Pensandoci, avere un “Campo”, Sigillare il Vaso, è la cosa che ho cercato di più, da prima di conoscere l’ Alchimia; era come una necessità, fin da giovanissimo, e ancora oggi è una priorità.
L’equazione è: se sei molto Sensibile e abbastanza presente, d’istinto, cerchi di formarti un Campo… altrimenti il mondo, con le sue correnti, finisce per divorarti.
Ho iniziato a sentire un po’ di Sigillo, quando ho compreso, con stupore, che tutto ciò che mi accade è una “sceneggiatura”, che ogni cosa intorno a me è rappresentativa di un immenso Teatro; quando ho scoperto che Teatro viene dal greco Vedere, e che Persona, io sono una Persona, vuol dire Maschera. L’Attore non deve confondersi con il personaggio!
Oltre alla sensazione di profonda libertà che un “accorgersi” simile comporta, a fatica ho dovuto accettare che non è buona cosa svelare alle altre Maschere questo nuovo stato, poiché si irritano, non capiscono, diventano ostili. Meglio stare al “copione”, magari recitare male, come attori meno bravi, a che la “serietà” dell’altro si sgonfi. Immaginate di essere sul palco e di recitare, e nel corso di una battuta guardare il vostro collega attore con occhi normali, diversi dal pathos che il copione richiede… potreste addirittura liberarlo.
Tuttavia è un lavoro da giganti, anche perché certe consapevolezze si formano non nella mente, che solo le coordina e favorisce, ma nell’ esperienza. Puoi camminare libero e veder lievitare il tuo Campo, rafforzarsi il tuo Sigillo, solo se hai superato vecchie reliquie come l’inganno della Morte*, se hai risolto il bisogno di affermarti, se hai raggiunto la maturità sessuale, se studioso, hai imparato a porti le giuste Domande.
A volte cammino attraverso le mie stanze verso l’accensione di un incenso, e mentre cammino, dopo anni di Tai Chi, sento potenza. Quando intorno a me si agitano le acque, mi scaturisce un sorriso, la consapevolezza del relativismo di questo agitarsi, l’inconsistenza dei motivi, la certezza della memoria corta o alla peggio i dinamismi del Karma; non ne sono coinvolto. Quando faccio incubi o il cielo degli eventi si incupisce scelgo la nostalgia, quella dolce, mi coccolo nell’attesa, osservo come quando guardi l’arrivo di un temporale, un fenomeno naturale; percepisco la fatica del Divino, che cresce, si esprime, si manifesta, in una moltitudine di forme che alla nostra latitudine evolutiva passano il loro tempo a divorarsi: Uccelli, Pesci, Animali, Rettili, Uomini.
I Saggi dicono: Dio ci dà un Senso – l’Uomo, elevandosi, dà un Senso a Dio.
Diversamente, quando sono di fronte alle influenze Maggiori, è spavento, il mio Vaso si crepa, sobbalza: vedere un pestaggio, percepire uno stupro, la cattiveria dei gesti, l’effetto della paura, le parole ingiuste, e mille altre cose che nel sopraffarmi mi indicano un Sigillo incompleto, un “Campo” che è ancora per molti versi un colapasta. Quindi incessantemente al lavoro, cercando di “Sigillare” i confini del Tempio.
*si legga tutta l’opera di Anne e Daniel Meurois-Givaudan, in proposito, Terra di Smeraldo.
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