Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

122. IL POTERE DELL’IMMAGINAZIONE

29/04/13

Spesso nei miei territori di ricerca utilizzo le vaste geografie del mondo immaginifico dell’aldilà, cosa che mi produce una certa soddisfazione quando si manifesta poi in risultati stupefacenti. Nonostante questo, mi è abbastanza difficile, quando sono in insegnamenti collettivi, comunicare che immaginare non è inventare!

La maggior parte delle persone vive in una catarsi dell’immaginifico, costretta e convessa in anni di aldiquà, dove è costretta dalle circostanze, dall’educazione, dalle istituzioni e infine dal mondo del lavoro (che si sa, è una cosa seria!).
È davvero dura, quindi, permettersi di lasciarsi andare quando dico loro: “Bene! Immaginate ora uno schermo sul quale si proietta il vostro Sé”.
A questo punto mi si guarda come se fossi dentro a una boule per pesci e mi si dice: “Ma come faccio a sapere che non sto inventando tutto? Se ciò che vedo non è frutto… della mia immaginazione?”
Io rispondo: “Sì! È proprio così! È frutto della tua immaginazione!… Sì! Certo! Non è inventare, ma immaginare!”.

Incredibile come nel tempo ci siamo autolimitati per vivere un quotidiano storpio e fondato sul sacrificio e sulla sfiducia del miracolo!
Oggi, caro viandante, vorrei parlarti di immaginazione e miracolo.
Quando si crede che tale dono posso esistere, le nostre vite ne vengono completamente cambiate e il miracolo inizia ad accadere! Non si tratta di invenzione, ma di vedere ciò che c’è!
Immaginare è vedere ciò che c’è dietro la palpebra chiusa, e non creare di “sana pianta” un qualche cosa.

Ecco che a questo punto ai principianti dell’arte del miracolo succede che non vedano niente: infinite sfumature di buio!
Quello che l’iniziato alla meditazione non conosce è che le “infinite sfumature di buio” sono già immaginare! Con un po’ di pratica si dileguerà la nebbia e inizierà a prendere timidamente forma qualche cosa… Piccole sagome senza senso…
Continuando nella pratica, appariranno curiosi alberi, improbabili strade, colori stranissimi: le geografie dell’aldilà non sono come quelle dell’aldiquà! Ci vuole certo un po’ di coraggio, quello che occorre a chi si lascia andare allo sconosciuto e a quella sana dose di disobbedienza che gli permette di vedere ciò che fin da piccolo gli è stato chiesto di negare, ed è così che ci si apre alla meraviglia.

Coraggio, mio caro viandante, osa immaginare! Un po’ al giorno, giusto un po’ ogni giorno…..

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