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133. MEGLIO FIDARSI OPPURE NO?

14/10/13

Caro viandante, eccoci con il nuovo paradosso che vorrei esaminare con te questa volta: meglio essere nell’atteggiamento della fiducia, oppure no? Meglio attrezzarsi al peggio, oppure no? Meglio partire con il paracadute aperto, oppure no?

Il punto è che per aspettarsi il meglio non ci vuole uno sforzo maggiore, a differenza dell’avere paura del peggio.

Le zone di pericolo nella nostra vita sono certamente e costantemente in agguato, ma la paura è una scelta. Aspettarsi il meglio e mettere a tacere, per un attimo, quello che io chiamo il semino malefico dentro all’uomo, è una gran bella cosa che incrementa la salute a discapito di tutto quel pessimismo e fastidio che a tratti sommerge la voglia di volercela fare.

Ecco che pensare bene e fidarsi diventa più che un concetto sostenuto dall’ingenuo, uno stile di vita salutare che porta attenzione alla possibilità e toglie energie all’incremento del problema.

Scegliere di essere persone di soluzione e non di problema è la “via dell’alleanza” con la paura; scoprire che questo atteggiamento è più salutare, produttivo e divertente è preludio di quei pochi che vengono spesso giudicati leggeri e oltremodo ben pensanti. C’è infatti chi sostiene che tale eccessiva fiducia convoglierà in una vita in cui non resterà più niente, perché soggetta all’azione che ogni furbo di passaggio esercita

Peccato! Peccato per l’approfittatore, che è quel tipo di persona che, a mo’ di arrampicatore sociale o araffa-arraffa, finirà per avere tante cose e nessuno con cui goderne.

È chiaro, viandante che, se potesse scegliere, nessuno vorrebbe tali esemplari nella propria cerchia di amici. Inoltre, è presupposto proprio di quella innata intelligenza di cui l’intuizione umana è dotata, schivare tali soggetti, specie quando, scarichi e stanchi, scegliamo chi ci fa stare bene piuttosto di chi a “effetto spugna” piglia tutto e ci lascia più in riserva che mai.

Nel tempo questo stile di vita positivo e generoso che condivido, mi ha dato tanto. A volte però mi ha anche lasciato nella condizione di dover ricominciare da capo quando, dopo alleanze e gioco, sorrisi e affetti condivisi, ci si ritrova con gli amici che ci dicono ancora una volta di aver puntato sul cavallo sbagliato! Ai possibilisti infatti, che aprono le braccia a chiunque, e vedono nel prossimo anzitempo chi potrebbe essere destinato a diventare, accade di venir usati e abbandonati.

Ma carissimo viandante, come diceva il mio caro maestro Pier Luigi Ighina, si può sempre scegliere di far parte di quella ristretta cerchia di persone della famosa lega Di chi se ne frega e consci che non possiamo che essere come siamo se questo ci porta gioia, vivere sereni.

Continuiamo ad affidarci e fidarci di chi ci viene incontro con un sorriso e un braccio teso, anche se sotto al soprabito cela un affilato coltello!

Sì, certo, caro viandante! Si può correre il rischio di ferirsi, a volte anche parecchio, ma chi sceglie l’Amore ha un antidoto molto più forte e risorse incredibili rispetto a chi sceglie la paura.

Ed eccoci qui, a rimetterci in piedi, con le ginocchia sbucciate, forse qualche volta troppo rispetto a quello che avremmo sperato, ma va bene così! È il cono d’ombra di chi muove molta luce e si sa che intorno alle lanterne ci ruotano molte più mosche! Perché gli arraffa-arraffa adorano la luce, neppure loro sono amanti del buio, anche se rischiano di ritornarci saltuariamente. Anche questa è una scelta.

Questa settimana, viandante, voglio parlarti di soluzione e non di problema, quindi, orientiamo la nostra attenzione all’abbondanza e a non a chi ce la toglie!

Abbondanza non è riempirsi di cose e comprare sempre il meglio (che si possa farlo perché si possiedono economie in grado di sostenere tale stile di vita o meno). Abbondanza è pensare (ed essere assolutamente convinti di questo), che una abbondante Essenza Santa e Sacra, e cioè perfetta, si occuperà sempre di noi. Ma come agisce questa energia?

Ti racconto una storia:

Un uomo buono viveva in un paesino di campagna nella sua piccola casa che si sviluppava in altezza su tre piani. Egli aveva passato tutta la sua vita ad aiutare il prossimo in opere di carità, per questo motivo era noto a tutti in paese come il buon samaritano.
Un giorno venne una grossa alluvione e tutto si ricoprì d’acqua, compresa la sua casa, fin oltre il primo piano; allora il buon uomo chiamò Dio e gli disse, visto che era stato un buon uomo di fede e di carità, di salvarlo. In completa fiducia egli si mise al secondo piano ad aspettare Dio che lo salvasse.
Passò a breve una barca di soccorso e propose all’uomo di salire. Egli di tutta risposta disse che Dio l’avrebbe salvato e che potevano pure continuare il loro lavoro di soccorso.
Intanto l’acqua si faceva sempre più grossa e arrivò a ingoiarsi il secondo piano. Il buon samaritano quindi si spostò al terzo.
Passò nuovamente l’imbarcazione di ritorno dalla perlustrazione e i soccorritori rinnovarono l’invito a salire, ma il buon uomo non solo non accettò, ma stizzito riprese con la solita cantilena che esortava a proseguire, poiché Dio sarebbe venuto a salvarlo.
La casa fu sommersa in poche ore è l’uomo morì annegato, ma poiché era un buon samaritano finì in paradiso.
La prima cosa che il buon uomo volle fare da anima fu parlare con Dio, lamentandosi per la mancata accoglienza del Divino alla sua domanda di salvezza dopo una vita spesa per gli altri. Di tutta risposta l’infinita bontà di Dio si manifestò spiegando che Egli aveva mandato ben due volte soccorsi, ma sempre, sempre, il buon samaritano li aveva rifiutati.

Ecco, caro viandante, il punto è: riusciremo sempre a scorgere nella quotidianità la risposta alle nostre preghiere?Riconosceremo facilmente il Dio manifesto nel nostro percorso? Penso che la risposta non sia così certa…

Il punto è che il Divino usa speciali vassalli ogni giorno, il suo linguaggio ha una strana corrispondenza. Quel che è certo è che Egli ha bisogno di vassalli per manifestarsi! A volte questi vassalli sono della specie arraffa-arraffa, e vengono a costringerci a fare scelte che noi non avremmo forse mai fatto altrimenti per primi.

Allora è santo e sacro chi viene per amore quanto chi per interesse. Siccome non è così chiaro, è meglio prendersi larghi ed essere con tutti nella formulazione del dare; poi per ognuno ci sarà il proprio conto. Anche in questo, risulta più utile e assolutamente più salutare affidarsi poiché chi interrompe l’abbondanza esce dal flusso, e questo avviene quando non ci si pone al servizio richiesto.

Mio caro viandante, c’è da stare sereni! Essere nell’abbondanza e nella fiducia paga sempre a lungo andare, anche se ciclicamente si cambieranno frequentazioni  J

 

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