separato… dall’Unità.
continua
http://youtu.be/k8DLdj9ihqE..
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