Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

3. OTTENIAMO SEMPRE QUELLO CHE SCEGLIAMO

Ci permettiamo di essere riempiti dalla meraviglia e dallo stupore o siamo capaci solo di pensare goffamente e in maniera stressata a tutti gli impegni materiali della quotidianità? In questo senso è assolutamente utile dedicarsi a pensare a quali sono quelle cose nella propria vita che al solo pensiero trasmettono nell’immediatezza gioia e amore nel cuore. E poi farle, agire, muoversi, spostarsi con delicatezza verso di esse.

Le circostanze della vita si formano grazie alla combinazione di due elementi fondamentali: l’emissione mentale e l’azione.

Se abbiamo un atteggiamento ostile nei confronti del mondo, esso risponderà allo stesso modo entrando in risonanza con la nostra emissione. Se siamo abituati a esprimere sempre insoddisfazione, avremo sempre più motivi per farlo. Se nei nostri rapporti con la realtà prevale il negativismo, il mondo ci mostrerà i suoi lati peggiori. Al contrario, un atteggiamento positivo cambia in meglio la nostra vita nel modo più naturale.

Non tutti sono in grado di capire questa verità. Alcuni si illudono che basta concentrarsi su una macchina nuova per farla spuntare da un giorno all’altro all’interno del proprio garage. Sbagliato. Le cose funzionano un po’ diversamente. Se io mi concentro sul “volere un’auto nuova”, quello che ottengo è proprio questo: il fatto che io voglio un’auto nuova. È un ragionamento sottile ma non troppo difficile da comprendere. Se noi otteniamo sempre quello che scegliamo, nel momento in cui desideriamo qualcosa, otteniamo subito ciò che abbiamo scelto: ovvero il desiderio di una cosa che non abbiamo. Il desiderio produce soltanto desiderio. Il senso di mancanza produce solo mancanza.

Quasi tutti, incontrando ostacoli e situazioni non piacevoli, reagiscono negativamente, esprimendo disappunto o cadendo in depressione. Ma facendo così l’emissione mentale produce una risonanza dove gli ostacoli diventano ancora di più e la vita comincia a rotolare in discesa. In pratica, scegliere di lottare contro gli ostacoli ne produce sempre di più. Essere assorbiti da pensieri sui problemi da affrontare, crea altrettanti problemi da gestire.

Questo accade perché ci sintonizziamo continuamente su frequenze disarmoniche con il tentativo di cambiare le situazioni che le hanno generate, ignorando che le stesse frequenze disarmoniche continuano a produrre altre situazioni di disagio. Noi non dobbiamo concentrare l’energia per cambiare qualcosa che non va. È più opportuno scegliere qualcos’altro. Mentre si tenta di cambiare quello che non ci piace nello scenario della nostra vita, stiamo pensando continuamente a quello che non ci piace. In questo modo la scelta si realizza perfettamente e noi otteniamo quello che non vogliamo.

L’uomo può scegliere la sua fortuna, senza bisogno di lottare per ottenerla. Può non essere semplice da accettare per noi, condizionati da una cultura che afferma che senza lottare e faticare non si può ottenere niente. Poniamoci una semplice domanda: quanto siamo riusciti a ottenere lottando contro il mondo per essere felici? A quale prezzo?

Lottare contro il mondo vuol dire presumere di sapere sempre che cosa è meglio e cosa è peggio per noi. Voler avere a tutti i costi il controllo su ogni evento, situazione o persona. Non riusciamo a sopportare che le cose vadano diversamente da come le abbiamo previste. Poiché in effetti siamo sempre nell’atto di prevedere. L’atto stesso di vedere-prima ci porta ad avere delle aspettative.

Più grande è l’aspettativa che abbiamo di fronte a una persona, una situazione, un evento, un progetto, un lavoro, o addirittura di noi stessi e una nostra prestazione, e più questa esigenza di “ottenere o dimostrare” verrà delusa.

La maggior parte degli esseri umani resta tutta la vita affranta da questo gioco di forze equilibrartici che si innesta quotidianamente. I tonfi e le cadute ripetute poi servono a gonfiare il senso di impotenza nei confronti del mondo e non fanno altro che alimentare lamentele varie, piagnucolii, capricci, depressioni e rabbie.

Più sono “attaccato” a qualcosa o a qualcuno e più sono io il primo pericolo di “distruzione” di questo rapporto di dipendenza. Ogniqualvolta c’è un attaccamento, una dipendenza o una forte aspettativa vuol dire che si è innalzata la lancetta dell’importanza che stiamo dando a quella cosa o quella persona.

Andrea Zurlini

Tratto dal libro Alchimisti della Nuova Generazione – Evolvere nella Gioia (dal capitolo “Otteniamo sempre quello che scegliamo”)

AL

 

Video: Anima e Ragione

http://www.youtube.com/watch?v=m64MEGLUrco

 

http://www.youtube.com/watch?v=dRlNdu9Zbfk&spfreload=10

Credits Img..

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