Quando ci dedichiamo a trasformare la nostra vita secondo una volontà di imparare ad evolvere nella gioia, anche il nostro modo di rapportarci alla relazione di coppia subisce una trasformazione. L’argomento in questione è molto vasto e non si può ridurlo a una breve trattazione di poche pagine. Ognuno di noi vive le relazioni d’amore in maniera unica e irripetibile, e le circostanze che ogni volta si creano sono speciali e imprevedibili.
Tuttavia cercherò di esporre alcuni concetti molto importanti che, sono sicuro, serviranno a ispirare l’anima a fare chiarezza tra la nebbia che il più delle volte avvolge l’argomento del rapporto di coppia.
Ogni volta che creiamo uno spazio di relazione e intimità con una persona, stiamo dando vita a una struttura energetica che vive di vita propria ed è fatta dalle energie che entrambi i partner emettono nei confronti della relazione. La relazione è un essere vivente! Dal momento in cui si è generata non siamo più in due – io e il partner – ma siamo in tre. Io, il partner e la relazione.
Per fare un esempio basterà pensare alla nostra famiglia. La nostra famiglia non è la somma dei membri che ne fanno parte, è qualcosa di più. È una struttura, un sistema, un insieme di membri che formano qualcosa di più grande. Questo sistema ha le sue regole, le sue tradizioni, il suo passato, le sue consuetudini e certe memorie.
Ogni famiglia è diversa dall’altra perché ha la sua storia e la sua vita propria. Una famiglia scompare quando non esiste più un membro che può continuare a ricordarla o portarla avanti.
Nella relazione accade la stessa cosa: abbiamo dato vita a un sistema, un organismo vivente che inizia ad avere una storia e si nutre delle energie che i partner immettono nella relazione stessa.
Il primo problema che può presentarsi è la mancanza di chiarezza negli intenti della relazione stessa. Quando un partner pensa di andare al mare e l’altro vuole solo andare in montagna, iniziano i problemi veri e propri. Che vuol dire?
La relazione, nel momento in cui nasce, e nel tempo in cui si forma, sempre in maniera più evidente deve strutturarsi e organizzarsi secondo delle regole molto semplici e generali (sono esclusi gli incontri della durata di un giorno o una notte soltanto). Assomiglia molto a un contratto con delle clausole. Di solito sono tre:
– I partner hanno una relazione (proprio perché si frequentano!) ma ognuno è libero di incontrare anche altre persone e non è tenuto a raccontare niente all’altro. Non ci sono impegni e promesse di continuità.
– I partner hanno una relazione, ognuno è libero di incontrare anche altre persone e frequentarle, ma entrambi si raccontano tutto. C’è un desiderio di continuità.
– I partner hanno una relazione di tipo esclusivo. Nessuno dei due frequenta altre persone. C’è la sicura volontà di continuità fedele.
Il primo passo per far funzionare una relazione è la trasparenza negli intenti. Sembrerà forse una forzatura, sembrerà di voler dare delle regole o dei limiti all’amore, ma la chiarezza reciproca, nel dirsi con tutta sincerità gli intenti e gli obiettivi di ognuno, permette alla relazione di organizzarsi e strutturarsi senza deludere nessuno e facendo crescere entrambi. I partner devono scegliere, insieme, una delle clausole del contratto.
Di solito, uno dei due partner, il più spontaneo e coraggioso, deve chiedere all’altro: «Che cosa vogliamo fare?». In quel contesto, si deve aprire uno spazio di sincerità reciproca, dove ognuno possa esprimere tutti i suoi desideri, dubbi, timori, paure e speranze. Questo può essere definito il primo accordo. Il processo finisce quando entrambi gli amanti hanno preso una decisione che accontenta entrambi.
La coppia ora vibra sulla stessa frequenza e ha scelto un intento comune. Adesso, se uno pensa di stare andando al mare, anche l’altro si sta dirigendo proprio lì, perché l’hanno deciso insieme.
Se non c’è questo presupposto importante, di solito, la relazione finisce presto, vuoi per la delusione di uno dei partner, vuoi per il semplice esaurirsi della carica energetica relazionale/sensuale.
I due amanti non devono subito deludersi a vicenda, mostrando quanta poca chiarezza viva nel loro cuore. Infatti, ognuno di noi, in base al periodo di vita che sta vivendo, ha bisogno di cose diverse e persone differenti… quindi sarà importante chiedere a se stessi prima di tutto: «Di che cosa ho bisogno in questo periodo? Di una relazione stabile ed esclusiva? Una relazione senza impegno di continuità?».
La chiarezza con se stessi, partorita dall’ascolto del proprio cuore, porterà anche alla trasparenza col partner in merito agli intenti relazionali.
