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119. POSSO FARE DA ME?

119. POSSO FARE DA ME?

18/03/13

Oggi, viandante, vorrei parlarti di spiritualità e di mezzi per evolversi.

Come faccio a capire se gli insegnamenti che sto seguendo, e le persone che me li stanno offrendo, vanno bene per me?

La crescita spirituale è un processo individuale che non si può né spingere né forzare, tra l’altro è come quelle uniche due cose nell’esistenza che si devono fare da sé: nascere e morire.
Posso essere certo accompagnato, sostenuto, aiutato, ma sono sempre io che devo capire come, dove, quando e perché.
Se ho fame è alquanto impossibile che qualcuno possa nutrirsi al posto mio, e nessuno può prendere il mio posto nella ricerca. Tra l’altro sarebbe anche assurdo che fosse diversamente; sarebbe come se, per capire il gusto di un dolce, me lo facessi masticare da un altro che mi riferisce che sapore ha. Sarebbe non solo relativo, in quanto ognuno può avere i suoi gusti, ma poco funzionale!

Spesso nel mio lavoro di trainer mi imbatto in persone che vorrebbero far crescere il proprio partner, il genitore o l’amica… Viandante, sai bene cosa accade a un frutto raccolto anzitempo: non solo risulterà poco gradevole al gusto, ma sarà un enorme spreco.
Se lasciamo che il Signore del Tempo faccia il suo, otterremo meno ansie, meno fatiche, un ottimo risultato, insomma!
Certo è che, se si vuole che il cambiamento del nostro caro avvenga subito, è come sparare sull’insalata: non crescerà più in fretta, proprio no!
Questa situazione, poi, è portatrice di notevole ansia da parte di chi si è già accorto che non può più vivere in assenza di se stesso.

Ma il risveglio, come dicevo, è un evento in-condivisibile, tuttavia contaminante, a mio avviso.
È importante contagiare chi ci è intorno con l’esempio e con il nostro modo di vivere; le persone noteranno in noi dei cambiamenti e questo porterà stupore.
Lo stupore è tra i più funzionali semi di potenziale risveglio!
E tra l’altro posso farlo solo da me: stupirmi! Questo funzionerà, viandante, più di portarsi appresso un amico sulla groppa della schiena! Davvero!

C’è molta differenza, tuttavia, e ci si deve muovere accorti nel marasma dell’offerta religiosa e spirituale.
La spiritualità vissuta nel quotidiano permette all’uomo di raggiungere la propria trasformazione interiore. Se il tipo di spiritualità che stai perseguendo non porta a questo, c’è qualcosa che non va.
Alcuni concetti religiosi lasciano davvero molti dubbi se si tratti di tale mezzo evolutivo, a dire il vero spesso accade che si trovi una coperta fin troppo corta che copre le spalle, certo, ma lasci scoperti i piedi.

Non posso sostenere un percorso spirituale che abbia certe lacune, che supporti una parte e ne lasci completamente sguarnita un’altra! La vera ricerca spirituale ce lo impone e arriva il momento in cui non possiamo più fingere che per appoggiare certi credo, si debbano sacrificare concetti, bisogni, o credenze perché diverse da quelle imposte dalla suddetta religione. In questa via non tutto va bene per tutti, certo, anche qui c’è un limite ed è il nostro: ciò che ci occorre per capire. Un vestito va tagliato sulla persona e non viceversa. Per talune persone, sono certa, è servita pure Vanna Marchi!
Perseverare in una via che sentiamo poco affidabile, distruttiva e che crea dipendenze a questo punto però sarebbe diabolico.

Il campanello d’allarme rimane lo stesso: come fare per capire se sono nella giusta via, appoggiando un determinato percorso?
Se stiamo perseguendo un credo che ci porta al disamore, è già una bella prova: taglia la corda, viandante!..

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