Per anni ho vissuto il concetto di Atanor in modo astratto, formandomene un’idea vaga, evanescente. Erano tre gli oggetti dell’arte che dovevo collocare, tradurre, interpretare:
l’Atanor, la Materia Prima, la Pietra – il Nero, il Bianco, il Rosso
Certamente ce n’erano e ce ne sono tanti altri, di concetti, di Oggetti… tuttavia, senza la comprensione di questi primi tre, l’Opera rimane inaccessibile. Ammesso di averli tradotti non si è fatto ancor nulla, anzi, se già l’uomo appare a se stesso piccolo e fragile, sacro quanto effimero, all’intuizione di questi Oggetti si vien colti da spavento, che anche se buono, un buon spavento, produce nell’animo di chi Opera una sorta di agorafobia spirituale. Ovvero, tutto diventa troppo vasto.
L’Atanor è uno e molteplice. Si compone di almeno 4 intercapedini e all’interno di ognuna vi è una sostanza di base.
Allargandosi dal centro: quella fisica, quella eterica, quella emotiva, quella mentale.
Durante la mia ricerca, aver praticato Yoga, Tai Chi e Qi Gong mi ha permesso di conoscere le prime due sostanze: il Corpo con le sue ossa, le carni, i liquidi e molte delle questioni dinamiche e fisiologiche che lo riguardano. Dopo il corpo fisico, grazie all’effetto energetico delle arti suddette, ho preso coscienza della sostanza Eterica: basta portare l’attenzione alla superficie del corpo dopo una lezione di quelle arti o anche, prestare attenzione a quella sensazione di piacevole e morbida acclimatazione che si può sperimentare sulla pelle nei mesi di maggio e giugno, quando l’energia delle cose, fuoriuscita dalla terra e dall’interiorità dell’uomo, a mezzo della primavera, si rende palese e percepibile intorno a noi. Il volo dei pollini e dei petali come l’umido tepore di quei giorni ne è la metafora botanica. Solitamente, presso il volgo, inconsapevole dell’Alchimia circostante, questa esperienza viene tradotta con “si sta proprio bene, senti che clima, che brezzolina”. Già, la cosa più vicina è stata l’ultima in ordine di scoperta!
Le Emozioni le percepisco gettando lo sguardo intorno a me, si muovono reagendo a tutto ciò che non ho risolto; di solito sono legate allo stomaco o al sistema circolatorio, ma anche al fegato e alle ghiandole lacrimali, qualche volta agli intestini. Quando mi sfuggono è in questi apparati che le vedo emergere: pianto, alterazione del battito, coliti, fauci secche, o percezioni di semi-dolore interno quando l’emozione è talmente forte da far sommuovere un organo, che spostandosi, si fa sentire a ridosso delle sue e delle circostanti innervazioni.
Poi il mio Pensare … il confine dell’Atanor. I Pensieri sono attorno, “al largo”, nella testa invece semplicemente confluiscono, come un’innervazione sottile, energetica. I pensieri sono secchi, mancano di umidità, sono veloci, volatili. Come le emozioni possono essere caldi o freddi; se caldi scorrono, si muovono nella nostra Aura, alla periferia del vaso come in una volta celeste ab personam; quando freddi, cristallizzano in credenze, opinioni fisse, forme pensiero, e qualche volta si infiammano producendo idealismi. Spesso mi osservo, mi ascolto, riconosco qualche spiacevole cristallizzazione, ma anche qualche beneaugurante vento psichico. Fanno paura i vuoti, come dei vuoti d’aria, i campi dove non siamo per nulla ferrati, fogli bianchi.
Il corpo mentale si può anche illuminare, più stabilmente di quello emotivo, infatti un’emozione per quanto luminosa cambia rapidamente, un pensiero può invece permanere intensificando tutto il campo, specie quando la natura del pensiero è sulle cose della Natura, sulle questioni della nostra Opera, può persino corrodere il confine del Vaso, permettendo a molte intuizioni e nozioni di giungere dai piani più alti. Certo filtrate, ma giungono! Ricordo la compagna di un tempo, sensibile sopra la media, che mentre a letto leggevo di alchimie una sera sbottò, comica e seria al contempo: “…ma ti rendi conto dell’intensità con la quale stai pensando? Non si può prendere sonno!”
Oltre i pensieri c’è il Guardiano della Soglia, la soglia che dà sul Sé, sul nostro Mercurio. Oltre la soglia vi è quella brezza che portiamo a volte al risveglio, quando, spesso senza ricordare, troviamo in noi sensazioni di bellezza, di gioia, di volo… il nostro Atanor è come un cielo Londinese, coltro di nubi via via sempre più fisiche, dai pensieri alle tossine.
Occorre il Sigillo di Ermete e il senso gravitante dell’Intimo. Ne parleremo…
continua..
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