Una volta attuato il primo accordo, non rimarrà che avere rispetto per la propria scelta fatta, senza tradire se stessi. Quando una relazione inizia con una comunione di intenti, entrambi hanno firmato un contratto energetico. Questa firma può essere revocata in ogni momento, sarà sufficiente andare dal partner e comunicare la propria rinuncia, il proprio desiderio di voler interrompere la relazione.
Ma se uno degli amanti, anziché revocare la propria “firma energetica”, compie un’azione contraria alla scelta relazionale condivisa, senza dire niente all’altro, allora ha tradito se stesso. Il tradimento di se stessi è la più alta forma di scissione interiore. La relazione rischia di chiudersi, perché in questo modo si fanno vacillare le fondamenta su cui essa si reggeva. Se uno dei due non è riuscito a essere “adempiente” nei confronti del contratto, questo può dirsi chiuso. Nel caso si voglia continuare ugualmente la relazione, uno dei due partner dovrà prendersi la responsabilità di accettare la totale inaffidabilità della parola dell’altro. Si potrebbe originare una forma di autolesionismo.
Chi tradisce un’altra persona, tradisce se stesso, scindendo il proprio cuore. Pensieri e azioni non combaciano. E questo vale anche per chi viene tradito. Per esempio, se io accetto di voler stare con una persona che è scissa interiormente e non riesce a dire la verità, vuol dire che devo lavorare su me stesso!
L’amore non deve provocare sofferenza, dobbiamo staccarci da chi vuole persuaderci che amare è soffrire. Se proviamo sofferenza è perché, oltre ad amare l’altro, vogliamo anche possederlo. Più avviciniamo i concetti di possesso e amore, e più in noi sorge l’atavica paura di soffrire.
Noi dobbiamo imparare a stabilire, insieme all’altro, delle condizioni di chiarezza condivise che ci permettano di prosperare in quello in cui stiamo credendo e costruendo. Non possiamo “controllare” l’altra persona poiché non è nostra. Ogni persona appartiene a se stessa. Ognuno è libero di tradire se stesso e quindi di andarsene da noi. Perché negare tale libertà?
Possiamo amare, provare la gioia e l’estasi della passione, dell’attrazione, della tenerezza e della dolcezza… senza dover aggiungere a tutto questo anche il senso del possesso. Tutto quello che possiamo fare è aprire il nostro cuore, essere chiari prima con noi stessi e poi rivelare all’altro il nostro intento relazionale. Parlare, dialogare e cercare di capire, insieme, dove orientare il proprio sguardo di coppia. Scegliere una meta. Poi possiamo impegnarci a rispettare, con fiducia, il nostro accordo relazionale fin quando non si esaurisce e sentiamo che non è più in sintonia con la nostra crescita.
Tutto può succedere nel rapporto di coppia. Il modo migliore per affrontare ogni situazione è parlare, parlare, parlare. Comunicazione e relazione sono sinonimi in una coppia. Quando la comunicazione si esaurisce e iniziano a crearsi delle maschere e delle facciate di consuetudine, i due cuori perdono la loro sincronizzazione vibrazionale.
Da un punto di vista energetico, è molto meglio parlare e prendere insieme la decisione condivisa di chiudere la relazione, che tenersi tutto dentro, non dire niente, fare finta di stare bene, e arrivare all’esaurimento o al tradimento di se stessi!
Amare è una cosa stupenda. La coppia è un tempio sacro di condivisione e crescita. Il vero matrimonio è quello con se stessi, con l’apertura del proprio cuore che offre all’altro una coppa ricolma di sincerità e bellezza.
Andrea Zurlini
Video: Amare senza sensi di colpa, con Andrea Zurlini
Tratto dal libro Alchimisti della Nuova Generazione – Evolvere nella Gioia (dal capitolo “L’arte della coppia”)
Parole sante Andrea e vere!
Il mio problema è che ho accettato di stare con una persona che mi ha mentito guardandomi in faccia e giurandolo su mio figlio una cosa passata probabilmente anche senza senso; è una persona che mi ha chiesto scusa e perdono piu’ volte ma non riesco a perdonare e non riesco ad avere piu’ fiducia, lo trovo una persona molto insicura e che non mi fa stare bene ma che è anche padre di mio figlio che con lui è felice, come fare? a volte le situazioni sono difficili da risolvere!!
Condivido in pieno quello che affermi, e ti faccio i miei complimenti anche per la semplicità e umiltà discorsiva su argomenti così complessi e te lo dico da studioso/scrittore dell’amore e della coppia, cioè da chi ha la presunzione di tracciare un aspetto scientifico della “questione” (vedi su internet il mio ultimo lavoro “IL CODICE SEGRETO DELL’AMORE”, Ed. Psiconline.it). Le conclusioni sono praticamente le stesse, aggiungendo che gli esiti del mio studio sono di natura olistica. Bravo! (rennaraffaele@libero.it)
l’ho trovato bellissimo, grazie!